Il Gatto Inverno

Il Gatto Inverno
Immagine da me realizzata con AI tramite https://creator.nightcafe.studio/studio

Ma che peccato! Quando frequentavo le elementari, dal 1951 al 1955 (sì, la prima l’avevo saltata), Gianni Rodari era già adulto, giornalista, e aveva appena iniziato a pubblicare le sue filastrocche, ma queste non avevano ancora cittadinanza nella scuola. Oh, di poesie ne avevamo moltissime sul libro di lettura, le imparavamo a memoria, ed alcune mi sono molto care e le ricordo ancora: di autori come Guido Gozzano, Angiolo Silvio Novaro, Ugo Betti, persino Carducci e Pascoli… poesie familiari, che parlavano di calore e di frescura, di casa e di campagna, di piccole cose e di grandi sentimenti; ma non avevano l’ironia sottile di Rodari. Sì, mi sarebbe piaciuto, quando ero bambina alle elementari, studiare, rigorosamente a memoria, una poesia come Il Gatto Inverno, come ha fatto il mio nipotino Giovanni! E allora eccola qui, gustiamola.

Il gatto inverno di Gianni Rodari

Immagine da me realizzata con www.deepai.org

Ai vetri della scuola stamattina
l’inverno strofina
la sua schiena nuvolosa
come un vecchio gatto grigio:
con la nebbia fa i giochi di prestigio,
le case fa sparire
e ricomparire;
con le zampe di neve imbianca il suolo
e per coda ha un ghiacciolo…
Sì, signora maestra,
mi sono un po’ distratto:
ma per forza, con quel gatto,
con l’inverno alla finestra
che mi ruba i pensieri
e se li porta in slitta
per allegri sentieri.
Invano io li richiamo:
si saranno impigliati in qualche ramo
spoglio;
o per dolce imbroglio,
chiotti, chiotti,
fingon d’esser merli e passerotti.

E perché non far entrare il gatto in scuola?

Il Gatto Inverno
Immagine da me realizzata con AI tramite www.deepai.org

Ma che simpatico questo inverno mimetizzato da gatto giocherellone, illusionista e rapitore di pensieri altrui… Che tenera l’immagine dei pensieri dei bambini mascherati da merli e passeri chiotti chiotti. Sono figure davvero incantevoli. Ma più bello ancora sarebbe stato far entrare il gattone in scuola e mescolarlo ai bambini seduti nei banchi – sì, perché a quell’epoca a scuola si stava a sedere, e non ci si moveva per tutta la mattina, tranne che per andare al bagno tutti in fila come soldati nella breve ricreazione. Avrebbe portato un soffio di allegria in una scuola cara ma un po’ rafferma, dove la realtà si vedeva solo attraverso le pagine dei libri. Una scuola a cui sono molto grata: ma, insomma, quel Gatto Inverno mi sarebbe proprio piaciuto se si fosse fatto vedere anche da noi!