
Atti 10 1Vi era a Cesarèa un uomo di nome Cornelio, centurione della coorte detta Italica. 2Era religioso e timorato di Dio con tutta la sua famiglia; faceva molte elemosine al popolo e pregava sempre Dio.
Qui si inserisce il terzo episodio dei viaggi apostolici di Pietro, lunghissimo (10,1-11,18). Questa volta, non solo la distanza percorsa è maggiore, non solo il racconto è più esteso, ma è anche maggiore la sfera etnica e culturale attraversata: questa volta, l’evangelizzato è non solo uno straniero come l’Etiope, ma anche un pagano, il centurione Cornelio.
A Cesarea Marittima si trova la sede del procuratore romano, un centro amministrativo con tanti uffici e una guarnigione militare. Vi era di stanza la X Legio Fretensis, ovvero “dello Stretto”, così chiamata perché al tempo delle guerre civili aveva presidiato lo Stretto di Messina, Fretum Siculum, Aveva per stemma il verro e veniva utilizzata per reprimere le rivolte giudaiche.
Cornelio è un centurione e fa parte della Coorte italica della Decima legione. La coorte era un’unità militare composta di 480 uomini, talvolta di più, comunque la decima parte di una Legione. Il centurione comandava l’unità di base della legione, la centuria. Non si può dire che Luca non sia informato sulle strutture politiche, amministrative, militari della Palestina…
Il centurione Cornelio è un pagano devoto. Come molti pagani di nobili sentimenti, è attratto dalla elevatezza della religione e dell’etica ebraica: è quello che si chiama un “timorato di Dio”, un pagano che simpatizza per l’ebraismo pur fermandosi sulla soglia senza fare il passo decisivo della circoncisione. Prega, prega molto, continuamente, e pratica l’elemosina aiutando molti bisognosi. È un uomo buono e sincero, e la sua famiglia lo segue nelle sue aspirazioni alla spiritualità.
Il centurione Cornelio e l’angelo
È insieme un racconto di annunciazione e di vocazione: Cornelio è chiamato per nome da un angelo: «Le tue preghiere e le tue elemosine sono salite, come tuo memoriale, innanzi a Dio». Un pagano prega e Dio l’ascolta! È annunciazione perché gli annuncia la salveza, è vocazione perché gli indica la strada…
«E ora manda degli uomini a Giaffa e fai venire un certo Simone detto anche Pietro. Egli è ospite presso un tal Simone conciatore, la cui casa è sulla riva del mare. Quando l’angelo che gli parlava se ne fu andato, Cornelio chiamò due dei suoi servitori e un pio soldato fra i suoi attendenti e, spiegata loro ogni cosa, li mandò a Giaffa».
Dunque non fa mistero della sua devozione, se conosce anche quella dei suoi soldati. Questa figura di soldato pio e generoso concorda con l’invito che, se vi ricordate, proprio nel Vangelo di Luca il Battista aveva rivolto ai soldati che gli chiedevano come comportarsi:
«Anche alcuni soldati lo interrogavano: “E noi, che cosa dobbiamo fare?”. Rispose: “Non estorcete niente a nessuno, non dichiarate il falso, accontentatevi della vostra paga”» (Luca 3,14).
Il Vangelo, cioè, può essere vissuto in ogni condizione di vita…