Sul finire del Quattrocento, la chiesetta edificata su due piani sul luogo della Prima Cella di S. Francesco viene intitolata a Maria Maddalena. Questo, a richiesta di un frate di particolare santità, il Beato Mariano da Lugo.
Fine 400: la cappella della Maddalena
Per opera della contessa Caterina Tarlati di Pietramala, su richiesta del B. Mariano da Lugo, la cappella inferiore della “Prima Cella” viene dedicata a S. Maria Maddalena (Mariano p. 37).
1 gennaio 1495
Muore alla Verna il Beato Mariano da Lugo di Romagna, dopo una vita interamente dedita all’obbedienza e alla preghiera; «apparvegli più volte sancta Maria Magdalena della quale spetialmente fu devoto» (Mariano p. 117 s.; Pulinari p. 175 ss. n. 25).
È ritratto in una tela del 1717, attualmente al Museo.
Il Beato Mariano da Lugo di Romagna
Il Beato Mariano Biondi da Lugo di Romagna nacque verso il 1410 a Barbiano (frazione di Cotignola, in provincia di Ravenna). Fin dalla giovinezza vestì in Lugo l’abito dei Terziari dell’Ordine Francescano. Visse a Lugo fino alla morte della sposa.
Rimasto vedovo, si sentì ispirato a compiere un pellegrinaggio alla Verna. Si innamorò di questo luogo e di quella spiritualità, depose l’abito dei Terziari e vestì quello dei Frati Minori. Grande contemplativo, tutto il tempo che gli rimaneva dall’adempimento scrupoloso degli obblighi della preghiera comune, e dei servizi del convento, lo dedicava alla preghiera personale. Durante la sua permanenza al convento della Verna ebbe il dono di diverse visioni e compì numerosi miracoli. Morì a più di ottant’anni, il 1º gennaio 1495 (Pulinari, ad locum). È venerato come beato dalla Chiesa cattolica.
Così ne parla il Martirologio Francescano: «Sul Sacro Monte della Verna,in Toscana, il beato Mariano da Lugo, Laico e Confessore, assai chiaro per lo spirito di orazione e per la sua vita angelica».
Essendo rimasto frate laico, non celebrava la Messa, ma la mattina fino a mezzogiorno serviva le Messe dei confratelli sacerdoti, con tanta devozione da rapire il cuore dei presenti. Quando pregava, rimaneva immobile e come fuori di se stesso per otto ore continue, talvolta in piedi senza alcun appoggio. Ebbe la grazia di ricevere visioni di Gesù Cristo, San Francesco, e S. Maria Maddalena, della quale era particolarmente devoto. Era il ritratto vivente delle virtù, soprattutto l’umiltà.
«Fu uomo di statura grande, asciutto, di bell’aspetto, e di molta venerazione. Dei suoi miracoli ne fanno menzione gli scrittori dell’Ordine francescano, ma più di questi Silvano Rossi camaldolese, che diffusamente ne ha lasciato scritta la vita» (Girolamo Bonoli, Storia di Lugo ed annessi, Faenza 1732, pp. 525-6).