Guerra: sesto mese

Guerra: sesto mese
Bakhmut dopo il bombardamento russo del 27 luglio. Di Dsns.gov.ua, CC BY 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=121164959

Guerra: Sesto mese. Centocinquantacinque giorni

L’accordo sul grano

Guerra: sesto mese. Riguardo ai bombardamenti sul porto di Odessa subito dopo aver siglato l’accordo per la libera esportazione del grano ucraino, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov dichiara che le esportazioni di grano ucraino dal porto di Odessa andranno avanti in conformità con l’accordo che l’Onu ha sponsorizzato. I bombardamenti «sono rivolti solo alle infrastrutture militari». Il bombardamento non riguarderebbe perciò le infrastrutture utilizzate per le esportazioni di grano. «Per questo non può e non deve ostacolare l’inizio del processo di carico». E uno.

E due: il viceministro degli Esteri russo, Andrei Rudenko, avverte: «Via le sanzioni o salta l’accordo». L’intesa sul grano potrebbe venir meno «se gli ostacoli alle esportazioni agricole della Russia non saranno prontamente rimossi». A chi gli chiedeva se fosse possibile un fallimento dell’accordo, ha infatti risposto: «Nulla è da escludere». In sostanza, «la revoca delle restrizioni all’esportazione di grano russo» è la condizione per far salpare le prime navi dai porti del Mar Nero.

Rudenko ha ricordato che le parti hanno concordato l’attuazione «contemporanea» di due documenti: il primo riguardante lo sblocco dei porti ucraini ed il secondo, tra Russia e Onu, che riguarda la revoca parziale delle sanzioni alla Russia sull’export di grano e fertilizzanti.

Cosa prevede l’accordo

L’accordo, mediato dal presidente turco, Recep Tayyip Erdoğan, prevede che una coalizione turca, ucraina e delle Nazioni Unite controlli il carico di grano sulle navi prima che percorrano una rotta pre-programmata attraverso il Mar Nero. Di conseguenza, le navi pilota ucraine guideranno le navi commerciali con il grano seguendo una mappa di canali sicura, senza mine, fornita dalla parte ucraina. Queste navi attraverseranno quindi il Mar Nero verso lo stretto del Bosforo in Turchia, monitorate da vicino da rappresentanti delle Nazioni Unite, dell’Ucraina, della Russia e della Turchia.

Le navi che rientrano in Ucraina, invece, saranno sottoposte a ispezioni in un porto turco, sotto la supervisione del centro di controllo congiunto, per verificare che non trasportino armi. L’accordo copre i porti di Odessa, Chernomorsk, Pivdennyi ed è valido per 120 giorni. L’intesa ha lo scopo di consentire a Kiev di esportare 25 milioni di tonnellate di grano, fertilizzanti altri prodotti agricoli rimasti bloccati dalla Russia nei porti del Mar Nero.

Accuse dalla Corea del Nord

La Corea del Nord accusa gli Stati Uniti di fabbricare armi biologiche in Ucraina, facendo eco ad un’accusa analoga che la Russia aveva già lanciato e che l’Onu aveva respinto a marzo. Washington avrebbe infatti «installato numerosi laboratori biologici in decine di paesi e di regioni, fra cui l’Ucraina, in assoluto spregio dei trattati internazionali». 

Guerra: sesto mese. Intelligence britannica

Mentre «continuano i combattimenti inconcludenti sia nel  Donbass che a Kherson, i comandanti russi continuano a trovarsi di fronte a un dilemma: se impiegare le risorse per l’offensiva a Est o rafforzare la difesa a Ovest». Nei giorni scorsi si è individuata «una struttura russa per il rifornimento e la ristrutturazione di veicoli militari vicino a Barvinok, nell’Oblast’ di Belgorod, a 10 km dal confine ucraino». Vi si trovavano «almeno 300 veicoli danneggiati, tra cui carri armati principali, veicoli corazzati per il trasporto di personale e camion di supporto generale». Questo suggerisce che «oltre ai ben documentati problemi di personale, la Russia probabilmente continua a lottare per estrarre e riparare le migliaia di veicoli da combattimento che sono stati danneggiati in azione in Ucraina». 

Inoltre, la controffensiva ucraina nella regione di Kherson sta guadagnando slancio, danneggiando  «almeno tre ponti sul fiume Dnipro, su cui la Russia fa affidamento per rifornire le aree sotto il suo controllo. Uno di questi ponti, l’Antoniv, che è lungo 1.000 metri, vicino a Kherson, è stato danneggiato la scorsa settimana. Ieri è stato colpito di nuovo ed è molto probabile che il valico sia ora inutilizzabile». La 49a armata russa è di stanza sulla riva occidentale del Dnipro e ora sembra molto vulnerabile.

«Tutte le notizie sul successo della controffensiva “Ukronazi” nella regione di Kherson sono pure menzogne», ribatte Kirill Stremousov, vicecapo  dell’amministrazione filorussa nella regione occupata di Kherson. 

Bombardamenti

Le forze armate ucraine segnalano che nove missili lanciati da territorio bielorusso hanno colpito edifici residenziali della comunità di Honcharivska. Sono in corso verifiche per stabilire se ci sono vittime.

A Bakhmut, nella regione del Donetsk, un razzo nemico ha colpito ieri un hotel uccidendo tre persone e ferendone cinque. Un’altra persona potrebbe essere sotto le macerie.

Un attacco russo a Kropyvnytskyi, nell’Ucraina centrale, ha procurato un bilancio di cinque morti e 25 feriti.

Distruzione di chiese

Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, riferisce un suo colloquio telefonico con il patriarca ecumenico Bartolomeo nel giorno in cui si celebra l’anniversario del Battesimo della Rus’ di Kiev, patria storica di russi, ucraini e bielorussi. «L’ho ringraziato per le sue preghiere per l’Ucraina e auspici di pace e vittoria; gli ho riferito dei terribili crimini dell’aggressore, della distruzione di quasi 200 chiese». 

Guerra: Sesto mese. Centocinquantotto giorni

Toretsk, bombardamento del 28 luglio. Di Dsns.gov.ua, CC BY 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=121169344

Almeno 33 civili sono morti e molti altri sono rimasti feriti negli scontri degli ultimi due giorni in Ucraina.

Gruppo Wagner

Secondo l’Intelligence britannica, da marzo scorso il gruppo militare privato russo Wagner è in azione nell’est dell’Ucraina con responsabilità di specifici settori del fronte, come avviene per le unità dell’esercito. Si tratta di un cambiamento significativo rispetto all’uso del gruppo dal 2015, quando svolgeva missioni ben distinte rispetto a quelle dell’esercito russo. Questo cambiamento è probabilmente dovuto al fatto che la Russia ha una carenza di soldati di fanteria, ma «è altamente improbabile che le forze Wagner siano sufficienti per fare una importante differenza nella guerra». Secondo un’opinione diffusa il gruppo Wagner avrebbe una matrice nazista legata al neopaganesimo slavo.

Guerra: sesto mese. Eccidio in carcere

La notte del 29 luglio un’esplosione ha colpito l’ex colonia penale 210 di Olenivka, nel Donbass occupato dai russi, trasformata in carcere per prigionieri di guerra ucraini, civili e militari. Secondo le fonti russe sono morti oltre 50 soldati ucraini prigionieri, mentre il numero dei feriti è incerto. Nessun membro dello staff del carcere, soldato russo o militante separatista che sia, risulta morto o ferito.  Secondo la Russia sarebbe stata colpita da missili di Kiev allo scopo di mettere a tacere le rivelazioni compromettenti che avrebbero potuto venire dai soldati ucraini, mentre per l’Ucraina la prigione sarebbe stata distrutta per nascondere le prove di torture e uccisioni.

L’ufficio del procuratore generale ucraino ha avviato un’indagine. L’intelligence militare di Kiev ritiene che siano stati i mercenari del gruppo Wagner ad aver organizzato l’attacco, per nascondere un furto di fondi destinati al mantenimento dei prigionieri. Era in programma un’ispezione il primo agosto per verificare come si erano spesi i fondi e quali erano le condizioni dei detenuti. 

La condanna

L’Alto Rappresentante Ue per la Politica Estera, Josep Borrell dichiara: «L’Unione europea condanna con la massima fermezza le atrocità commesse dalle forze armate russe» e condanna «nei termini più forti possibili» l’attacco al carcere di Olenivka e l’evirazione, ripresa in un filmato, di un prigioniero ucraino [pure!]. «Questi atti inumani e barbari rappresentano gravi violazioni delle Convenzioni di Ginevra e del loro Protocollo aggiuntivo e costituiscono crimini di guerra. Gli autori dei crimini di guerra e di altre gravi violazioni, così come i funzionari governativi e i rappresentanti militari responsabili, saranno chiamati a risponderne. L’Unione europea sostiene attivamente tutte le misure volte a garantire la responsabilità per le violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale commesse durante l’aggressione russa in Ucraina». 

L’Ucraina ha chiesto all’Onu e alla Croce Rossa internazionale di inviare una missione di ispezione presso il carcere di Olenivka.

Si dice una cosa e se ne fa un’altra

Il Cremlino fa sapere: «La Federazione russa, nell’interesse di condurre un’indagine obiettiva sull’attacco al centro di detenzione preventiva, che ha portato alla morte di un gran numero di prigionieri di guerra ucraini, ha ufficialmente invitato esperti dell’Onu e del Comitato internazionale della Croce Rossa». Tuttavia, La Russia non ha concesso a rappresentanti della Croce Rossa l’accesso alla prigione di Olenivka. «La nostra richiesta di poter incontrare i prigionieri di guerra a Olenivka non è stata accolta, concedere l’accesso alla Croce Rossa è un obbligo previsto dalla convenzione di Ginevra», denuncia la Croce Rossa, puntualizzando che continuerà a chiedere ai russi di poter visitare il penitenziario.

Foto satellitari

Secondo Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky, le immagini satellitari della prigione di Olenivka indicano che l’esplosione è arrivata dall’interno dell’edificio. Le foto satellitari scattate prima e dopo l’attacco mostrano che un piccolo edificio squadrato nel mezzo del complesso carcerario di Olenivka è stato demolito, con il tetto ridotto in schegge. Quelle immagini e la mancanza di danni alle strutture adiacenti mostrano che nessuno ha attaccato l’edificio dall’esterno, mentre le prove sono coerenti con una bomba fatta esplodere all’interno. 

Reclutamento volontari russi

Mosca, con un appello al patriottismo, sta reclutando migliaia di volontari in tutto il Paese per reintegrare gli eserciti impoveriti da cinque mesi di combattimenti: da Murmansk nel Circolo Polare Artico, a Perm, negli Urali, a Primorsky Krai, nell’Estremo Oriente. L’esperienza militare non sempre si richiede. Secondo gli analisti, potrebbero essere mobilitati più di 30.000 volontari. 

La beffa… inventata

Secondo il governatore filorusso Mikhail Razvozhaev, un drone ha preso di mira il quartiere generale della Flotta russa del Mar Nero a Sebastopoli, in Crimea. Nell’attacco sono rimaste ferite cinque persone. Il fatto è che l’attacco arriva in concomitanza con la celebrazione russa della Giornata della Marina militare, cui dovrebbe partecipare anche il presidente Vladimir Putin. «Questa mattina presto, i nazisti ucraini hanno deciso di rovinarci la Giornata della Marina. Un oggetto non identificato è entrato nel cortile del quartier generale della Flotta, secondo i dati preliminari si tratta di un drone». 

Secondo il governatore dell’amministrazione regionale militare ucranina di Odessa Serghei Bratchuk, invece, l’attacco al quartier generale della Flotta «è un’aperta provocazione della Russia», una «bugia del nemico. La liberazione della nostra Crimea dagli occupanti avverrà in modo diverso e molto piu’ efficace». Sarebbe dunque una montatura della propaganda russa per mettere in ridicolo l’Ucraina.

Evacuazione di massa

Vicepremier Irina Vereshchuk: Le autorità ucraine hanno ordinato l’evacuazione di massa obbligatoria dalle zone ancora non occupate dai russi nella regione di Donetsk, in Donbass. Il governo è pronto a sistemare in nuovi alloggi tutti coloro che saranno costretti ad abbandonare le proprie abitazioni, «prima dell’inizio della stagione che prevede l’accensione dei riscaldamenti». Sono circa 200-220 mila le persone interessate al provvedimento, tra cui 52 mila bambini. L’ordine è reso necessario dal fatto che «non c’è un’adeguata fornitura di elettricità in quelle aree e che non ci sarà di fatto riscaldamento nella regione di Donetsk quest’inverno». Altra ragione è l’intensificarsi delle ostilità.

Ovviamente, sui canali di propaganda russa, come quello del giornalista Vladimir Solovev, la notizia viene letta come «la rinuncia del presidente Zelensky al Donbass». 

Guerra: sesto mese. Centosessantunesimo giorno

Guerra: sesto mese
Convitto scolastico nella città di Mykolaivka dopo i bombardamenti russi nella notte del 2 agosto 2022. Una persona è stata uccisa. Di Dsns.gov.ua, CC BY 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=121354903

Il triste bilancio di questi giorni è ancora di morti e feriti. Almeno almeno 3 civili sono stati uccisi e 16 feriti nella regione di Donetsk (due a Bakhmut e uno a Soledar); almeno due morti e tre feriti nel raid notturno a Mykolaiv dove decine tra razzi e missili russi hanno colpito due distretti residenziali. Nell’attacco russo è stato ucciso Oleksiy Vadaturskyi (74 anni), e sua moglie Raisa, fondatrice di una delle più grandi aziende agricole ucraine, “Nibulon”. Il presidente Volodymyr Zelensky ha così ricordato queste persone: «Sono proprio queste persone, queste aziende e il nostro Sud ucraino che hanno garantito la sicurezza alimentare del mondo».

Intelligence britannica

«La Russia sta probabilmente riassegnando un numero significativo delle sue forze dal settore settentrionale del Donbass all’Ucraina meridionale. Negli ultimi quattro giorni, la Russia ha continuato a tentare assalti tattici sull’asse Bakhmut, a nord-est di Donetsk, riuscendo a fare solo dei progressi lenti. La Russia sta probabilmente riaggiustando la sua offensiva nel Donbass dopo non essere riuscita a compiere un decisivo passo avanti in base al piano che aveva seguito da aprile». Zaporizhzhia viene identificata come un’area vulnerabile che necessita di rinforzo.

Eccidio in carcere

Il vescovo della diocesi cattolica latina di Kiev-Zhytomyr, mons. Vitaly Kryvytsky, commenta così la strage della prigione di Olenivka: «Coloro che sono stati umiliati e uccisi diventano in seguito degli eroi. Sarà così anche questa volta, e in molti altri casi. Perché è vero che gli eroi muoiono, ma non nell’eternità, non nella storia… e non per Dio. I prigionieri sono stati giustiziati a Olenivka e la persona che ha dato l’ordine di farlo è spregevole». Dell’eccidio, Kiev e Mosca si accusano l’un l’altro.

Guerra del grano

La «Razoni», prima nave partita da Odessa a esportare cereali dall’Ucraina dopo l’invasione russa a fine febbraio, si è spostata sul corridoio previsto dall’accordo trasportando 26mila tonnellate di mais ucraino. Arrivata ad Istanbul, è stata ispezionata nei pressi dell’entrata del Bosforo da delegati di Turchia, Russia, Ucraina e Onu. Adesso è diretta a Tripoli in Libano.

Evacuazione del Donetsk

Èiniziata l’evacuazione obbligatoria dalla regione di Donetsk. Il primo treno è arrivato questa mattina a Kropyvnytsky. Il vice primo ministro ucraino, Iryna Vereshchuk, spiega: «Abbiamo evacuato donne, bambini e anziani, c’erano molte persone a mobilità ridotta. Tutti sono stati accolti, tutti sono stati aiutati». I residenti che dovranno essere evacuati nei prossimi giorni sono oltre 200.000. Tuttavia…

«Abbiamo ricevuto la triste notizia che nella regione di Kherson il nemico ha sparato a distanza ravvicinata a un pullman di evacuazione, e almeno 2 persone sono morte». Questo comunica il capo della chiesa greco cattolica ucraina, mons. Shevchuk, nel videomessaggio quotidiano. «Stiamo assistendo al fatto che ogni giorno, ogni notte il nemico attacca incessantemente le nostre città e villaggi nell’est della nostra patria, in particolare nelle regioni di Donetsk e Luhansk. L’epicentro delle ostilità si sta gradualmente spostando al sud della nostra patria, nella tanto sofferente regione di Kherson. Il nemico bombarda senza sosta, in particolare di notte, le città di Mykolaiv e di Kharkiv. Nelle nostre zone di confine delle regioni di Sumy e Chernihiv ci sono continue esplosioni di varia origine». 

Profughi

Secondo l’Onu, dal 24 febbraio al primo agosto oltre dieci milioni di ucraini hanno attraversato i valichi di frontiera. La stima dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati è di 10.290.039 persone. 

Guerra: sesto mese. Centosessantasei giorni

Patron, cercatore di mine e mascotte del Servizio di emergenza statale dell’Ucraina nell’Oblast di Chernihiv, con il premio Golden Paw dell’Irish Kennel Club. Di State Emergency Service of Ukraine – https://www.facebook.com/photo/?fbid=401304612037434&set=a.293060042861892 (link to the post), CC BY 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=119654222

Mine antiuomo

Intelligence britannica: «È molto probabile che la Russia stia dispiegando mine antiuomo per proteggere le sue linee difensive nel Donbass ed ostacolarvi la libertà di movimento. Queste mine possono provocare molte vittime sia tra i militari sia tra la popolazione civile locale. A Donetsk e Kramatorsk, la Russia ha molto probabilmente tentato l’impiego di mine antiuomo a dispersione PFM-1 e PFM-1S. Le PFM-1 furono usate con effetti devastanti nella guerra sovietico-afghana, dove sono considerate responsabili delle menomazioni fisiche subite da un gran numero di bambini che le avevano scambiate per giocattoli. È molto probabile che lo stock di era sovietica utilizzato dalla Russia si sia deteriorato nel tempo e sia ora altamente inaffidabile ed imprevedibile. Ciò rappresenta una minaccia sia per la popolazione locale che per le operazioni umanitarie di sminamento.

Inoltre, secondo i rapporti dell’Intelligence britannica, le forze russe stanno quasi certamente raggruppandosi nel sud dell’Ucraina in attesa di una controffensiva di Kiev o per prepararsi ad un possibile assalto. Nel frattempo, i soldati di Mosca prendono sempre più di mira obiettivi come ponti, depositi di munizioni e snodi ferroviari nelle regioni meridionali del Paese. La guerra sta per entrare in una nuova fase, in cui i combattimenti  più pesanti interesseranno un fronte di circa 350 km, da Zaporizhzhia a Kherson, parallelo al fiume Dnipro.

Rimozione comandanti russi

Questo è il commento dell’intelligence militare britannica su fatti recenti: «La mediocre performance delle forze armate russe durante l’invasione dell’Ucraina è stata pagata cara dai vertici militari russi e molto probabilmente ha portato alla rimozione di almeno sei comandanti russi dall’inizio delle ostilità nel febbraio 2022». Tali rimozioni «sono aggravate da almeno 10 generali russi uccisi sul campo di battaglia in Ucraina… È probabile che l’effetto cumulativo [di queste perdite] sulla coerenza del comando contribuisca alle difficoltà tattiche e operative russe». 

Reclutamento volontari russi

Mosca sta reclutando volontari per formare un nuovo battaglione, denominato «Samara», che si unirà al terzo Corpo d’Armata in Ucraina. Secondo gli esperti dell’Istituto per lo Studio della Guerra (ISW), il nuovo battaglione sarà composto da 15.500 uomini senza precedenti esperienze militari e di età compresa tra i 18 e i 50 anni. Anche il governatore della regione russa di Omsk, Aleksandr Butkov, ha reso noto che la regione continua a formare tre battaglioni di volontari – l’Irtysh, l’Avangard e l’Om – da dispiegare nel Donbass per fornire supporto ingegneristico, medico e logistico.

Bombardamenti  

Un colpo d’artiglieria sparato dai russi ha colpito una fermata dell’autobus nella regione di Donetsk, nel Donbass, uccidendo almeno otto persone e ferendone altre quattro, tra cui tre bambini. Lo rende noto il governatore dell’oblast, citato dal Kiev Independent.

Bombardamenti sulla città meridionale di Mykolaiv con morti e feriti, tra cui un ragazzo. Così pure a Balabanivka e distretto di Korabelny, dove l’area colpita è molto vasta. Case private e palazzi sono stati colpiti. Sedici civili sono rimasti uccisi nei 46 bombardamenti lanciati dall’esercito russo sulle regioni di Donetsk e Mykolaiv.

La questione di Zaporizhzhia

La società energetica nucleare ucraina Energoatom ha reso noto che parti della centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più  grande d’Europa, sono state gravemente danneggiate dall’attività militare russa, costringendo i responsabili dell’impianto a interrompere l’attività di un reattore. Kiev ha accusato le truppe i russi di aver sparato razzi contro obiettivi civili dall’area della centrale. Mosca, che controlla la zona della centrale da marzo, ha accusato gli ucraini di essere responsabili dei danni causati con un attacco. L’Ue ha condannato l’attività svolta dai militari russi all’interno dell’area.

Direttore generale Aiea

Secondo il direttore generale dell’Aiea, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, Rafael Grossi, la centrale nucleare ucraina di Zaporozhzhia è completamente fuori controllo: «la situazione è molto fragile. Ogni principio di sicurezza nucleare è stato violato in un modo o nell’altro e non possiamo permettere che questo continui». 

Segretario generale Onu

Il segretario generale dell’Onu ha chiesto di sospendere ogni operazione militare «suicida» alle centrali nucleari e in particolare intorno a quella di Zaporizhia, in Ucraina, in modo che l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) possa accedervi. «Qualsiasi attacco alle centrali nucleari è una cosa suicida». Spero che questi attacchi finiscano. Allo stesso tempo, spero che l’AIEA possa accedere alla centrale» di Zaporijjia, teatro da venerdì scorso di bombardamenti di cui russi e ucraini si sono reciprocamente accusati.

Agenzia Energoatom

Secondo l’agenzia nucleare ucraina Energoatom, le forze russe si sono dette pronte a far saltare in aria la centrale nucleare di Zaporizhzhia: «I russi non nascondono i loro piani e ricattano apertamente il mondo intero, dichiarando di aver minato la centrale nucleare di Zaporizhzhia e di essere pronti a farla esplodere». Il comendante presidio della centrale nucleare, il maggiore Valeriy Vasiliev, avrebbe dichiarato ai suoi soldati che l’area dell’impianto sarà terra russa oppure un deserto bruciato. «Come sapete, abbiamo minato tutte le strutture importanti della centrale nucleare di Zaporizhzhia; non lo nascondiamo al nemico. Li abbiamo avvertiti. Sanno che la centrale sarà russa o di nessuno. Siamo pronti ad affrontare le conseguenze di questo passo. E voi, soldati – liberatori dovete capire che non abbiamo altra strada. E se c’è l’ordine più severo, dobbiamo eseguirlo con onore». Speriamo solo che non sia vero.

Polemica con Amnesty International

Amnesty International ha dichiarato che «Nel tentativo di respingere l’invasione russa iniziata a febbraio, le forze ucraine hanno messo in pericolo la popolazione civile collocando basi e usando armamenti all’interno di centri abitati, anche in scuole e ospedali. Queste tattiche violano il diritto internazionale umanitario perché trasformano obiettivi civili in obiettivi militari. Gli attacchi russi che sono seguiti hanno ucciso civili e distrutto infrastrutture civili».

La risposta ucraina

Mikhail Podolyak, consigliere capo dell’ufficio di presidenza ucraina, ha risposto alle accuse assicurando che «l’Ucraina aderisce rigorosamente a tutte le leggi di guerra e al diritto umanitario internazionale».  Per Podolyak, «qualsiasi dichiarazione sulle violazioni da parte dell’esercito ucraino ha la natura di un’operazione di informazione per screditare le forze armate ucraine e minare la fornitura di armi dai partner occidentali». Al contrario, è la Russia che «ignora qualsiasi regola e legge» e bombarda le aree residenziali a 500 chilometri dal fronte. 

Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha commentato: «Questo rapporto di Amnesty International non intende trovare e denunciare la verità al mondo, ma creare una falsa equivalenza tra l’autore del reato e la vittima, tra il Paese che distrugge centinaia e migliaia di civili, città, territori e un Paese che si difende disperatamente. Il ministro della Difesa Oleksiy Reznikov ha definito il rapporto di Amnesty una «perversione» in quanto mette in dubbio il diritto degli ucraini a difendere il loro paese.

Il capo dell’ufficio ucraino di Amnesty International, Oksana Pokalchuk, si è dimesso, accusando l’organizzazione  di fare il gioco della propaganda del Cremlino. «Se non vivi in un Paese invaso dagli occupanti che lo stanno facendo a pezzi, probabilmente non capisci cosa significhi condannare un esercito di difensori». Pokalchuk ha affermato di aver cercato di avvertire l’alta dirigenza di Amnesty che il rapporto era unilaterale e non aveva tenuto adeguatamente conto della posizione ucraina, ma è stata ignorata. 

La risposta di Amnesty International

Amnesty International si è detta «rammaricata profondamente» per «l’angoscia e la rabbia» causate agli ucraini e tuttavia difende il suo rapporto: «Ciò non significa che Amnesty International ritenga le forze ucraine responsabili delle violazioni commesse dalle forze russe, né che l’esercito ucraino non stia prendendo adeguate precauzioni in altre parti del Paese… Dobbiamo essere molto chiari: nulla di ciò che abbiamo documentato che le forze ucraine hanno fatto in alcun modo giustifica le violazioni russe. La priorità di Amnesty International in questo e in qualsiasi conflitto è garantire la protezione dei civili. In effetti, questo era il nostro unico obiettivo quando abbiamo pubblicato quest’ultimo pezzo di ricerca. Anche se sosteniamo pienamente i nostri risultati, ci rammarichiamo per il dolore causato». Anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è stato molto critico nei confronti del rapporto. 

Evacuazioni dalla regione di Donetsk

Sono 1446 i civili evacuati dalla regione di Donetsk, tra cui 206 bambini, e 49 persone a mobilità ridotta. A questi si sono aggiunte, nella giornata di ieri, almeno 725 persone, inclusi 85 bambini, evacuate da Pokrovsk. Altre 17 persone sono state evacuate dai distretti di Bakhmut e Kramatorsk e 33 – inclusi 11 bambini – dalla città di Toretsk. L’evacuazione è stata resa obbligatoria a causa della situazione di pericolo.

La guerra del grano

Nei giorni scorsi una decina di navi cariche di grano, farina, olio di semi di girasole sono salpate dai porti ucraini di Chernomorsk e Odessa, destinate in Irlanda, Italia (Monopoli), Inghilterra e Turchia. Il carico complessivo supera le 300mila tonnellate di prodotti agricoli. Altre quattro navi sono partite ieri dai porti dell’Ucraina, cariche di oltre 160mila tonnellate di mais e altri prodotti alimentari. 

Il Papa ha commentato all’Angelus:

«Cari fratelli e sorelle, desidero salutare con soddisfazione la partenza dai porti dell’Ucraina delle prime navi cariche di cerali. Questo passo dimostra che è possibile dialogare e raggiungere risultati concreti che giovano a tutti. Pertanto, tale avvenimento si presenta anche come un segno di speranza e auspico di cuore che seguendo questa strada si possa mettere fine ai combattimenti e arrivare a una pace giusta e duratura». 

Chiesa ortodossa

Epifanio, metropolita di Kiev e primate della Chiesa ortodossa ucraina, in una lettera al patriarca ecumenico Bartolomeo dichiara che l’idea del mondo russo è un’eresia e che il patriarca di Mosca Kirill ha adottato «un’ideologia imperialista e nazionalista pagana e anti-ortodossa». Chiede che sia condannato dal mondo ortodosso e rimosso dal suo incarico.

Profughi

Il ministero dell’Istruzione ucraino ha reso noto che circa 30.000 bambini sono tornati in Ucraina da maggio. 641.000 bambini, cioè il 15% del numero totale di studenti ucraini al 24 febbraio scorso, si trovano ancora all’estero. L’agenzia dell’Onu per i rifugiati ha reso noto che circa 10,3 milioni di persone hanno lasciato l’Ucraina dall’inizio della guerra. 

Centosettanta giorni

Guerra: sesto mese
Incendiare un campo di grano “grida vendetta agli occhi di Dio”. Oblast di Zaporizhzhia, dopo un bombardamento russo, agosto 2022. Di National Police of Ukraine – https://www.facebook.com/photo/?fbid=387617100174993&set=pcb.387617373508299 (the whole post, page on the site), CC BY 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=121447044

Esplosione base aerea russa in Crimea

Secondo il ministero della Difesa russa, l’incidente nella base aerea russa a Novofedorovka è stato causato dall’esplosione di munizioni nell’aerodromo. Una persona è morta. 

Il vicepremier ucraino, Irina Vereshchuk, commenta: «Oggi è la Giornata internazionale dei popoli indigeni del mondo. In Ucraina sono considerati tali i tatari, i caraiti e i krymchak di Crimea. Le esplosioni di oggi a Novofedorivka ricordano ancora una volta di chi sia la Crimea. Perché questa è Ucraina». Secolo il New York Times, un alto funzionario militare ucraino ha detto che erano stati gli ucraini ad attaccare la base.

Il ministero della Difesa ucraino ha tuttavia smentito che le forze di Kiev abbiano attaccato la base aerea russa in Crimea. «Il ministero della Difesa non conosce la causa delle esplosioni e degli incendi». Lo stesso ministero avverte però che l’episodio «può essere utilizzato da un paese terrorista (leggi: la Russia) in una guerra dell’informazione».

Intelligence britannica

«Negli ultimi 30 giorni l’assalto russo verso la città di Bakhmut è stato il suo asse di maggior successo nel Donbass, ma la Russia è riuscita ad avanzare solo di circa 10 chilometri. In altri settori del Donbass, dove la Russia stava cercando di sfondare, le sue forze non hanno conquistato più di tre chilometri in questo periodo di 30 giorni. Quasi certamente molto meno di quanto pianificato».

Per rafforzare l’offensiva nel Donbass e le difese contro i previsti contrattacchi ucraini nel Sud, la Russia ha messo insieme una nuova importante formazione di forze di terra, il terzo Corpo d’armata, con sede nell’oblast di Nizhny Novgorod a est di Mosca. La Russia probabilmente prevede di mettere sul campo battaglioni di volontari di nuova formazione, provenienti da tutto il Paese. Alle reclute vengono offerti bonus in denaro per combattere in Ucraina. L’assunzione è aperta a uomini fino a 50 anni e con solo istruzione di scuola media. Un corpo d’armata russo è di solito composto da 15-20.000 soldati, ma probabilmente sarà difficile per Mosca arrivare a formare battaglioni di questa entità dati i livelli molto limitati di entusiasmo popolare per il volontariato per il combattimento in Ucraina. È improbabile che l’effetto di queste forze militari sia decisivo per la campagna, conclude l’Intelligence.

Pentagono

Il Pentagono stima che la Russia abbia subito tra le 70 mila e le 80 mila perdite, tra morti e feriti, dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina il 24 febbraio. Il sottosegretario alla Difesa degli Stati Uniti per la politica, Colin Kahl, ha dichiarato che il numero delle vittime russe è notevole, dato che non hanno raggiunto nessuno degli obiettivi che si erano prefissi all’inizio della guerra.

Evacuazioni nel Donetsk

Più di 3 mila cittadini, tra i quali 600 bambini e 1.400 donne, sono stati evacuati in sei giorni dalla regione ucraina di Donetsk da quando è stata imposta la misura per la salvaguardia dei civili. La principale destinazione delle persone evacuate è la regione di Kirovohrad. Dall’inizio della guerra, più di 1.3 milioni di cittadini sono stati evacuati dalla regione di Donetsk. Ora vivono nella regione circa 350 mila civili, tra cui 50 mila bambini.

Bombardamenti

Sedici civili sono stati uccisi e 22 feriti, 5 di loro in gravi condizioni, nel corso dei bombardamenti russi sul distretto di Nikopol, nella regione di Dnipropetrovsk in Ucraina orientale. Capo dell’amministrazione militare regionale di Dnipropetrovsk Valentyn Reznichenko: «Il nemico ha bombardato il distretto con  80 razzi contro aree residenziali. Ha colpito deliberatamente mentre le persone dormivano nelle loro case».

Nella regione di Donetsk l’esercito russo ha ucciso sette civili e ne ha feriti altri 14: tre a Bakhmut, due a Kurakhove, uno a Marinka e un altro ad Avdiivka. Dall’inizio dell’invasione i russi hanno ucciso 723 civili nella regione di Donetsk e feriti 1.845. 

Una donna è rimasta uccisa durante un attacco russo alla periferia di Zaporizhzhia, nel territorio dove si trova la centrale nucleare più grande d’Europa.

Zaporizhzhia: come segare il ramo su cui si è seduti e credere di vivere felici

Dire che scherzare con l’energia nucleare equivale a scherzare con una polveriera è riduttivo. I danni di un’esplosione sono inimmaginabili – o forse anche troppo immaginabili, dati i precedenti di Chernobil e di Fukushima, oltre ai bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki di cui ricorreva in questi giorni il 77° anniversario. Eppure…qualcuno sega il ramo su cui sta seduto, e pensa anche di poter sopravvivere, vincere e vivere felice.

Energoatom, la società ucraina che gestisce gli impianti nucleari del Paese, ha segnalato che «i russi hanno bombardato ancora una volta la centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande in Ucraina e in Europa. Cinque colpi sono caduti nell’area del posto di comando della centrale, nei pressi dello stoccaggio dei materiali radioattivi. Fortunatamente nessuno è rimasto ferito. Altri cinque colpi si sono registrati nell’aerea della caserma dei vigili del fuoco, situata poco distante dalla centrale. La situazione è sotto controllo». 

Accuse reciproche

Le autorità locali filorusse installate da Mosca dopo aver preso il controllo del territorio hanno invece denunciato l’attacco come proveniente dai «terroristi ucraini». Si dichiarano pronte a ricevere il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, e una missione dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica che verifichi le condizioni della locale centrale nucleare. Il governatore filorusso Yevgeny Balitsky asserisce: «Siamo del tutto pronti ad ospitare sia Guterres che l’Aiea e a garantire la loro sicurezza», a «fornire veicoli blindati sicuri, accesso, tutti i documenti necessari e mostrare i proiettili che ci sono stati lanciati addosso. Sarà molto facile determinare dal numero di serie a chi appartengano i proiettili. Forniremo tutti i documenti e mostreremo come sta funzionando la stazione nucleare ora». La Russia ha chiesto una riunione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu «sui recenti attacchi ucraini contro la centrale e le catastrofiche conseguenze che potrebbero comportare».

Il rappresentante permanente dell’Ucraina presso le Nazioni Unite, Sergiy Kyslytsya, durante il Consiglio di Sicurezza dell’Onu, ha dichiarato che i bombardamenti sulla centrale nucleare di Zaporizhzhia non sono stati effettuati dall’Ucraina, come sostiene Mosca, ma che si tratta di «una provocazione, di un bombardamento messo in scena. La Russia è ben nota per i suoi elaborati piani di inganno, sabotaggio e insabbiamento, il loro piano è fallito e hanno deciso di convocare questa riunione». Kyslytysa ha attaccato la Russia per aver «cercato di scaricare sull’Ucraina» la responsabilità della mancata ispezione dell’Aiea e ha fatto appello perché la missione dell’agenzia Onu avvenga il più presto possibile.

I ministri degli Esteri del G7 hanno chiesto alla Russia di «riconsegnare immediatamente all’Ucraina il controllo della centrale nucleare di Zaporizhzhia». I tecnici ucraini che lavorano presso l’impianto «’devono essere in grado di portare avanti i loro compiti senza minacce o pressioni. È il continuo controllo dell’impianto da parte della Russia che mette in pericolo la regione. L a Federazione russa deve immediatamente ritirare le sue truppe dai confini dell’Ucraina riconosciuti dalla comunità internazionale e rispettare il territorio e la sovranità dell’Ucraina».

La risposta di Mosca

Vicepresidente del Senato russo, Konstantin Kosachyov: la centrale nucleare di Zaporizhzhia non può essere restituita all’Ucraina poiché Kiev non è in grado di garantirne la sicurezza. «L’unico modo per garantire la sicurezza della centrale nucleare è il controllo al 100% della sua attività. Data l’operazione militare speciale, le autorità ucraine non sono in grado di fornire questo tipo di controllo per definizione. Visti i continui attacchi altamente irresponsabili alla centrale nucleare di Zaporizhzhia da parte delle forze ucraine, non c’è dubbio che l’accesso da parte di  qualsiasi persona non autorizzata ai locali della centrale nucleare rischia ulteriori provocazioni. Quindi no e ancora no».

Richiesta di smilitarizzazione dell’impianto

Quanto alla richiesta del segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, di smilitarizzazione dell’impianto… risponde l’ambasciatore russo presso le Nazioni Unite, Vasyl Nebenzia: «La smilitarizzazione dell’impianto potrebbe renderlo vulnerabile per quelli che intendono visitarlo. Nessuno sa quali possano essere i loro obiettivi. Non possiamo escludere nessuna provocazione, attacco terroristico contro la centrale che dobbiamo proteggere. L’impianto non dovrebbe essere usato come parte di nessuna azione militare, è invece necessario raggiungere urgentemente un accordo a livello tecnico per stabilire un perimetro di sicurezza e di smilitarizzazione per garantire la sicurezza della regione».

Il capo dell’agenzia atomica internazionale, Rafael Grossi, nella riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, ha dichiarato: «Questo è un momento serio e grave e l’Aiea deve essere autorizzata a condurre una missione a Zaporizhzhya il più presto possibile». Vi potrebbero essere conseguenze catastrofiche se continuano i combattimenti intorno alla centrale nucleare più grande d’Europa. 

Disinformazione e fake news

Il Guardian segnala che NewsGuard, una società con sede a New York che studia la disinformazione online, ha identificato 250 siti Web che diffondono attivamente la disinformazione russa sulla guerra, con dozzine di nuovi aggiunti negli ultimi mesi. Questi siti sembrano far parte di uno sforzo concertato per aggirare gli sforzi dell’Unione Europea per bloccare la propaganda russa e la disinformazione sulla guerra. Le affermazioni su questi siti riportano accuse secondo cui l’esercito ucraino ha organizzato alcuni mortali attacchi per generare sostegno globale; che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sta simulando apparizioni pubbliche; che i rifugiati ucraini stanno commettendo crimini in Germania e Polonia. 

Alcuni dei siti si presentano come think tank o organi di informazione indipendenti. Circa la metà sono in inglese, altri sono in francese, tedesco o italiano. Potrebbero anche creare «siti dormienti», ovvero siti che si costruiscono lentamente un pubblico attraverso post innocui o non correlati e quindi passano alla propaganda o alla disinformazione. 

YouTube resta accessibile

Le grandi piattaforme social, da Facebook a Instagram a Twitter a Google News, sono cadute sotto la censura russa. È sufficiente chiamare «guerra» la cosiddetta «operazione speciale» di Putin per essere puniti con 15 anni di carcere. Questa volta, la cortina di ferro è digitale. Tutte voci messe a tacere, tranne Telegram e YouTube, uno dei pochissimi canali occidentali ancora attivo nel Paese.

Cnn, una montatura la versione russa su prigione Olenivka

Secondo una inchiesta della CNN, «La versione russa sull’attacco del 29 luglio alla prigione di Olenivka in cui sono morti 53 prigionieri di guerra ucraini, per la maggior parte del battaglione Azov, è molto probabilmente un’invenzione». L’inchiesta è basata sull’analisi di video e fotografie, immagini satellitari, e sul lavoro di esperti forensi e di armi. Secondo gli specialisti la mancanza di accesso rende impossibili conclusioni definitive, ma la maggior parte dei segnali indica che nel centro di detenzione c’è stato un incendio intenso e, secondo diversi testimoni, non si è sentito il rumore di un razzo in arrivo. 

La guerra del grano

Sale a 14 il numero totale di navi in partenza dall’Ucraina, nel quadro dell’accordo sui corridoi sicuri per l’export di grano. Altre quattro navi con 133.000 tonnellate di grano, mais e farina di girasole hanno lasciato i porti dell’Ucraina. Sono dirette in Corea del Sud, ad Istanbul, Tekirdag ed Iran. 

Una nave cargo arriverà oggi nel Porto di Ravenna con 15 mila tonnellate di semi di mais provenienti da Odessa.

Guerra: Sesto mese. 174 giorni

Bakhmut (Oblast di Donetsk) dopo un bombardamento russo, agosto 2022. Come si vede, l’obiettivo non è propriamente militare. Di National Police of Ukraine – Video (other link, post on Facebook), frame 0509, CC BY 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=121598945

Nuovi bombardamenti russi sulla regione di Kharkiv hanno causato la morte di una donna e almeno altri tre feriti. Un attacco contro la città di Kramatorsk, nella regione di Donetsk, colpendo un quartiere residenziale, ha causato due vittime e 24 feriti. Le forze russe hanno ucciso 11 civili e ne hanno feriti altri 50 nel corso di bombardamenti nella regione di Donetsk (est). Nel complesso, dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina nella regione, gli attacchi russi hanno ucciso 739 civili e feriti 1.929. 

La polemica con Amnesty International

Amnesty International affiderà ad esperti esterni una revisione del controverso rapporto pubblicato il 4 agosto, che accusa l’esercito ucraino di mettere in pericolo i civili «collocando basi e usando armamenti all’interno di centri abitati», pur notando che «tali violazioni non giustificano gli attacchi indiscriminati dei russi». I media vicini al Cremlino hanno dato grande risalto al rapporto, mentre il governo ucraino ha reagito con sdegno accusando Amnesty di mettere sullo stesso piano vittime e aggressori e fare il gioco della propaganda russa. La branca tedesca di Amnesty ha intanto affermato che il rapporto «non è stato comunicato con la sensibilità e la precisione» che ci si sarebbe dovuto aspettare.

Esplosioni in Crimea

Un incendio che ha causato l’esplosione di munizioni è scoppiato questa mattina in una base militare nella Crimea annessa alla Russia. L’incendio è scoppiato in un deposito temporaneo di munizioni di una base russa nel distretto settentrionale di Dzhankoy. Secondo il governatore della Crimea, Sergei Aksionov, due civili sono rimasti feriti. 

Secondo il consigliere del capo dell’Ufficio del presidente ucraino, Mykhailo Podolyak, le esplosioni odierne rappresentano l’inizio della demilitarizzazione della penisola. Il capo del Mejlis del popolo Tataro di Crimea, Refat Chubarov, ha affermato che un magazzino di munizioni russo nella base di Dzhankoi è esploso. 

Battaglione Wagner

L’artiglieria ucraina avrebbe centrato il quartier generale del gruppo di mercenari russi del battaglione Wagner a Popasna, nell’autoproclamata repubblica di Lugansk nel Donbass controllato dalle forze russe. Lo rivelano fonti ufficiali locali e fonti filorusse. Considerato legato al Cremlino, che però lo nega, il gruppo paramilitare Wagner opera anche in Siria, in Libia, nella Repubblica centrafricana e nel Mali, ed è accusato di crimini di guerra e di violazioni dei diritti umani. 

AAA Armi usate offrensi

La Russia apprezza i suoi legami con i paesi dell’America Latina, dell’Asia e dell’Africa ed è pronta a offrire armi moderne ai suoi alleati. Lo ha detto il presidente russo, Vladimir Putin, alla cerimonia di apertura del forum «Army-2022». «Siamo pronti a offrire ai nostri alleati le nostre armi piu’ moderne, dalle leggere ai veicoli corazzati e all’artiglieria. Quasi tutte sono stati usate piu’ di una volta in vere operazioni di combattimento». 

Sfollati e profughi

Tre quarti dei residenti della regione di Donetsk sono già stati evacuati. Pavlo Kyrylenko, capo dell’amministrazione militare regionale di Donetsk, ha detto: «La maggior parte dei residenti della regione, quasi tre quarti della popolazione, è stata evacuata. Un quarto della popolazione rimane, ma l’evacuazione continua dopo l’adozione dell’ordinanza del governo del 2 agosto. Dall’inizio dell’evacuazione obbligatoria, 5.575 le persone sono già state evacuate». Le autorità conducono costantemente una campagna di sensibilizzazione affinché le persone sappiano dove stanno andando e quale aiuto, da quello finanziario a quello morale e psicologico, possono ottenere.

Il quadro è catastrofico: secondo i dati Onu sono 15,7 milioni gli ucraini bisognosi di assistenza umanitaria, 9,1 milioni i rifugiati e 6,6 milioni gli sfollati. Un quadro aggravato dagli effetti su famiglie e soprattutto sui bambini orfani, o in difficoltà perché il padre è al fronte. Secondo Unicef Italia sono almeno 5,2 milioni i minori di 18 anni in stato di bisogno, di cui tre milioni all’interno del Paese. La Caritas italiana ha raccolto fondi e inviato dal 24 febbraio più di 84 tonnellate di cibo e generi di prima necessità. È in stretto contatto con la rete internazionale e con le due Caritas ucraine (quella di rito greco cattolico e quella latina) che al 28 luglio avevano raggiunto oltre 3,3 milioni di persone.

Centosettantanovesimo giorno

Kharkiv dopo il bombardamento russo del 17 August 2022. Un missile ha colpito un dormitorio di tre piani. Di Dsns.gov.ua, CC BY 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=121897876

Almeno sette persone sono rimaste uccise e altre 16 ferite nel bombardamento condotto dai russi a Kharkiv, nell’Ucraina orientale. Altri attacchi russi hanno aggiunto un bilancio di almeno 21 morti nella regione di Kharkiv contro la citta’ capoluogo e un altro centro nell’oblast orientale dell’Ucraina, 44 il totale dei feriti.

Un attacco russo sulla città di Mykolaiv, nel sud dell’Ucraina, ha causato un morto e due feriti. Stamani in altri due attacchi nella regione nell’est dell’Ucraina sono morte altre 4 persone. 

È di altri cinque morti e 10 feriti il bilancio dei bombardamenti russi nelle ultime ore su diverse località della regione di Donetsk. Complessivamente, dall’inizio dell’invasione russa, nella regione di Donetsk sono stati uccisi 755 civili e 1.943 sono rimasti feriti.

Una donna di 59 anni è morta a seguito dei bombardamenti russi della comunità di Zelenodolsk a sud di Kryvyi Rih. Altri sei civili, tra cui un bambino di 9 anni, sono rimasti feriti.

Esplosioni in Crimea

Alto il livello di tensione in Crimea, dove diverse esplosioni si sono verificate nella base aerea a Belbek a nord di Sebastianopoli.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha lanciato un appello dopo gli attacchi contro i siti russi in Crimea: «Ogni giorno e ogni notte assistiamo a nuove segnalazioni di esplosioni nel territorio temporaneamente occupato dagli invasori. E chiedo ora a tutta la nostra gente in Crimea, in altre regioni del sud dell’Ucraina, nelle aree occupate del Donbass e nella regione di Kharkiv di prestare molta attenzione. Per favore, non avvicinarti alle installazioni militari dell’esercito russo e a tutti quei luoghi dove immagazzinano munizioni e attrezzature e dove tengono il loro quartier generale».

Intanto, un traffico record è stato registrato sul Ponte di Crimea, che collega la penisola con la Russia. Molte persone stanno lasciando la Crimea, regione annessa dalla Russia otto anni fa, dopo il raid attribuito alle forze ucraine.

Intelligence britannica

Le forze ucraine hanno fermato l’avanzata russa nelle ultime settimane e le posizioni dell’esercito russo sul campo si sono indebolite. «Vediamo una completa e totale assenza di progressi da parte dei russi sul campo di battaglia». «L’ultima settimana ha visto solo cambiamenti minimi nel controllo territoriale lungo la linea del fronte. Nel Donbass, dopo piccoli avanzamenti dall’inizio di agosto, le forze russe si sono avvicinate alla periferia della città di Bakhmut, ma non hanno ancora fatto irruzione nell’abitato. È improbabile che la situazione cambi significativamente nella prossima settimana. Le forze russe, per ora, sono probabilmente pronte solo a intraprendere limitati assalti locali, raramente coinvolgendo più di una compagnia di truppe».

L’Institute for the Study of War osserva che era dal 6 luglio che i russi non facevano alcuna avanzata e non conquistavano alcun nuovo territorio in Ucraina.

Darya Dugina

È rimasta uccisa ieri Darya Dugina di 30 anni, figlia dell’«ideologo di Putin» Aleksandr Dugin,  nell’esplosione della Toyota su cui viaggiava alla periferia di Mosca. Secondo il Comitato Investigativo della Federazione Russa, si tratterebbe di un attentato. L’esplosione sarebbe stata causata da un ordigno installato a bordo dell’auto. Daria Dugina “e’ stata uccisa in modo vile nel tentativo di far soffrire e intimidire il piu’ possibile noi russi patrioti”. L’emittente ortodossa ultranazionalista Tsargrad Tv, nel messaggio di condoglianze per la morte della giovane figlia del filosofo ultranazionalista, accusa il nemico di aver compiuto questo «atto infernale» e lo destina «all’inferno».

Uno dei leader dei separatisti filorussi del Donbass ha accusato direttamente Kiev per l’omicidio. La portavoce del ministero degli Esteri di Mosca ha avvertito che se verrà accertata la pista ucraina, «sarà terrorismo di Stato». L’Ucraina non ha nulla a che fare con l’autobomba che ha ucciso la giovane, dichiara il consigliere presidenziale ucraino, Mikhail Podolyak. «Non siamo uno Stato criminale, come la Federazione russa, e tanto meno uno Stato terrorista».