Viaggio nella Bibbia. Storia di Giuseppe: Interviene il faraone

Il faraone
Foto di Pete Linforth da Pixabay

Genesi 41 presenta la trasformazione e l’elevazione dell’eroe col favore del Signore, la sua odissea da schiavo a viceré d’Egitto. Le avversità che Giuseppe supera, venduto come schiavo e gettato in prigione, sono dovute alla gelosia dei suoi fratelli e poi alla dissolutezza e al dispetto della moglie del suo padrone. Al contrario, i funzionari egiziani, Faraone compreso, sono presentati come benevoli e utili alla causa di Giuseppe.

I funzionari egiziani

Non appena Giuseppe arriva in Egitto, il suo padrone egiziano vede che il Signore lo sta aiutando e si comporta di conseguenza:

«E quando il suo padrone vide che YHWH era con lui e che YHWH dava successo a tutto ciò che intraprendeva, prese in simpatia Giuseppe. Lo nominò suo servitore personale e lo mise a capo della sua casa, affidandogli tutti i suoi beni» (Genesi 39,3-4).

Il Signore ricompensa anche il padrone di Giuseppe per questo suo comportamento:

«E da quando l’Egiziano lo ebbe fatto governatore della sua casa e di tutto ciò che possedeva, il Signore benedisse la sua casa per amore di Giuseppe; e la benedizione del Signore fu su tutto quanto egli possedeva, dentro e fuori della casa. Egli lasciò tutto quanto aveva nelle mani di Giuseppe e, presso di lui, non si curò di nulla, se non del cibo che mangiava…» (Genesi 39,5-6)

È la moglie del padrone, furibonda con Giuseppe per averla rifiutata, che, per ripicca, lo accusa di tentato stupro e lo fa gettare in prigione. Una volta che Giuseppe è in prigione, gli eventi seguono di nuovo lo stesso schema, con il Signore che rende Giuseppe un uomo di successo, e il suo nuovo padrone, il carceriere, che lo riconosce e lo ricompensa.

La rappresentazione positiva del faraone

Quando arriviamo ai sogni del faraone, siamo già preparati ad incontrare una gentile figura egiziana che riconosce i meriti di Giuseppe e li ricompensa. Il faraone di Genesi 41, premuroso e razionale, sa che i suoi strani sogni predicono qualcosa di importante che deve essere interpretato correttamente.

Quando i suoi maghi e i suoi saggi non riescono a risolvere l’enigma del sogno, il faraone segue il consiglio del suo coppiere di chiamare un giovane schiavo ebreo che ha la reputazione di bravo interprete di sogni. Ma, a differenza del re di Babilonia in Daniele 2, che minaccia i suoi consiglieri di morte se non riusciranno a raccontargli il suo sogno ed a interpretarlo correttamente, il faraone cerca un interprete senza precondizioni o minacce.

Il faraone si mostra quindi riconoscente nei confronti di Giuseppe, lo straniero, dandogli una posizione importante nella sua amministrazione e riconoscendo il potere del suo Dio (41,38-39). In seguito, il faraone accoglierà generosamente la famiglia di Giuseppe in Egitto (47,6).

C’è faraone e faraone…

La rappresentazione del faraone in Genesi 41 spicca dunque nel corpus biblico. Il primo faraone che incontriamo, quando Abramo si trasferisce in Egitto e finge che Sara sia sua sorella anziché sua moglie (Genesi 12,1-10) è raffigurato come un sempliciotto, facilmente raggirato da Abramo.

Nel racconto dell’Esodo, al contrario, il Faraone sarà un tiranno irrazionale che riduce in schiavitù gli Ebrei e si rifiuta di lasciarli andare, incrudelendo su di loro finché non sarà convinto da una serie di piaghe, e finirà annegato nel Mar Rosso.

Il faraone della storia di Giuseppe è diverso. Può sembrare che l’autore di Genesi 41 ammetta la monarchia come una forma di governo utile… Questa descrizione potrebbe essere un indizio che il racconto fu elaborato da uno scrittore cosmopolita che aveva cose positive da dire sia sull’Egitto che sulle forme di governo centralizzate. Questo atteggiamento positivo nei confronti dell’Egitto e della sua struttura di potere è evidente anche nel modo in cui la storia descrive l’egittificazione di Giuseppe stesso.