
Secondo la tradizione giudaica, sono dieci i cantici della Bibbia.
I Dieci Cantici
Nel Pentateuco
- C’è il Cantico di Adamo nel primo sabato del mondo, il Salmo 92 che ha per titolo «Per il giorno di sabato»: «È bello dar lode al Signore e cantare al tuo nome, Altissimo!».
- C’è il Cantico della liberazione intonato da Mosè nell’esodo (Es 15):
«Voglio cantare in onore del Signore:
ha mirabilmente trionfato,
ha gettato in mare cavallo e cavaliere».
- C’è il Cantico del pozzo, intonato da Israele nomade e assetato nel deserto:
«Sgorga, o pozzo, cantatelo!
Pozzo che i principi hanno scavato,
che i nobili del popolo hanno perforato
con lo scettro, con i loro bastoni» (Numeri 21,17).
- C’è il Cantico di Mosè alle soglie della terra promessa (Dt 32):
«Ascoltate, o cieli, io voglio cantare:
oda la terra le parole della mia bocca».
Nei Profeti Anteriori
- C’è il Cantico di Giosuè il giorno della battaglia di Gabaon:
«Sole, fermati in Gabaon
e tu, luna, sulla valle di Aialon!» (Giosuè 10,12).
- C’è il Cantico di Debora, madre in Israele (Giudici 5):
«Ascoltate, re, porgete gli orecchi, principi,
io voglio cantare inni al Signore, Dio d’Israele!».
- C’è il Cantico di Anna, madre di Samuele, in quello che è il primo Magnificat:
«Signore, la mia fronte s’innalza
grazie al mio Dio…» (1 Samuele 2).
- C’è il Cantico di Davide liberato dalle prove:
«Ti amo, Signore, mia roccia,
mia fortezza, mio liberatore, mio Dio,
mia rupe in cui mi rifugio,
mio scudo, mia salvezza, mio riparo…» (Salmo 18; 2 Samuele 22).
Negli ultimi tempi
- C’è il Cantico degli esuli che tornano da Babilonia: «Voi innalzerete il vostro cantico come nella notte in cui si celebra una festa; avrete gioia come chi parte al suono del flauto, per recarsi al monte del Signore, alla Roccia di Israele» (Is 30,29);
- e c’è il Cantico di Salomone, il Cantico fra i Cantici, l’unico a meritare questo titolo superlativo, perché celebra l’amore perfetto.