Siamo così arrivati al quinto libro della Torah o Pentateuco, il libro del Deuteronomio. Il titolo Deuteronomio (Deuteronómion) è nato in greco ad indicare i discorsi di Mosè pronunciati prima della sua morte, quasi fossero una seconda legge data a Israele. In realtà, si tratta di una traduzione erronea di Dt 17,18 (mishneh hattorah hazzot) in cui l’espressione esatta è invece “una copia di questa Legge”. In ebraico, il libro è chiamato ’Elleh haddebarîm = “Queste sono le parole”.
Il Deuteronomio: l’articolazione del libro
L’articolazione del libro è la seguente, basata su grandi discorsi attribuiti a Mosè:
A. Prologo storico
Cap. 1-3: discorso riassuntivo delle vicende accadute al popolo ebraico dal Sinai alle steppe di Moab.
Cap. 4: discorso sulla Legge.
Cap. 5-11: discorsi sulla necessità di seguire fedelmente Dio, con decalogo (5,6-21) e comandamento principale (6,5).
B. Codice deuteronomico
Cap. 12-26: codice di leggi varie: sul culto e le feste, sui doveri delle autorità, sui processi, sulla guerra santa, sulla vita familiare e sociale.
C. Epilogo
Cap. 27-28: benedizioni e maledizioni.
Cap. 29-30: discorso conclusivo (esortazione ad osservare la Legge).
Cap. 31-34: successione di Giosuè e morte di Mosè (ultimi atti di Mosè).
Il Deuteronomio: la formazione
Un’ipotesi attendibile di fasi di formazione del testo si può così rappresentare:
Epoca di Giosia (VII sec. A.C.) | Redazione esilica (VI sec. a.C.) |
Cap. 1-4 | |
Cap. 5-11 | |
Cap. 12-26 (su nucleo preesistente, originario del Nord, circa 730/20 a.C.) | |
Cap. 27 | |
Cap. 28-29 | |
Cap. 30-34 |
Origine del Deuteronomio
A monte del Deuteronomio ci sarebbe stata la tradizione dei leviti del Nord, che cercavano di attualizzare le antiche tradizioni cultuali e giuridiche, reinterpretandole e insegnandole.
La predicazione catechetica levitica sulla Legge sarebbe poi stata ripresa dai riformatori dell’epoca di Giosia nel VII secolo a.C. In effetti, molte leggi devono essere fatte risalire ai primi tempi della sedentarizzazione, altre sono state poi aggiunte. Probabilmente buona parte del Codice attuale era già composta ai tempi di Ezechia (inizi secolo VII a.C.), portato a Gerusalemme dai leviti ivi rifugiatisi dal Nord conquistato dall’Assiria nel 722 a.C.
In ogni caso, il libro ottenne autorevolezza e diffusione al tempo della riforma di Giosia (622-621 a.C.), subendo anche alcune aggiunte. Un’ulteriore edizione probabilmente ebbe luogo in epoca esilica, con i cap. 1-4 e 27.29.31-34.