Il vero volto della guerra. Un anno e 65 giorni

Uman (regione di Cherkasy) dopo l’attacco missilistico russo del 28 aprile 2023.  Di National Police of Ukraine – CC BY 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=131276195

Mentre Putin gioca alla guerra con la vita degli altri come se fosse al Risiko, la guerra mostra il suo vero volto: la morte degli innocenti.

Uman: 23 morti di cui sei bambini

Ieri, fra gli altri attacchi a varie città ucraine, si è registrato un bilancio sempre più alto di vittime. Il peggiore è stato provocato da un attacco missilistico ad un edificio civile alto 9 piani a Uman, nel centro dell’Ucraina. Dalle macerie sono state recuperate 23 vittime, sei delle quali bambini e ragazzi, e 9 feriti. 17 persone sono state tratte in salvo. Due donne risultano disperse. Si è trattato del più imponente attacco russo da mesi contro città ucraine che non si trovano sul fronte o nelle vicinanze.

Secondo l’Intelligence britannica, i russi volevano probabilmente intercettare unità di riservisti e rifornimenti militari ucraini. «La Russia opera con un processo di individuazione degli obietti inefficiente, e le priorità militari vengono considerate più importanti che l’evitare i danni collaterali, compresa la morte di civili». 

I missili hanno colpito anche Dnipro, dove sono morti una giovane donna e il figlio di 3 anni.  Due civili sono inoltre rimasti uccisi e altri 13 feriti nelle ultime 24 ore nel Donetsk in seguito agli attacchi dell’esercito russo. È stato distrutto da un l’edificio del museo di storia di Kupyansk, nella regione di Kharkiv. Un impiegato è stato ucciso, dieci persone ferite e altre si cercano sotto le macerie.

Un morto e 23 feriti a Mykolaiv; una persona è morta e quattro sono rimaste ferite a Tokarivka nella regione di Kharkiv. Due civili sono stati uccisi durante gli attacchi delle forze russe nella regione di Zaporizhzhia, uno nella regione di Chernihiv. 

La Russia si giustifica. Il ministero della Difesa russo ha detto di avere colpito obiettivi militari in una serie di bombardamenti missilistici avvenuti la scorsa notte. Così riferisce l’agenzia Tass, senza fare riferimento alle vittime civili denunciate dagli ucraini. 

Sebastopoli brucia

Nella notte un vasto incendio ha avvolto un deposito di carburante a Sebastopoli. Secondo Kiev, si tratta di dieci depositi di prodotti petroliferi destinati alla flotta russa del Mar Nero. Così, la guerra è riportata ancora una volta in Crimea. Il governatore filorusso della regione, Mikhail Razvozhayev, ha attributo le esplosioni a un drone ucraino. Kiev non ha rivendicato esplicitamente le esplosioni. Ha però parlato di castigo divino per l’attacco che ieri ha ucciso 23 persone, di cui sei bambini: la Crimea brucia come «punizione di Dio dopo la strage di Uman».

Da parte loro, i filorussi denunciano la morte di sette persone a Donetsk quando un razzo lanciato dalle forze ucraine ha colpito un minibus. Ci sarebbe anche un bambino tra gli uccisi dal razzo ucraino, dieci i feriti. Lo riferisce l’agenzia Ria Novosti…

Intanto, Putin…

Putin firma una legge per le espulsioni dalle regioni ucraine. I residenti delle quattro regioni ucraine annesse dalla Russia che non accettano di diventare cittadini russi saranno considerati stranieri e potranno essere espulsi se porteranno «una minaccia alla sicurezza nazionale» con attività che comprendono anche la partecipazione a raduni e manifestazioni non autorizzate.

Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato anche la legge che prevede di introdurre il carcere a vita come possibile pena per il reato di alto tradimento, finora punito in Russia con la reclusione fino a 20 anni. Lo riporta la Tass. Viene anche innalzata da 15 a 20 anni di carcere la pena massima per gli attacchi terroristici.

Deportazioni e reinsediamenti

L’azienda statale ucraina Energoatom denuncia come nelle scuole e negli asili della città di Energodar, la cittadina dove si trova la centrale nucleare di Zaporizhzhia, i russi stiano iniziando ad evacuare in modo forzato i bambini, per trasferirli nella Crimea occupata. Secondo dati forniti da Kiev il 29 marzo, oltre 19mila bambini ucraini sono stati deportati in Russia. Inoltre il Centro Nazionale di Resistenza ucraino ha denunciato il 12 aprile l’avvenuto trasferimento in Russia di oltre 100mila bambini ucraini del Luhansk e il Donetsk con il pretesto di “cure mediche”.

In contemporanea, avverte la vice ministra ucraina della Difesa, Hanna Maliar, Mosca avrebbe iniziato a insediare nel Donbass, soprattutto nella regione occupata di Luhansk, cittadini delle regioni più povere della Russia. I nuovi arrivati ottengono alloggio, lavoro o prestiti per avviare un’attività. Questa manovra di spostamenti e reinsediamenti è funzionale a distruggere l’identità nazionale dei territori temporaneamente occupati in Ucraina.

È una tecnica nota nella storia: lo facevano gli assiri e i babilonesi, e ne fu vittima, fra il 722 e il 586 a.C., il popolo di Israele.

Prigozhin minaccia il ritiro della Wagner da Bakhmut

Yevgeny Prigozhin, capo dell’esercito privato russo Wagner Group, ha minacciato di abbandonare le sue posizioni vicino a Bakhmut nell’Oblast di Donetsk se non otterrà più rifornimenti dal Cremlino. L’ultimatum è stato inviato una lettera al ministro della Difesa russo Sergey Shoigu. Il capo mercenario ha accusato le forze regolari russe di rubare il credito per l’assalto parzialmente riuscito di Wagner contro Bakhmut ed ha anche inveito contro Potok, una piccola formazione militare privata creata da Gazprom, che avrebbe dovuto tenere il fianco di Wagner, ma pare volesse ritirarsi dall’azione.