
Una notizia di rilievo per la tranquilla vita conventuale alla Verna è l’abolizione del carcere ecclesiastico in concomitanza con la pubblicazione il nuovo Codice Penale toscano (1853). Dal 1856, gli ecclesiastici condannati per crimini dovranno scontare la pena in carceri comuni. Commenterà il Cronista: “Quest‘ingiustissima ed atea legge, liberò la Verna da tanti dispiaceri e incomodi”. La situazione perdurava dal 1780.
1853: Carestia
“Fu anno tristo, oltre la scarsezza delle raccolte, vi era il monopolio. Per soccorrere i poveri, fu introdotto l‘uso di fare per essi la polenta, e tutto il formentone e castagne di cerca furono consumate in questo modo. Fu rimacinata la crusca, e per una specie di Prodigio, l‘ultimo monte di farina non finiva, sebbene si seguitasse a fare il pane” (MdC p. 103).
Abolizione del carcere ecclesiastico della Verna
In questo stesso anno 1853, il nuovo Codice Penale toscano cancella la Verna (e S. Vivaldo) dal numero dei conventi di relegazione per gli ecclesiastici riconosciuti colpevoli di crimini. Commenta il guardiano P. Roberto da Montalone: “In questo sfolgoreggia la Provvidenza; è Dio che tolse finalmente l‘obbrobrio il più nefando di questo santuario” (Filza XXII n. 153).
L’esperienza di tanti anni di custodia di ecclesiastici relegati per aver commesso reati fu senza dubbio sconvolgente per i frati della Verna, e di poco profitto per i reclusi, spesso inaspriti e ribelli. Accadeva che scoppiassero fra di loro liti che finivano a coltellate, come il giorno in cui giunse alla Verna un nuovo Guardiano e i festeggiamenti furono funestati dall’accoltellamento reciproco di due preti relegati in Convento. Accadeva però anche di ricevere ringraziamenti di questo tipo:
“Parto! Ma non senza prima congratularmi… dello zelo che indefessamente nutrito avete per la lode di Dio; della carità ineffabile che nei passati giorni di universali miserie praticaste verso i poverelli di Gesù Cristo… e della vangelica concordia di cui nel lungo trattenimento fra voi mi avete porto un luminoso e continuo esempio. Parto! Ma non mica senza lasciarvi scritti i sensi della mia profonda gratitudine per li molteplici e variati benefici recatemi: ora in compatire alle mie naturali debolezze, ed ora in sapermi vedere meno affannoso il letto del mio dolore…” (Don Camillo Barni, 30 giugno 1854, Filza XXII, n. 36).
1856: Carceri comuni per gli ecclesiastici
“In quest‘anno venne la legge che ordinava l‘arresto degli Ecclesiastici… risultati rei dal processo, dovevano subire la loro pena nelle carceri introdotte dalla moderna civiltà. Quest‘ingiustissima ed atea legge, liberò la Verna da tanti dispiaceri e incomodi” (MdC p. 105).
Il nuovo Codice Penale della Toscana era così progredito che rimase in vigore anche dopo l’unificazione italiana, fino al 1889.
16 maggio 1857: Speziale della Verna è ancora Giovan Battista da Bibbiena (Filza III n. 192; Libro Amm.).
13 maggio 1858: Muore il P. Giuseppe Lorenzo da Signa, per circa 50 anni organista famosissimo della Verna (MdC p. 108).