Lettura continua della Bibbia. Il discepolato (Marco 9,33-50)

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Il discepolato. È dopo il secondo annuncio della Passione che Gesù insegna agli apostoli quale sia lo spirito dei veri discepoli:

  • Servire gli altri come gli ultimi di tutti, mettere al centro i piccoli, accogliere i bambini come lui stesso (9,33-37)
  • Essere accoglienti verso «quelli di fuori» che fanno il bene (9,38-41)
  • Essere radicali nella sequela, senza cedimenti (9,42-50).

Il discepolato: il testo

9 33Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». 34Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande.  35Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti». 36E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro:  37«Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».
38Giovanni gli disse: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». 39Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: 40chi non è contro di noi è per noi.
41Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.
42Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. 43Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. [4445E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. [4647E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, 48dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue. 

49Ognuno infatti sarà salato con il fuoco. 50Buona cosa è il sale; ma se il sale diventa insipido, con che cosa gli darete sapore? Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri».

Il bambino modello di discepolato

Il bambino diviene così, sorprendentemente, modello del discepolo. Questo, non perché innocente od obbediente o ignorante, ma perché minore, persona senza rilevanza giuridica, caratterizzato dall’abbandono fiducioso all’adulto. È modello della kenosi divina: di colui che, pur essendo di natura divina, ha abdicato alla sua onnipotenza per farsi piccolo e debole (cfr. Fil 2,6 ss.).

Nessun discepolo, dunque, si deve sentire più grande degli altri e geloso delle proprie prerogative. Anche Mosè, modello di umiltà, se lo augurò: «Fossero tutti profeti nel popolo di Dio!» (Nm 11,29). Così, il discepolo non deve precludere la strada a chi a suo modo cerca di imitare il Cristo…

I discepoli sono tutti «piccoli», cioè minori, allo stesso modo, ed è loro dovuta ogni cura che si deve ai piccoli, a costo di sacrificare tutto ciò che può essere loro di intralcio. Gesto meritevole è perciò anche solo dare un bicchiere di acqua a un discepolo di Gesù in quanto tale; gesto odioso è provocarne lo scandalo, cioè mettergli davanti una pietra d’inciampo e causargli un danno spirituale.

Fuoco e sale

Meglio una menomazione fisica, afferma Gesù paradossalmente, del male morale, che fa perire l’intera persona nella geenna. Gē-hinnom o valle di Hinnom è una valle di Gerusalemme che, per la sua memoria ignobile in quanto vi si effettuavano i sacrifici umani, e per il fuoco che vi rimaneva sempre acceso quando divenne luogo dove si bruciavano i rifiuti, fornì una buona immagine dell’inferno.

L’immagine del fuoco che tutto purifica richiama quella del sale, in quanto tutti i sacrifici, prima di essere consumati dal fuoco, venivano salati col sale. La sua mancanza avrebbe invalidato l’offerta. Ma il sale a sua volta ricorda la sofferenza, che è il sale della vita, e la cui mancanza renderebbe insipida l’esistenza. Dall’immagine dell’acqua meritoriamente offerta ai discepoli siamo dunque giunti a quella finale del sale, non meno necessario per la vita, e della pace, anch’essa indispensabile. Per evitare di essere «salati dal fuoco» nel giorno del giudizio, è necessario purificarsi col sale della sapienza divina durante l’esistenza terrena.