
Il nostro viaggio nella Bibbia ci ha portato ad un momento fondamentale di passaggio nella storia di Israele. Se l’Esodo rappresenta la fase di passaggio dalla servitù alla libertà, e Giosuè – Giudici dal nomadismo alla sedentarietà, i libri di Samuele rappresentano il passaggio dalla fase tribale all’età monarchica, con la fondazione della dinastia davidica.
I due libri di Samuele costituiscono un’opera unitaria e nel Tanak, il Canone ebraico, formano un unico libro di Samuele. Questo unico libro fu poi diviso in due nella versione greca probabilmente per motivi di spazio. Poiché sono in continuità anche con il successivo libro dei Re, sia la Versione greca detta dei Settanta che la Volgata di S. Gerolamo hanno preferito considerarli un unico complesso formante i Quattro Libri dei Regni” (nella Volgata: “dei Re”) (in greco Basileion). Nelle nostre Bibbie si presentano con il nome di 1 Samuele e 2 Samuele (come poi troveremo 1 Re e 2 Re).
Il primo libro di Samuele è composto da 31 capitoli in cui si succedono tre diversi soggetti: il ministero profetico di Samuele, il regno di Saul e la gioventù di Davide, ambientati in Giudea negli anni 1100 -1010 a.C. Il secondo libro di Samuele è composto da 24 capitoli che descrivono il regno di Davide, databile attorno al 1010-970 a.C.
Il nome Libri di Samuele rispecchia l’opinione talmudica sulla loro paternità letteraria. Gli eventi che seguono la morte del profeta, secondo tale opinione, sarebbero stati registrati dai profeti Gad e Natan. Il titolo è quindi improprio, perché Samuele non ha certamente scritto il libro e perché vi occupa un posto di rilievo solo per quanto riguarda i primi 15 capitoli.
Un’opera deuteronomistica
In realtà, come Giosuè e Giudici, i libri di Samuele, come poi quelli dei Re, sono da ricondurre alla corrente deuteronomistica ed al suo unico progetto di tracciare nella sua particolare ottica teologica la vicenda storica di Israele dall’insediamento nella terra di Canaan fino alla fine della monarchia con l’invasione di Nabucodonosor, in un arco di tempo che copre sei secoli. La redazione definitiva risale al VI secolo a.C.
