La Transgiordania già conquistata da Israele è un luogo appetibile per stabilirvisi, agognato dalle tribù di Ruben e Gad con la loro abbondanza di bestiame. La loro richiesta di insediarvisi indigna Mosè, richiamandogli l’atteggiamento degli esploratori della terra di Canaan che dissuasero il popolo dall’entrarvi. In realtà la richiesta è un’altra: lasciare nel paese le famiglie al sicuro, mentre gli uomini parteciperanno alla conquista della terra di Canaan per solidarietà con le altre tribù. Metà della tribù di Manasse, invece, si insedia nel Galaad. Ma la richiesta di queste tribù non è semplice come sembra, perché ridisegna i confini di Israele.
La richiesta di Ruben e Gad
La terra viene chiesta da Ruben e Gad come possedimento , non semplicemente per stabilirvisi. La richiesta è che questa terra sia riconosciuta, insieme a Canaan, come parte della terra promessa da Dio ai patriarchi: una terra a pieno titolo appartenente ad Israele.
I Rubeniti e i Gaditi concludono la loro richiesta con l’affermazione «Non farci attraversare il Giordano» (v. 5), interpretata da Mosè come la stessa riluttanza che portò Israele alla ribellione (Num 13,1–14:45). I Rubeniti e i Gaditi, tuttavia, non vogliono attraversare il Giordano per paura, ma per l’idoneità economica della terra transgiordanica per le loro tribù proprietarie di bestiame (v. 4). La loro disponibilità, mai negata, ad affrontare i pericoli della conquista insieme alle altre tribù dimostra il loro impegno nei confronti della comunità.
Numeri 32 è costituito da una conversazione tra Mosè e due tribù israelite. Cominciano in disaccordo tra loro a causa di un malinteso, e si ricompongono quando l’equivoco viene risolto. Ma in questo modo viene fatta passare l’idea che anche la Transgiordania debba essere legittimamente considerata parte della Terra Promessa. Tuttavia il cap. 34, che presenta i confini definitivi della Terra Promessa, non include alcuna territorio nella Transgiordania. Numeri 32 rappresenta, perciò, solo la rivendicazione di un’idea.
I confini di Israele in Numeri 34
Mentre il cap. 33 traccia tardivamente una retrospettiva del cammino di Israele nel deserto in 40 tappe, il cap. 34 disegna i confini ideali della terra di Israele. Teniamo presente che non siamo in un manuale di geografia, che il tono è enfatico, e che i confini di Israele non sono mai stati fissi troppo a lungo. Alcuni dei luoghi qui menzionati non sono identificabili. La descrizione corrisponde al periodo aureo del regno di Israele sotto Davide e Salomone (X secolo a.C.), vasto più o meno come quello del regno asmoneo nel II secolo a.C.
La descrizione parte dall’angolo sud-orientale del paese, «dall’estremità del Mar Salato a est» passando a sud di Qadesh-Barnea, probabilmente ‘En el-Qudeis. Mentre il nome Qadesh si riferisce a un santuario o luogo santo, il significato di Barnea resta non chiaro.
A sud ovest, il confine è rappresentato da Naḥal Besor, che si riversa nel mare a sud della città di Gaza, mentre alcuni studiosi propongono l’identificazione più tradizionale di Wadi El-‘Arish . Il confine occidentale è, ovviamente, il Mar Mediterraneo, mentre a nord il confine passa per Lebo-Hamat, universalmente identificato con Hamath, città sul fiume Oronte nella Siria centro-occidentale (l’odierna Hama). Ad oriente, il confine attraversava diversi siti della Siria meridionale, fino alle scogliere che scendono dalle alture di Golan verso il Mare di Galilea e, seguendo il Giordano, fino al Mar Morto.