Guerra: un anno e dieci giorni. Proprio così, sono già trascorsi dieci giorni del secondo anno di guerra: un tempo che sembra lungo a noi, figuriamoci a coloro che vivono in un territorio bombardato tenacemente dagli invasori, ma anche al popolo costretto a mandare i propri figli al macello in una terra non loro.
Da Mosca non c’è stato alcun commento, né tanto meno una celebrazione, in occasione dell’anniversario della cosiddetta operazione speciale, come deve essere chiamata in Russia l’invasione dell’Ucraina. Questa mancanza, secondo il think-tank Usa Institute for the Study of War (Isw), tradisce la coscienza che gli obiettivi bellici russi sono falliti: la Russia «non è riuscita a conseguire nessuno degli obiettivi dichiarati e non è riuscita a guadagnare sufficiente terreno dal luglio del 2022».
Monsignor Gallagher: Mantenere viva la speranza per una pace giusta
L’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni internazionali, in una intervista concessa alla rivista dei gesuiti «America» a un anno dall’inizio del conflitto in Ucraina, ha commentato come si sia ormai in una situazione di stallo simile alla guerra di trincea della prima guerra mondiale. L’intervista ha preso spunto dalla Conferenza internazionale sulla sicurezza svoltasi a Monaco di Baviera dal 17 al 19 febbraio, in cui è stato dimostrato sostegno all’Ucraina, ma essendo assente la controparte russa non c’è stato quello scambio di idee che sarebbe tornato utile.
Errori di lettura e di calcolo
Criticando le accuse che il presidente russo Vladimir Putin muove all’Occidente, monsignor Gallagher parla di una lettura sbagliata delle geopolitica degli ultimi anni: l’opposizione alle politiche e alle strategie russe non significa, infatti, che «l’Occidente fosse determinato alla caduta o alla distruzione della Russia». Il presule ha parlato anche di errori di calcolo da parte di Putin: la guerra è ancora in corso dopo 12 mesi ed ha rafforzato la Nato lungo la Finlandia e, prossimamente, anche lungo la Svezia e la Norvegia.
Dato inoltre l’annuncio di Putin di voler sospendere la partecipazione al Trattato New Start sulle armi nucleari, mons. Gallagher si augura che l’attuale conflitto non si trasformi in una guerra atomica; ciò non si può escludere, e desta grande preoccupazione. L’arcivescovo ha ricordato che la Santa Sede sostiene la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina e che continua a dialogare con entrambe le parti. È vivo desiderio di Papa Francesco quello di recarsi sia a Kiev che a Mosca, ma mentre gli ucraini continuano a invitare il Pontefice, da parte della Russia non vi è traccia di alcun invito. Uno dei ruoli della Santa Sede è,infine, cercare di mantenere viva la speranza per una pace giusta, e questo comporterebbe che «i russi si ritirassero dal territorio dell’Ucraina».
G20: Condanna della guerra da tutti Paesi tranne Russia e Cina
L’India, che detiene la presidenza di turno del G20, ha dichiarato che la maggior parte dei Paesi del gruppo ha condannato con forza la guerra in Ucraina e ha ribadito le proprie posizioni chiedendo il ritiro della Russia dall’Ucraina. Nella dichiarazione rilasciata al termine dell’incontro dei leader finanziari a Bengaluru, l’India ha affermato che la dichiarazione di condanna della guerra russa è stata approvata da tutti i membri, tranne Russia e Cina.
L’attacco a Zaporizhzhia
Fra le distruzioni ancora operate in Ucraina dalle truppe russe, quella che in questi giorni ha fatto più scalpore è l’attacco missilistico condotto con un missile russo S-300 contro un edificio residenziale di cinque piani lanciato nelle prime ore di giovedì scorso a Zaporizhzhia. Secondo i filorussi, a colpire il condominio sarebbe stata la contraerea ucraina abbattendo un missile russo.
Il bilancio delle vittime è tragicamente salito di ora in ora, portandolo a 13 morti. Tra le vittime c’è anche un bambino di otto mesi. Secondo le forze dell’ordine, le persone disperse sono sei donne, tre uomini e un bambino. Otto persone sono rimaste ferite nell’attacco (4 uomini e 4 donne). I soccorritori hanno salvato 11 persone, mentre altre 20 sono state evacuate da un edificio residenziale gravemente danneggiato.
Sono stati, invece, recuperati vivi dalle macerie 11 persone, quattro gatti e un cane. Che cos’è la vita di un gatto rispetto a quella di un bambino? Ma per le persone che hanno perduto tutto anche il salvataggio di un piccolo gatto può essere di conforto. QUI una scena girata a Zaporizhzhia dopo il bombardamento russo. Ancora più commovente la seguente notizia:
In questa immagine simbolo, condivisa dall’ambasciata di Kiev in Italia, la giovane Kateryna è stata trovata così dai soccorritori. L’edificio si è sbriciolato ma lei è riuscita a salvare il suo gatto sotto cumuli di macerie, tenendolo per ore fra le braccia in attesa dei soccorsi.
Una situazione simile QUI, in relazione al terribile terremoto che ha recentemente squassato la Turchia e la Siria.
Ripeto, per le persone che hanno perduto tutto, il potersi ricongiungere con il proprio animaletto è un grande conforto.
Coldiretti: l’aggressione russa è costata alle famiglie italiane, solo a tavola, 13 miliardi
L’aggressione russa all’Ucraina è costata alle famiglie italiane 13 miliardi di euro solo a tavola, a causa del caro prezzi scatenato dai rincari energetici e dalle tensioni internazionali legati al conflitto. Questo afferma una analisi della Coldiretti su dati Istat diffusa in occasione del primo anniversario dell’invasione voluta da Putin.
In cima alla classifica dei prodotti che hanno subito i maggiori rincari a gennaio 2023 rispetto all’anno precedente ci sono
- lo zucchero con un +54%,
- poi l’olio di semi (+46%), soprattutto quello di girasole che risente della guerra in Ucraina che è uno dei principali produttori,
- mentre al terzo posto c’è il riso con un +39%.
- Seguono il latte a lunga conservazione (+35%),
- il burro in crescita del 34%,
- la margarina (+28%),
- i formaggi freschi (+28%),
- il pane confezionato (+24%),
- il latte fresco parzialmente scremato (+22%)
- e le uova (+21%).
Sottolinea Coldiretti:
«Il risultato è che nell’anno di guerra gli italiani hanno speso 2,6 miliardi in più per mettere in tavola pane e pasta, ma anche la verdura è costata 2,3 miliardi in più, mentre per la carne si è avuto un esborso aggiuntivo di 2,2 miliardi rispetto allo scorso anno. Al quarto posto ci sono latte formaggi e uova con 1,8 miliardi di esborso aggiuntivo che precedono il pesce, rincarato di un miliardo tondo, e la frutta (+0,9 mld).
Seguono olio, burro e grassi (+0,8 mld), che è però la categoria che nel 2022 ha visto correre maggiormente i prezzi, e le bevande analcoliche (dal caffè alle acque minerali fino ai succhi) con un +0,8 mld.
Chiudono la classifica degli aumenti a zucchero, confetture, miele, cioccolato e dolci (+0,4 mld) e sale, condimenti e alimenti per bambini (+0,2 mld)».
Combattimenti a Bakhmut dove si trovano ancora 4.500 civili tra cui 48 bambini
In questo momento, la zona dei più accaniti combattimenti è Bakhmut, dove si trovano ancora 4.500 civili tra cui 48 bambini, con solo cinque operatori medici o paramedici. I civili non possono più essere evacuati perché si trovano in zone non accessibili. Ormai soltanto 5-10 persone al giorno riescono a lasciare la città del Donbass assediata da mesi dalle forze russe. Al culmine dell’operazione per l’evacuazione dei civili, erano 600 ogni giorno a lasciare le loro case. Ma adesso, ha reso noto il vice sindaco della città, Oleksandr Marchenko, «Il nemico fa saltare tutto in aria, colpisce gli edifici a più piani e i quartieri residenziali. Colpiscono la città con tutto quello di cui dispongono. Non riusciamo a entrare».
Un consigliere del presidente Volodymyr Zelensky ha spiegato che le forze russe continuano a fare progressi e che le truppe ucraine potrebbero ritirarsi strategicamente, se necessario. La Russia sta cercando di accerchiare Bakhmut usando le sue truppe migliori, le più addestrate ed esperte del gruppo mercenario Wagner, e Kiev non vuole sacrificare la sua gente per niente. Il 4 marzo due civili sono stati uccisi dal fuoco russo nella città assediata.
Da parte sua, il capo del Gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, è sicuro che un’eventuale ritirata delle sue truppe da Bakhmut porterebbe al crollo dell’intero fronte e scatenerebbe l’ira di Mosca, che incolperebbe i suoi mercenari per la sconfitta contro l’Ucraina. Lo ha detto in un videomessaggio: «Le forze ucraine irromperebbero da tutte le parti nel territorio della cosiddetta Repubblica popolare di Lugansk, spazzerebbero via Lugansk, la vicina Sorokyne ed entrerebbero nel territorio della Russia». Prigozhin ammette anche che la Crimea sarebbe liberata dall’occupazione russa. Si lamenta inoltre perché il ministero della Difesa di Mosca non fornisce al gruppo altre munizioni e detenuti da mandare al fronte.
I russi combattono in Ucraina anche con le pale: un’Armata Brancaleone?
Secondo il ministero della Difesa britannico, il comando russo continua a insistere su azioni offensive che portano a combattimenti ravvicinati una fanteria scarsamente equipaggiata. In particolare, alla fine del mese scorso i riservisti russi mobilitati hanno dichiarato di aver ricevuto l’ordine di prendere d’assalto una roccaforte in cemento ucraina armati solo di «armi da fuoco e pale».
Molto probabilmente si tratta di strumenti di scavo usati dai soldati russi anche per il combattimento corpo a corpo. In Russia è un mito la letalità dell’attrezzo da trincea MPL-50 (una pala lunga 50 cm), prodotto a partire dal 1869. Il suo continuo utilizzo come arma evidenzia i combattimenti brutali e la bassa tecnologia che hanno caratterizzato gran parte del conflitto, con un aumento dei combattimenti ravvicinati. Questo deriva probabilmente dal fatto che il comando russo continua a insistere su un’azione offensiva composta in gran parte da fanteria a piedi, con un minore supporto di fuoco di artiglieria perché Mosca è a corto di munizioni.
Infattil, nota sempre l’Intelligence britannica, il minor numero di attacchi con droni in Ucraina da parte della Russia dipenderebbe dall’apparente esaurimento dei suoi arsenali, un fatto che spingerà probabilmente Mosca a cercare di rifornirsene.
Ci vorranno forse 70 anni per sminare l’Ucraina
Il ministero dell’Economia ucraino informa che ci vorranno fino a 70 anni per liberare completamente l’Ucraina dalle mine piazzate per la guerra. «Lo sminamento durerà 70 anni con le risorse attualmente disponibili in Ucraina. Pertanto, per risolvere questo problema nel più breve tempo possibile, è necessario un forte sostegno da parte dei partner internazionali: finanziario, tecnologico e organizzativo».
Incriminato deputato regionale per aver contestato Putin appendendosi spaghetti alle orecchie
Vengo a sapere adesso che in Russia e in altri paesi slavi circola un curioso detto: «mettere gli spaghetti alle orecchie» significa «mentire spudoratamente a qualcuno» (per espressioni altrettanto curiose, leggere QUI).
Non si riesce a capire quale sia l’origine di questa espressione idiomatica, ma qualcuno l’ha presa alla lettera e l’ha messa in pratica. È stato niente meno che il vice Presidente della Duma della regione russa di Samara, l’esponente del Partito comunista Mikhail Abdalkin, che sarà processato con l’accusa di aver screditato le forze militari (sanzione prevista fino all’equivalente di 25mila dollari), per aver preso in giro Vladimir Putin. Ha pubblicato su Youtube un video in cui assiste al recente discorso sullo stato della Nazione del Presidente mentre se ne sta seduto alla scrivania di fronte a un computer, con spaghetti disposti sulle orecchie, pur facendo ripetuti cenni di assenso che esprimerebbero pieno sostegno per performance del Presidente. Il Partito comunista russo ha preso le distanze da Abdalkin.
Il video QUI.