
Il Germoglio di Davide è una figura che compare anche in un profeta pochissimo messianico come Geremia, tanto da farci chiedere: c’è un messianismo di Geremia? Finora non ne avevamo trovato traccia.
È frequente avere l’idea che i profeti biblici siano coloro che hanno predetto l’avvento del Messia, ma questo non è assolutamente vero.
Prima di tutto non è detto che il profeta sia colui che predice il futuro: può anche limitarsi a fare una lettura della storia passata e presente, senza pronunciare oracoli riguardo ad un futuro lontano.
In secondo luogo, il messianismo, cioè l’annuncio o l’attesa di un Consacrato (questo vuol dire Messia, alla lettera Unto, cioè Consacrato per qualche compito per il bene della comunità), non è un fenomeno così tanto diffuso nell’Antico Testamento come si potrebbe pensare. Ci sono, è vero, profeti messianici, e Isaia lo è per eccellenza; Michea ha un importantissimo oracolo messianico; ma altri profeti lo sono pochissimo, alcuni per nulla.
In Geremia è presente una tenue linea messianica che finalmente affiora nel cap. 23, sotto l’immagine del Germoglio.
Il Germoglio di Davide: il testo
23 1«Guai ai pastori che fanno perire e disperdono il gregge del mio pascolo». Oracolo del Signore. 2Perciò dice il Signore, Dio di Israele, contro i pastori che devono pascere il mio popolo: «Voi avete disperso le mie pecore, le avete scacciate e non ve ne siete preoccupati; ecco io mi occuperò di voi e della malvagità delle vostre azioni. Oracolo del Signore. 3Radunerò io stesso il resto delle mie pecore da tutte le regioni dove le ho lasciate scacciare e le farò tornare ai loro pascoli; saranno feconde e si moltiplicheranno. 4Costituirò sopra di esse pastori che le faranno pascolare, così che non dovranno più temere né sgomentarsi; di esse non ne mancherà neppure una». Oracolo del Signore.
5«Ecco, verranno giorni – dice il Signore –
nei quali susciterò a Davide un germoglio giusto,
che regnerà da vero re e sarà saggio
ed eserciterà il diritto e la giustizia sulla terra.
6Nei suoi giorni Giuda sarà salvato
e Israele starà sicuro nella sua dimora;
questo sarà il nome con cui lo chiameranno:
Signore-nostra-giustizia.
7Pertanto, ecco, verranno giorni – dice il Signore – nei quali non si dirà più: Per la vita del Signore che ha fatto uscire gli Israeliti dal paese d’Egitto, 8ma piuttosto: Per la vita del Signore che ha fatto uscire e che ha ricondotto la discendenza della casa di Israele dalla terra del settentrione e da tutte le regioni dove li aveva dispersi; costoro dimoreranno nella propria terra».
Il Germoglio di Davide: la profezia di Geremia
Un gregge sbandato
L’immagine iniziale usata dal profeta è quella di un gregge sbandato sotto pastori iniqui: è una chiara immagine di Gerusalemme, sbandata sotto re, sacerdoti e falsi profeti che la distolgono dalla volontà di Dio. Il Signore annuncia che scenderà lui in persona a riprendere il suo gregge e ad assegnargli pastori, guide, che se ne prenderanno cura. Pastori che sanno di pecora, potremmo dire, usando una celebre frase di papa Francesco. Pastori che fanno i pastori per pascere il gregge, e non per pascere se stessi!
Questo sarebbe un messianismo senza messia, cioè una attesa di restaurazione non legata ad una figura specifica di Messia, di Consacrato: Dio stesso si farà autore di questa salvezza. Ma subito dopo emerge la figura di un Messia storico, nell’immagine del Germoglio di Davide (o di Jesse suo padre).
Ci sarà dunque un esilio per Gerusalemme, come già vi è stato per Samaria, ma ci sarà anche un ritorno dalla diaspora, quando Dio susciterà un Giusto, un Germoglio della Casa di Davide che opererà diritto e giustizia.
La Casa di Davide
La Casa di Davide era irreparabilmente naufragata nei disastri della storia, fino alla catastrofe della distruzione di Gerusalemme che la priverà per sempre dell’esercizio storico della regalità. Sopravvivranno discendenti di Davide, ma non cingeranno mai più la corona regale. Quando nel 104 a.C. Israele tornerà ad avere un re, sarà la famiglia dei Maccabei o Asmonei a usurpare il trono. Si può parlare di usurpazione in quanto i Maccabei erano di discendenza sacerdotale, levitica: non di discendenza regale, della tribù di Giuda. Il trono sarà poi assunto nel 37 a.C. da Erode il Grande, che non era neppure ebreo, ma idumeo.
Tuttavia, il Signore è fedele alla sua Parola, la parola data a Davide (2 Sam 7) di rendere eterno il regno dei suoi discendenti: e lo farà, non con i re che sempre più deludenti si sono succeduti sul trono di Gerusalemme, ma con un Re venturo, il Messia. Uno dei suoi titoli è quello di Germoglio di Davide, usato per la prima volta da Isaia (11,1), e forse uno dei più diffusi nei profeti. Dal tronco del tutto inaridito della monarchia davidica germoglierà ancora un virgulto, il Germoglio di Davide. L’ebraico nezer (germoglio) è forse alla base dell’adempimento scritturale che Matteo vede compiuto nella crescita di Gesù a Nazareth, piccolo borgo del tutto ignorato dall’Antico Testamento (Mt 2,23).