
Mercoledì 19 febbraio un incontro molto interessante, organizzato dall’Azione Cattolica di Piombino, ha cercato di mettere a fuoco il rapporto fra scienza e fede, che spesso viene equivocato. Chi ha puntualizzato i termini della questione compiendo un bell’excursus sul processo di formazione dell’universo, il prof. Mario Cignoni, ha fatto notare come dal punto di vista scientifico l’esistenza stessa resti un mistero. La scienza scopre in essa non un caos, ma una materia ordinata secondo leggi precise che riguardano ogni livello di ciò che esiste, dagli atomi ai minerali alla materia vivente, dalle leggi fisiche come la gravitazione universale alla formazione delle galassie… tutto quanto, cioè, compone il cosmo.
Il Big Bang
Ma l’universo che in questo modo la scienza definisce non è stabile: si individua in esso un processo evolutivo che riguarda l’ieri, l’oggi e il domani, a partire da qualcosa come 14 miliardi e mezzo di anni fa quando un’energia primordiale produsse il Big Bang che dette luogo all’espansione dell’universo. In quello che viene chiamato il Tempo di Planck, 10-44 secondi successivi all’istante zero, complice il bosone di Higgs l’energia primordiale ha prodotto la materia… una materia che in miliardi di anni si è raccolta in stelle e pianeti. Su uno di questi, la nostra Terra, grazie probabilmente all’impatto con comete composte di gas ghiacciati (acqua, metano, ammoniaca, anidride carbonica), si è ottenuta l’acqua e con l’acqua le condizioni favorevoli alla vita, la prima cellula vivente in una brodaglia di sali.
Il secondo e il terzo Big Bang
È qui che avviene, per così dire, il secondo Big Bang: l’esplosione della vita dalla materia inorganica. Una vita che si espande evolvendosi in un processo di adattamento all’ambiente. È quello che ha asserito Antonino Zichichi in un suo intervento del 2019: “Per avere vita e ragione c’è bisogno di tre Big Bang: non siamo figli del Caos”. C’è bisogno di tre Big Bang per avere la vita e la ragione. E non potremmo essere qui se non ci fosse stato il terzo Big Bang (da un universo privo di ragione a un universo con): del primo ne sanno tutti, del secondo pochi, del terzo, nessuno. Il primo è quello che dal vuoto ci ha fatto passare all’universo. È stata una fase di transizione, da uno stato all’altro, dal vuoto alla materia inerte. Poi, c’è l’evoluzione. Dall’ignoranza della nascita alla ragione, alla consapevolezza”.
Il terzo Big-Bang è quello necessario per passare dall’universo dotato di vita “priva di ragione” all’universo in cui c’è vita “dotata di ragione”.
Così, per via evolutiva, dopo l’Homo erectus, l’Homo abilis, l’Uomo di Neanderthal, si arriva all’Homo Sapiens, cioè alla Noosfera, la sfera della mente.
In tutto questo ravvisiamo un disegno intelligente. Di chi? Qui la scienza si ferma e lascia il posto alla fede.
Il quarto Big Bang
Nel racconto biblico, con la nascita della vita la terra è tutta un paradiso terrestre, finché non compare l’uomo, che è dotato di capacità etica, di libertà di scegliere. La scelta del male innesca tutta la storia di una umanità che oscilla tra il bene e il male, ma l’amore per l’uomo, da parte di Dio, permane. L’Incarnazione rappresenta una nuova prospettiva di salvezza aperta a tutto il genere umano: “Non c’è amore più grande di chi dà la vita…” (Gv 15,13). Un’esplosione di amore.
A questo punto dell’incontro, infatti, abbiamo convenuto di riconoscere un quarto Big Bang, quello costituito dall’Incarnazione del Figlio di Dio, un’esplosione di carità e di salvezza che ha riportato la Luce ove erano tenebre, la Vita dove era la morte, l’Amore dove era il rifiuto.
Due libri a disposizione
Così, noi abbiamo due libri davanti.
Il primo libro: la natura, che mostra sempre più chiari i segni di un Dio Creatore.
Il secondo libro: la S. Scrittura, che mostra l’amore e la tenerezza di un Dio Padre.