I Midrashim biblici: così vengono chiamati i libri di Tobia – Giuditta – Ester – Rut (si può aggiungere anche Giona), con un nome desunto dal giudaismo.
Il verbo DARASH = ricercare è usato in riferimento alla Scrittura in Esdra 7,10, e in Sir 51,23 si accenna ad una “casa” di ricerca e di studio; in 2 Cron 24,27 il senso di midrash è discusso. Darash nell’Antico Testamento ha spesso il senso di ricercare la volontàdi Dio (Sal 119,10; 2 Cron 17,4; 22,9; 1 Sam 9,9; 1 Re 22,8; 3,11; Ger 21,2).
Nel giudaismo post-biblico il verbo darash designa un particolare atteggiamento nei confronti della Scrittura. Secondo G. WRIGHT (The Literary Genre Midrash, New York 1967, p. 74), il midrash è “un’opera che cerca di rendere comprensibile un testo della Scrittura e di evidenziarne la rilevanza per le successive generazioni”.
Secondo un esperto del genere, Le Déaut, il midrash si presenta però sotto molteplici forme anche in scritti letterari molto diversi fra loro, perciò non si può definire propriamente un genere letterario. È piuttosto un atteggiamento del popolo di Israele che concepisce la propria esistenza in relazione essenziale con la Scrittura: è una ripresa e rimeditazione attualizzante sia degli eventi biblici che dei testi letterari. Una semplice allusione al testo o alla storia può dar luogo ad un midrash.
I Midrashim biblici: una rilettura della storia
Tobia, Giuditta, Rut ed Ester sono libri che nascono da una ripresa della storia allo scopo di leggere la situazione presente. Sono libri che usano la storia, la storia lontana, e la geografia, in modo libero, per dare un insegnamento edificante: proiettano nell’epoca e nell’ambiente assiro, babilonese e persiano, quanto Israele stava vivendo in ambiente egiziano (Tolomei) e/o siriano (Seleucidi).
Rut contiene elementi storici verosimili, sapientemente fusi nella finzione globale del racconto. Giuditta permette una meditazione sull’epoca travagliata della persecuzione di Antioco IV Epifane. Ester, ambientato nell’esilio, dà luogo ad una riflessione teologica sul periodo della diaspora. Anche il libro di Tobia ripensa l’esperienza storica dell’esilio. Tobi e Tobia sono figure-tipo del giudeo della diaspora, collocati nel passato ma in funzione della comprensione del presente. I Settanta collocano questi libri fra Neemia e 1 Maccabei, a coprire idealmente questo arco di tempo in cui Israele sta per essere insidiato dalla cultura straniera e per rischiare di scomparire come popolo, assorbito dall’ellenismo.