Si apre col capitolo 12 il Codice Deuteronomico (Dt 12-26). Rispetto al comandamento fondamentale che è l’amore, tutte queste altre norme ci si presentano non come un’aggiunta, ma come una interpretazione al Decalogo, applicata a mutate e specifiche circostanze storiche.
Il Codice Deuteronomico e il Codice dell’Alleanza
Una gran parte del materiale deuteronomico contenuto in questa sezione trova un parallelo nel Codice dell’Alleanza (Es 21-23), di cui pure tralascia, però, quasi il 50% delle prescrizioni. Si potrebbe pensare non ad una derivazione diretta ma all’uso di una fonte comune con il libro dell’Esodo che avrebbe contenuto anche il materiale proprio deuteronomico.
La stesura deuteronomica, in caso di passi paralleli, è comunque più recente della forma contenuta nel Codice dell’Alleanza: vedere ad esempio i maggiori dettagli sulla legge degli schiavi (riduzione in schiavitù per debiti di un uomo ed anche di una donna in Dt 15,12 ss.) e sull’anno sabbatico (non più limitato a lasciare incolta la terra ma esteso al condono dei debiti, in Dt 15,1 ss.), che rispecchiano una fase più progredita della storia economica di Israele rispetto ad un’epoca ancora basata sulla pastorizia. Il Codice dell’Alleanza può essere collocato fra l’ingresso in Canaan e la formazione della monarchia, il Codice Deuteronomico deve essere datato al tempo dei re.
Il Codice Deuteronomico: materiale proprio
Il materiale deuteronomico che non ha corrispondenza nel Codice dell’Alleanza è eterogeneo e deriva da epoche diverse. La procedura per l’omicidio per mano di ignoti (21,1-9) appare molto antica, pre-monarchica, e così pure la legge dell’assemblea (23,2-9), ma il complesso del materiale presuppone che Israele abbia avuto lunghi contatti con il mondo cananeo e che si trovi in una condizione di vita cittadina, come al tempo dei re, con regolamento sul servizio militare e sull’assedio delle città (20,1-20) e persino sul re (17,14-20).
Centralizzazione del culto
La caratteristica più importante del Codice deuteronomico rispetto al Codice dell’Alleanza è la centralizzazione del culto nel luogo che JHWH si sceglierà:
- un solo altare (cap. 12)
- un solo luogo per l’offerta delle decime (14,22-29)
- e dei primogeniti (15,19-23)
- un solo luogo di celebrazione delle feste (cap. 16).
D’altra parte, si è anche accertato che le “leggi di centralizzazione” sono in numero relativamente piccolo, rispetto ad un grande numero di norme che non fanno cenno alla richiesta di centralizzazione né sembrano conoscerla. In particolare, le leggi della centralizzazione in senso stretto si limitano al cap. 12; 14,22-29; 15,19-23; cap. 16; 17,8-13;18,1-8. Costituiscono forse uno strato più recente della tradizione, che ha dato il tono al complesso del Codice deuteronomico.
Notiamo anche che in nessun luogo si menziona Gerusalemme: sicuramente nell’età di Giosia è stata fatta questa correlazione, ma la stessa storiografia deuteronomistica nota che Giosuè aveva eretto un altare presso Sichem, e con fraseologia deuteronomistica Ger. 7,12 ricorda Silo come il luogo dove JHWH fece dimorare il suo nome. Se il luogo di origine del Codice deuteronomico è il Regno del Nord, come i critici ritengono, si può pensare a Sichem o Betel come centro di culto, poi attualizzato in Gerusalemme nel regno di Giuda.
Lo stile
Rispetto agli altri corpi legislativi, stilisticamente prevalgono nel Codice deuteronomico unità più estese e complesse delle vecchie norme apodittiche (apodeiktikós = comprovante in modo inconfutabile, quindi evidente di per sé e non avente bisogno di dimostrazione) e casuistiche, con tendenza spiccata, invece, alla parenesi (parainéo = esortare).
Quello che interessa al giurista deuteronomico è l’atteggiamento fondamentale dell’uomo nei confronti della volontà di Dio: si può propriamente parlare di interiorizzazione dei comandamenti. Il linguaggio, più che giuridico, è in tutte le unità pastorale e parenetico.
L’intensità dello sviluppo omiletico, tuttavia, non è uniforme in Dt 12-26, e diminuisce sensibilmente a partire dal cap. 23, con una sezione costituita di molti piccoli ordinamenti isolati, non altrettanto elaborata delle sezioni precedenti.
Codice Deuteronomico: la struttura
Benché il Codice deuteronomico non mostri certamente una struttura organica, tuttavia vi si nota un certo numero di sezioni in cui, almeno, prevale uno stesso tema di fondo:
- Leggi cultuali (12,1-16,17)
- Leggi civili (16,18-21,9)
- Diritto di famiglia (21,10-23,1)
- Legislazione sociale (23,2-25,16)
- Appendice (25,17-26,15).