Briciole di storia alvernina (50). Il Faggio della Madonna

Il faggio della Madonna. Guida illustrata da Ligozzi. Foto di A. Ferrini. Fonte immagine: https://www.ilbelcasentino.it/guida-della-verna-seq.php?idcat=&pag=22&idimg=

Tra la cappella della Maddalena e il cosiddetto Letto di S. Francesco si ergeva, in secoli ormai passati, un imponente faggio, che fu conosciuto come il Faggio della Madonna. Questo perché, come raccontano i primi storici della Verna, poco dopo il passaggio del convento ai frati dell’Osservanza (1431) e  l’istituzione della processione quotidiana, F. Zaccheo e il B. Corrado da Offida, recandosi processionalmente al luogo delle Stigmate, videro la Madonna manifestare la sua approvazione benedicendoli sorridente dal grande faggio. Questo faggio, rinominato Faggio della Madonna, fu tenuto in grande considerazione dai fedeli, finché… seccò, ma il legname da esso ricavato fu utilizzato per colmare la fenditura che dal Sasso Spicco al Letto di S. Francesco apriva un baratro sul sentiero percorso dalla processione. Se il Faggio della Madonna non c’è più, il suo legname ha ancora una funzione per i fedeli.

1554-1555: Il Faggio della Madonna

Il faggio su cui F. Zaccheo ed altri avevano visto Maria benedire i frati in processione, situato fra il letto di S. Francesco e il Sasso Spicco, si secca. Il P. Agostino Miglio, guardiano, ne fa mettere il ceppo a chiudere una voragine che impedisce il passo alla processione:

“Et occorse che in quelo tempo rovinò la volta vicina alla cappella di S. Antonio Abbate, nel profondo; & io feci tagliare quel tronco che era restato del faggio grossissimo, dove fu veduta la Madonna che benediva e frati… Perché ditto tronco era restato sopra le radici, circa di più di dua braccia, & fecilo voltolare nella crepatura, dove era cascata ditta volta, tra l‘uno masso & l‘altro, & aggiunte da ogni parti. Et sopra ditto tronco, sono construte 2 fortissime volte, posate in sul masso, di qua, & di là” (Miglio p. 272 s.).

1557: Una nuova biblioteca

Si costruisce nell’ala della foresteria interna una biblioteca (Miglio p. 211; 274).

1559-60: Lavori in legno

Il guardiano Francesco di Prato dalla Strada fa “soppannare di tavole di habete di molte Celle, & anchora la sacrestia con tavole di noce” (Miglio p. 174).