L’iconografia dell’Immacolata

Iconografia dell'Immacolata
Madonna dei Palafrenieri (particolare). Di Caravaggio – Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=509486

Per comprendere un certo particolare della iconografia dell’Immacolata dobbiamo rivolgerci prima di tutto al fondamentale testo di Genesi 3,15, la parola rivolta dal Signore Iddio al serpente dopo il peccato:

«Ecco, io porrò inimicizia fra te e la donna,

tra il tuo seme e il seme (zera’) di lei:

esso ti schiaccerà la testa

e tu lo assalirai al calcagno».

Come vedete, nel testo ebraico l’azione è tutta al maschile: il seme della donna, esso schiaccerà la testa al serpente mentre il serpente lo assalirà. È il seme della donna il soggetto – oggetto dell’azione. Il seme della donna è l’umanità. Cosa c’entra, perciò, la Madonna? È una questione di traduzioni.

Le traduzioni

Il senso originario collettivo viene già trasformato nella versione greca dei Settanta. I Settanta traducono zera’, seme, con una parola che conosciamo tutti, sperma, neutro in greco. Ma quando si passa all’azione di schiacciare la testa al serpente, il soggetto non è più quel neutro, ma un inaspettato maschile: autòs, egli. Dal collettivo seme, l’umanità che discende dalla donna, si passa ad un soggetto individuale maschile, egli, il Messia. L’attesa messianica, evidentemente rafforzata nel III secolo a.C. quando questa traduzione è stata prodotta, ha fatto sì che quel generico seme si concretizzasse in un particolare personaggio, il Messia.

Poi, nel mondo occidentale, si passa alle traduzioni latine: ed ecco la Volgata. La pregevole traduzione di San Gerolamo, sulla spinta dell’interpretazione mariana, rende ormai quell’originario maschile, divenuto neutro nel latino semen, con un ancor più inaspettato femminile:

Ipsa conteret caput tuum!

Le moderne traduzioni italiane fanno presto a far coincidere il femminile soggetto di “schiaccerà” con quanto detto prima: traducendo stirpe, o discendenza, o anche progenie, ecco pronto un femminile che può trovare sviluppo nel successivo soggetto femminile essa.

Iconografia dell’Immacolata

Carlo Maratta (1660 circa): il Bambino trafigge il serpente. Di Sailko – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=137171105

Quel che fa fede è il testo originario ebraico, presentante con ogni evidenza un senso collettivo. Però… c’è un però: l’espressione Seme della donna è del tutto inconsueta, si parla sempre al maschile quando si tratta di discendenza. È un’espressione che non può essere stata messa a caso: un forte riferimento alla figura femminile, in questo brano, è innegabile. La Donna viene in evidenza. Possiamo riconoscere nelle interpretazioni del testo una sorta di concatenazione:

il seme della donna = l’umanità / sconfiggerà il serpente per mezzo del Cristo / nato dal sì di Maria.

Tutti i significati sono qui compresenti, anche se dobbiamo ricordare che fa fede il testo originario.

E come si traduce iconograficamente questa realtà soteriologica (di salvezza)?

La rappresentazione forse più frequente dell’Immacolata la raffigura da sola, con il serpente ai suoi piedi.

È diffusa, però, anche la rappresentazione di Maria Immacolata col Figlio bambino, che affrontano il serpente: in tre modi diversi.

Iconografia dell’Immacolata: Madre e Bambino insieme

Iconografia dell'Immacolata
Madonna del Serpe (1583) di Ambrogio Figino. Domaine public, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=60610319

Nella prima variante, Madre e Bambino, il piedino del Figlio sopra quello di Maria, calcano insieme la testa del serpente.

Insieme ma è il Bambino che trafigge il serpente

Iconografia dell'Immacolata
Immacolata di Carlo Maratta, Siena, chiesa degli Agostiniani (1671). Fonte immagine: https://www.manduriaoggi.it/?news=37978

Nella seconda, Maria col proprio piede, su cui poggia quello del Bambino, schiaccia il capo del serpente, mentre il Bambino lo trafigge con una lunga lancia a forma di croce.

Il Bambino da solo trafigge il serpente

Statua lignea di scuola napoletana. Manduria, chiesa di San Francesco. Fonte immagine: https://www.manduriaoggi.it/?news=37978

Nella terza variante, più aderente al testo biblico ma più rara, il Bambino da solo schiaccia la testa al serpente o lo trafigge con una lancia, mentre la Madre assiste ma non partecipa all’azione se non nella dimensione della fede con la preghiera.