Viaggio nella Bibbia. Il futuro di Dio (2 Samuele 7)

Manoscritto georgiano. Tbilisi, National Centre of Manuscripts. Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=32743423

Celebrare il culto è stare alla presenza di Dio con rispetto e gioia, con partecipazione e fervore. A David non basta avere introdotto l’arca in Gerusalemme: desidera costruirle una degna dimora. Non più una tenda, ma un edificio stabile per il Signore. Il progetto è giusto e sarà realizzato. Non nei tempi di David, però; nei tempi di Dio, nel futuro, sotto il regno di Salomone, suo figlio. David dovrà fidarsi del futuro di Dio. Perché forse nei suoi progetti ci sono troppe ambizioni umane… e non si costruisce, se non è Dio che edifica.

2Sam 7,1-6.8-9.12-14a.16-17

In quei giorni. Il re, quando si fu stabilito nella sua casa, e il Signore gli ebbe dato riposo da tutti i suoi nemici all’intorno, disse al profeta Natan: «Vedi, io abito in una casa di cedro, mentre l’arca di Dio sta sotto i teli di una tenda». Natan rispose al re: «Va’, fa’ quanto hai in cuor tuo, perché il Signore è con te».
Ma quella stessa notte fu rivolta a Natan questa parola del Signore:

«Va’ e di’ al mio servo Davide: Così dice il Signore: “Forse tu mi costruirai una casa, perché io vi abiti? Io infatti non ho abitato in una casa da quando ho fatto salire Israele dall’Egitto fino ad oggi; sono andato vagando sotto una tenda, in un padiglione.
Ora dunque dirai al mio servo Davide: Così dice il Signore degli eserciti:

“Io ti ho preso dal pascolo, mentre seguivi il gregge, perché tu fossi capo del mio popolo Israele. Sono stato con te dovunque sei andato, ho distrutto tutti i tuoi nemici davanti a te e renderò il tuo nome grande come quello dei grandi che sono sulla terra. Quando i tuoi giorni saranno compiuti e tu dormirai con i tuoi padri, io susciterò un tuo discendente dopo di te, uscito dalle tue viscere, e renderò stabile il suo regno. Egli edificherà una casa al mio nome e io renderò stabile il trono del suo regno per sempre. Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio. La tua casa e il tuo regno saranno saldi per sempre davanti a te, il tuo trono sarà reso stabile per sempre”».

Natan parlò a Davide secondo tutte queste parole e secondo tutta questa visione.

Un progetto umano

David progetta di costruire un tempio forse anche con l’inconfessata intenzione di accrescere il proprio prestigio e di propiziarsi Dio a favore della sua discendenza, per non lasciarla alla deriva della storia. Forse, l’idea davidica di costruire il tempio è anche frutto dell’ambizione umana, del bisogno di vedere concretizzate le proprie attese, di una volontà di perseguire scopi propri. È forse, anche questa, una forma di bisogno di manipolare il divino, di averlo nelle proprie mani, di riceverne certezza.

Inoltre, il suo regno si era costituito a prezzo di tanto sangue del proprio e degli altrui popoli, e nel conflitto stesso all’interno di Israele. È in questo contesto che David pensa di costruire un tempio a Dio, ed è in questo contesto che Dio lo rifiuta. Nel libro delle Cronache (1 Cr 22,8-10) si parlerà di rifiuto di Dio perché, si dirà a David, «hai versato troppo sangue». Si può costruire la casa di Dio a costo di tanta sofferenza inflitta?