
Nel contesto del Premio di Poesia “Versi d’oro al SS. Crocifisso” indetto per le Feste Triennali del SS. Crocifisso di Castagneto Carducci, riporto sinteticamente quanto dissi alla cerimonia di premiazione della prima edizione del Premio, il 30 aprile 2021. Il video dell’intera cerimonia QUI.
Indubbiamente cruciale la tematica proposta, la Croce e la Resurrezione di Cristo, nodo incombente della storia secondo la pregnante espressione usata in una delle poesie vincitrici, Lo schianto dell’alba di Franco Casadei.
C’è questo snodo paradossale, nella storia del mondo, che per i cristiani – e non solo – è il giro di boa nella storia dell’uomo, l’evento della Croce e della Resurrezione. Paradossale, perché da un fallimento palese è nato il rinnovamento della società, e da un Fallito affisso ad una croce è nato un Uomo nuovo.
Lo scandalo della Croce
Forse siamo troppo familiarizzati con l’immagine del Crocifisso per renderci conto dello scandalo e della follia che rappresentò per secoli, essendo quello il tipo di pena di carattere politico che Roma infliggevano a coloro che attentavano alla sicurezza dell’impero, una pena infame cui non potevano essere sottoposti i cittadini romani. I «ladroni» crocifissi con Gesù non erano ladri comuni, ma zeloti che, come Barabba, avevano partecipato a sommosse antiromane. «A Gesù», commentava un esegeta, «hanno rubato anche la sua morte»: gli sarebbe spettata la morte del profeta – la lapidazione – e invece gli è stata data una croce, patibolo dei terroristi.
Per questo motivo l’immagine del Crocifisso che conosciamo ha tardato ad essere accettata anche tra gli stessi cristiani, preceduta da immagini meno scandalose e imbarazzanti come quella del Buon Pastore e da vari simboli (il pesce, il pane, l’ancora), e poi rappresentata dalla preziosa Croce gemmata e dal Crocifisso glorioso, prima di affermarsi come Christus patiens amato e divulgato da San Francesco d’Assisi, forse il primo santo a non aver paura della umanissima e straziante sofferenza del Cristo.
Crocifissione e Resurrezione
La Crocifissione è un dato storico, come pure la tomba vuota, visibili, tangibili da tutti gli astanti. La Resurrezione è un fatto metastorico, un dato di fede che trascende la storia dell’uomo ma che vi ha fatto irruzione innescando un processo documentato, la nascita e lo sviluppo del cristianesimo, in un modo altrimenti inspiegabile. Inspiegabile è infatti, senza una Resurrezione, il successo immediato del cristianesimo nell’ambiente storico del primo secolo dove chi attendeva un Messia attendeva solo un vincente, mentre un messia morto dimostrava con ciò di non essere il Messia ma solo un velleitario illuso.
Nessuno, nemmeno i discepoli, si aspettava una morte del Messia e men che meno una resurrezione. Fu una sorpresa anche per i discepoli, i primi a non credervi. L’illusione era morta con Cristo sulla croce. La speranza è nata il mattino di Pasqua, e si spiega solo con l’Evento. Illusione e speranza, una bella differenza…
Anche se prima della croce di Cristo si sviluppano due millenni di storia di un popolo, e la storia del Cristo si consuma in tre anni, anzi in tre giorni, su questo rapido evento, uno squallido episodio di ordinario supplizio, ruotano prima l’attesa di 1900 anni, poi i due millenni successivi. È innegabile l’enorme impatto sociale e culturale provocato dal cristianesimo e quindi dall’evento della Croce, senza il quale il Cristo sarebbe rimasto un saggio, un maestro formatore di qualche coscienza o forse di molte, ma non il Redentore dell’uomo.
Un’accorata domanda
Ancora Franco Casadei ha scritto: «È umanamente impossibile misconoscere che c’è dentro il cuore dell’uomo come una irrimediabile mancanza, una struggente nostalgia, un rivo strozzato che gorgoglia… (Montale). E davanti a questa accorata domanda, la figura di Gesù di Nazareth mi sembra che rappresenti un riferimento ineludibile per un’ipotesi di risposta al grande quesito sul perché si vive».
C’è nell’uomo una sete a cui il Crocifisso Risorto offre risposta. Ma che cosa può dimostrare la sete? A questo, Franz Werfel ribatte: «La sete dimostra la sicura esistenza dell’acqua».