
I regali e il Dono… fa differenza?
È tradizione in questo periodo dell’anno, fin dal tempo dei Romani, scambiarsi regali, le strenne. Durante i Saturnalia, festività che in onore di Saturno si svolgevano – guarda caso – dal 17 al 23 dicembre, precedendo proprio il giorno del Sol Invictus, ci si facevano strenne augurali. Il termine strenna deriva dal latino strēna, con il significato di regalo di buon augurio. Strēnĭa o Strēnŭa era una divinità di origine sabina simbolo del nuovo anno e di prosperità. Andando verso il nuovo anno, ci si auguravano reciprocamente salute e buona fortuna.
Ecco qua l’origine pagana dello scambio dei regali natalizi: è risaputo che il Natale, commemorazione cristiana di un evento, andò a sostituire la festa naturalistica del Sole che trionfa sulle tenebre. Con l’avvento del cristianesimo, infatti, si verificò un importante – ed unico nel suo genere – processo di sostituzione delle feste pagane, che avevano carattere naturalistico e stagionale, con celebrazioni commemorative di eventi, di carattere storico. Si può credere o non credere che Gesù sia veramente risorto in quel giorno di aprile dell’anno 30, ma l’evento della Pasqua si presenta come un accadimento storico, non come un passaggio di stagione dall’inverno alla primavera. Stessa cosa per il Natale e per le altre feste religiose ebraiche e cristiane.
I regali e il Dono
I regali, segno di stima, di riconoscenza, di affetto, sono indubbiamente cosa buona. Lungi da me il demonizzarli, o demonizzare il povero Babbo Natale così sfruttato e stressato in questo periodo. Ma quando i regali vanno ad esaurire il significato di una ricorrenza, insieme agli addobbi e al clima festaiolo e consumistico, funzionale a frastornare per un po’ e a far svuotare i portafogli… allora non sono più cosa tanto buona; o, almeno, andrebbero accompagnati da qualcosa di più. Ecco la differenza fra i regali e il Dono. O, se vogliamo stare a quello che ci diceva il vecchio Fromm, “Essere” è più importante che “Avere”.

Il Dono è quello che veramente conta nella vita, l’essenziale: il dono della vita e di tutte le cose fondamentali, in sostanza. È il dono della vita del Dio Bambino, per i credenti; diverrà il dono della vita del Dio crocifisso; ma tutto questo richiede di accompagnarsi al dono delle proprie vite, alla disponibilità di ciascuno agli altri, il che vale per tutti.
La scienza etimologica mi soccorre in questa riflessione: il vocabolo regalo deriva da un termine che significa far mostra di magnificenza, fare il grande, mentre dono viene sicuramente dal verbo dare, col significato di offrire agli altri volontariamente, senza esigere prezzo o ricompensa.
In questo senso, i tanti regali sono belli e buoni purché non nascondano l’autenticità e la necessità del Dono. Purtroppo, sempre di più può accadere che vengano fatti per surrogare la sostanza che manca, camuffare o riempire il vuoto esistenziale. E allora non ci siamo.