Il giusto ama gli animali

Foto di JackieLou DL da Pixabay

Quando penso a quelle povere e belle anime di bestiole maltrattate – e peggio – dagli uomini, non posso fare a meno di provare una stretta al cuore. Sì, avete letto bene, ho scritto anime, perché gli animali l’anima ce l’hanno, altrimenti non sarebbero animali, sarebbero solo… .

Il giusto ama gli animali

Lo dice anche la S. Scrittura, nel libro dei Proverbi: Il giusto conosce l’anima dei suoi animali, ma le viscere (rachamim) dell’empio sono crudeli (Prov 12,10). Quelle viscere che Dio, a sua immagine, ha dato all’uomo perché siano colme e frementi di misericordia (rachamim), vengono pervertite dall’empio (non c’è altra parola) mentre commette atrocità verso le creature più deboli. Quello che caratterizza il giusto è, invece, la conoscenza dei suoi animali, tipica espressione biblica in cui conoscere vuol dire amare.

Un bel racconto

Leggo tanti auguri di Buon ponte dell’Arcobaleno, come se i nostri animali dovessero avere un loro separato destino ultraterreno. Preferisco rivisitare un racconto che gira su Internet, di autore sconosciuto.

C’è un uomo che si risveglia in un luogo a lui ignoto, e intuisce di essere morto, tanto più che al proprio fianco vede il suo cane che era morto ormai da anni. Si incammina con il cane accanto, e giunge ad un altissimo muro di marmo splendente, al cui centro  trova ben chiuso un cancello di madreperla, che immette in una strada tutta d’oro, molto invitante. Il custode, seduto alla sua scrivania, gli dice che quello è il Paradiso. Tutto contento, l’uomo chiede un po’ di acqua, e gli viene risposto che all’interno ne troverà di freschissima. «Può entrare anche il mio amico?» chiede, indicando il cane. «Mi spiace, signore, noi gli animali non li accettiamo».

Non volendosi separare dal cane, l’uomo rifiuta di entrare e prosegue il cammino. Dopo parecchio tempo, su una strada sporca vede una fattoria senza recinzioni; c’è solo, completamente spalancato, un cancello sgangherato, ormai arrugginito, che sembra non essere mai stato chiuso. Anche nei pressi di questo cancello c’è un custode, seduto appoggiato ad un albero a leggere un libro. Anche a lui il viandante chiede un po’ d’acqua.
«Sì, certo. Laggiù c’è una pompa, entri pure».
«E il mio amico qui?» dice lui, indicando il cane.
«Benvenuto anche lui, vicino alla pompa dovrebbe esserci una ciotola».
Così i due, uomo e cane, possono finalmente dissetarsi, poi tornano dall’uomo seduto presso l’albero.
«Come si chiama questo posto?» chiede il viaggiatore.
«Ah, questo è il Paradiso».
«Mah… laggiù un uomo mi ha detto che era quello il Paradiso…».
«Quale… il posto con la strada d’oro e la cancellata di madreperla? No, quello è l’Inferno».
«Ma come! Permettete che usino il vostro nome?».
«Sì, ci risparmiano una fatica: fermano lì quelli che si permettono di entrare lasciando fuori i loro animali».