Briciole di storia alvernina (49). Il chiostro vasariano, la foresteria, l’infermeria (1549)

Il Chiostro Vasariano
Il chiostro vasariano (1549). Foto di A. Ferrini. Fonte immagine: https://www.ilbelcasentino.it/convento-verna-seq.php?idimg=4044

Il 1549 è un grande anno per l’edilizia del santuario. Grazie a Cosimo de’ Medici ed Eleonora di Toledo, infatti, si costruisce un’ala importante del convento, che si sviluppa intorno ad un nuovo chiostro, detto il chiostro “Vasariano” in quanto costruito all’epoca e sullo stile del Vasari.

1549: Il Chiostro Vasariano

Il corridoio dell’Infermeria (1549: la cappella in fondo non esiste ancora, e neppure la vetrata). Foto di A. Ferrini. Fonte immagine: https://www.ilbelcasentino.it/convento-verna-seq.php?idimg=4058

Costruzione della foresteria interna e dell’ala dell’Infermeria dotata di camere, cucina, refettorio e spezieria, a spese del granduca Cosimo dei Medici e della consorte Eleonora di Toledo (Miglio p. 211; 223; 266; Terrinca p. 55 § 10).

La farmacia (1549). La volta e gli arredi sono settecenteschi. Foto di A. Ferrini. Fonte immagine: https://www.ilbelcasentino.it/convento-verna-seq.php?idimg=4059

Uscendo dal chiostro quattrocentesco, a destra si trovano i locali della spezieria – infermeria, a sinistra la foresteria interna, riservata agli uomini in aggiunta ai 16 letti della foresteria esterna. Le camere, a due letti, sono cinque. Le donne ancora per secoli avranno accesso solo alla foresteria esterna, di giorno, perché di notte dovranno andare a dormire alla Beccia.

La cucina dell’Infermeria. Foto di A. Ferrini. Fonte immagine: https://www.ilbelcasentino.it/convento-verna-seq.php?idimg=4066

Il corridoio dell’Infermeria, lungo 50 metri, ospitava 17 camere a due letti per i frati malati o convalescenti, ed era fornito di cucinetta e refettorino per gli infermi e di un spezieria attrezzatissima.

1554-1555: è guardiano Agostino di Miglio

È guardiano alla Verna F. Agostino di Miglio da Cetica, che sarà uno degli storici più antichi del Santuario (Memoriale f. 7r).

1554: Benvenuto Cellini alla Verna

Benvenuto Cellini visita la Verna. Così racconterà la sua visita:

“Al quale (duca di Firenze, al tempo della fusione del Perseo) io dissi:‗Domattina mi partirò e me n‘andrò a Valleombrosa, di poi a Camaldoli e all‘Ermo, e me n‘andrò insino ai Bagni di Santa Maria e forse insino a Sestile, perché io intendo che e‘ v‘è di belle anticaglie: di poi mi tornerò da San Francesco della Vernia, e ringraziando Iddio sempre, contento mi tornerò a servirla‘… Nel nome di Dio mi parti‘ di Firenze sempre cantando salmi e orazione in onore e gloria di Dio per tutto quel viaggio… (dopo un soggiorno a Bagno) tornandomene per la via di Prato Magno e da San Francesco della Vernia, mi ritornai a Firenze” (B. Cellini, Vita 93 s., BUR, Milano 2004, p. 381 s.). 1