Voglio condividere un bel pensiero di S. Leone Magno, papa toscano del V secolo e dottore della Chiesa, sul rapporto del credente con il creato. Rapporto che non è assolutamente, come qualcuno potrebbe credere, di fuga dal mondo o, al contrario, di dispotismo, ma di gioia riconoscente per la bellezza e la bontà delle creature.
Il credente e il creato
Il creato, infatti, lungi dal dover essere demonizzato o rifiutato, è una sorta di scala che conduce per le sue vie al Creatore… Scriveva C.S. Lewis in un suo libro sulla preghiera, le Lettere a Malcom:
«Ho tentato di trasformare ogni piacere in canale di adorazione […]. La gratitudine dice, correttamente: “Com’è buono Dio a darmi questo”. L’adorazione esclama: “Quale dev’essere la grandezza di quell’Essere, se questi sono i suoi riflessi più remoti e fugaci!”. E la mente risale dal raggio di sole al sole».
Dai «Discorsi» di san Leone Magno, papa
(Disc. per il Natale del Signore, 7, 2. 6)
Nostro Signore Gesù Cristo, nascendo vero uomo, senza cessare mai di essere vero Dio, diede inizio, in se stesso, ad una nuova creazione e, con questa nascita, comunicò al genere umano un principio spirituale. Quale mente potrebbe comprendere questo mistero, o quale lingua potrebbe esprimere questa grazia? L’umanità peccatrice ritrova l’innocenza, l’umanità invecchiata nel male riacquista una nuova vita; gli estranei ricevono l’adozione e degli stranieri entrano in possesso dell’eredità.
Déstati, o uomo, e riconosci la dignità della tua natura! Ricordati che sei stato creato ad immagine di Dio; che, se questa somiglianza si è deformata in Adamo, è stata tuttavia restaurata in Cristo. Delle creature visibili sèrviti in modo conveniente, come ti servi della terra, del mare, del cielo, dell’aria, delle sorgenti, dei fiumi. Quanto di bello e di meraviglioso trovi in essi, indirizzalo a lode e a gloria del Creatore.
Con il senso corporeo della vista accogli pure la luce materiale, ma insieme abbraccia, con tutto l’ardore del tuo cuore, quella vera luce che illumina ogni uomo che viene in questo mondo (cfr. Gv 1, 9). Di questa luce il profeta dice: «Guardate a lui e sarete raggianti, non saranno confusi i vostri volti» (Sal 33, 6). Se noi infatti siamo tempio di Dio e lo Spirito di Dio abita in noi, vale molto più quello che ciascun fedele porta nel suo cuore, di quanto può ammirare nel cielo.
Non vogliamo con questo, o carissimi, incitarvi o persuadervi a disprezzare le opere di Dio, o a vedere qualcosa di contrario alla vostra fede nelle cose che il Dio della bontà ha creato buone, ma vogliamo solo esortarvi, perché sappiate servirvi di ogni creatura e di tutta la bellezza di questo mondo in modo saggio ed equilibrato.