Guerra: giorno 101 e passa… L’articolo precedente QUI.
Guerra: giorno 101… e passa
Amministrazione militare regionale del Luhansk: le forze armate ucraine hanno riconquistato il 20% di Sievierodonetsk, mentre i russi controllano circa la metà della città. I russi erano arrivati a controllare il 70% di Sievierodonetsk, ma hanno perso terreno: «Non saranno in grado di conquistare la regione in due settimane, come predetto dall’intelligence britannica». L’esercito russo ha subito perdite significative in città, mentre «la Repubblica popolare del Donetsk (separatisti filorussi) si rifiuta di combattere per la ‘Repubblica popolare del Luhansk». Le truppe ucraine non si sarebbero ritirate da Severodonetsk, come afferma Mosca, ma avrebbero effettuato con successo una controffensiva.
Study of War: le forze russe continuano ad affrontare azioni partigiane ucraine nei territori conquistati. Sarebbero falliti diversi assalti, mentre non si registrano progressi importanti nell’avanzata verso Slovyansk. Successi russi sono invece segnalati nella parte orientale di Severodonetsk, ma le forze ucraine continuano a lanciare contrattacchi sia in città che in periferia.
Intelligence britannica: «L’incapacità della Russia di sopprimere o distruggere i sistemi strategici di difesa aerea dell’Ucraina nei primi giorni del conflitto ha limitato la sua capacità di fornire supporto aereo tattico per le manovre di terra, il che ha contribuito al fallimento dei progressi su Kiev. Con lo spostamento dell’attenzione operativa sul Donbas, la Russia è stata in grado di aumentare l’uso di aerei tattici per supportare la sua avanzata, combinando attacchi aerei e massicci colpi di artiglieria. Il loro uso è stato un fattore chiave del recente successo nella regione».
Guerra: giorno 101 e passa… L’appello dell’ONU
Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, rinnova la sua richiesta di porre fine alle violenze in Ucraina. «Rinnovo il mio appello per l’immediata cessazione della violenza, per l’accesso umanitario illimitato a tutti coloro che ne hanno bisogno, per l’evacuazione in sicurezza dei civili intrappolati nelle aree di combattimento e per la protezione urgente dei civili e il rispetto dei diritti umani in conformità con le norme internazionali». Il conflitto ha già ucciso migliaia di persone e sfollato milioni di altre, e la guerra «ha provocato violazioni inaccettabili dei diritti umani e sta infiammando una crisi globale tridimensionale – cibo, energia e finanza – che sta colpendo sempre di più persone, Paesi ed economie vulnerabili».
La guerra del grano
Vicesindaco di Odessa, Oleg Brindak: «Abbiamo venti giorni per evitare la catastrofe. Nella grande Odessa abbiamo tre porti e da lì le navi mercantili possono mettere in navigazione subito quattro milioni di tonnellate di grano. Ma «la produzione ucraina è di 22 milioni di tonnellate, sfamiamo 400 milioni di persone»; serve tempo per riavviare tutte le partenze, e di tempo ce ne è poco.
«Ci sono Paesi del Nord dell’Africa e del Medio Oriente che se non avranno le derrate entro tre settimane entreranno in crisi»; e il grano ucraino può essere conservato nei magazzini del Paese per un mese e mezzo al massimo. «Non ci sono silos attrezzati, abbiamo sempre prodotto ed esportato. I cereali sono stipati in normali magazzini e adesso è arrivato il caldo. Con 32 gradi il tempo di conservazione può arrivare a 45 giorni». Ci sono 68 cargo mercantili bloccati nei porti ucraini controllati dai russi, otto a Kherson, sei a Mariupol, altri in Crimea. «Il primo problema, da risolvere subito, è che i russi stanno vendendo il grano che ci hanno rubato. Vogliono sostituirsi a noi sul mercato mondiale; hanno già preso accordi con l’Arabia Saudita».
Centoduesimo giorno
Intelligence britannica: nelle ultime 24 ore si sono registrati a Severdonetsk contrattacchi delle forze ucraine, che hanno probabilmente frenato lo slancio delle forze russe. Le forze russe impegnate in quest’area includono riservisti delle forze separatiste dell’autoproclamata Repubblica popolare di Lugansk. Sono truppe scarsamente equipaggiate e addestrate e mancano di equipaggiamento pesante rispetto alle normali unità russe.
Usa American Institute for War Studies (Isw): le truppe russe sono in grado di conquistare interamente Severodonetsk e Lysychansk, ma la difesa ucraina resiste impedendo ai russi di circondare le sue forze nella regione di Lugansk, e respingendo gli attacchi russi a Severodonetsk dove la controffensiva ucraina «sta smussando lo slancio operativo che le forze russe avevano guadagnato concentrando unità di combattimento e potenza di fuoco». L’esercito ucraino sta conducendo contrattacchi anche a nord di Kherson.
Teletrasporto
Ministero degli Esteri russo: la visita del ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov in Serbia è stata annullata dopo che Bulgaria, Macedonia del Nord e Montenegro hanno vietato il transito del volo nel loro spazio aereo. «La nostra diplomazia non ha ancora padroneggiato la capacità di teletrasportarsi», ha affermato il ministero con un notevole sforzo di ironia.
A Belgrado davanti alla sede della presidenza serba si è svolta una manifestazione ostile al ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov e di condanna dell’intervento armato di Mosca in Ucraina. Il raduno era stato annunciato dall’organizzazione «Russi, ucraini, bielorussi e serbi insieme contro la guerra. Alcune scritte su cartelli e striscioni ostentati dai dimostranti, che sventolavano bandiere serbe e ucraine: «All’Aja, non a Belgrado»; «Grazie cari vicini, avete salvato la Serbia dalla vergogna». Il raduno ostile a Lavrov si è svolto mentre il presidente serbo Aleksandar Vucic incontrava l’ambasciatore russo Aleksandr Botsan-Kharcenko.
PAPA FRANCESCO AL TERMINE DEL REGINA CAELI DA PIAZZA SAN PIETRO
«Ora a 100 giorni dall’aggressione armata all’Ucraina sull’umanità è calato nuovamente l’incubo della guerra e la negazione del sogno di Dio: popoli che si scontrano, popoli che si uccidono, gente che viene allontanata dalle proprie case. E mentre la furia della distruzione imperversa e le contrapposizioni divampano alimentando una escalation sempre più pericolosa per tutti, rinnovo l’appello ai responsabili delle nazioni: non portate l’umanità alla rovina, per favore. Non portate l’umanità alla rovina. Si mettano in atto veri negoziati, concrete trattative per un cessate il fuoco e per una soluzione sostenibile. Si ascolti il grido disperato della gente che soffre, lo vediamo sui media tutti i giorni, si abbia rispetto della vita umana, si fermi la macabra distruzione di città e villaggi. Continuiamo a pregare e a impegnarci per la pace senza stancarci».
Centotreesimo giorno
Intelligence britannica: mentre domenica 5 giugno le truppe russe hanno colpito con un raid missilistico la ferrovia a Kiev, «nel tentativo di interrompere la fornitura di materiale militare agli ucraini, il Donbass continua a essere teatro di pesanti combattimenti nella città di Severedonetsk e i russi continuano a spingere verso Sloviansk nel tentativo di accerchiare le forze ucraine».
Capo dell’amministrazione regionale, Sergey Gaidai: «Il numero di bombardamenti su Severdonetsk e Lysychansk è aumentato di dieci volte. Nella regione di Lugansk ci sono molte città con una situazione paragonabile a quella di Mariupol: ora i russi stanno livellando Severdonetsk e Lysychansk».
Secondo l’esercito di Kiev, sono circa 31.250 i soldati russi uccisi in Ucraina dall’inizio dell’invasione. Inoltre sarebbero stati distrutti 213 caccia, 176 elicotteri e 551 droni; 1.386 carri armati russi, 690 pezzi di artiglieria, 3.400 veicoli blindati per il trasporto delle truppe; 125 missili da crociera e 13 navi.
LA GUERRA DEL GRANO
Gli Stati Uniti hanno allertato 14 stati, in gran parte africani, che navi russe piene di «grano ucraino rubato» potrebbero essere dirette verso di loro, ponendo il dilemma di cosa fare: beneficiare di crimini di guerra e dare un dispiacere al potente alleato occidentale o rifiutare il grano a buon mercato? Secondo gli esperti contattati dal New York Times, molti di questi paesi dovranno ripiegare sull’acquisto, sia per il grande numero di persone sull’orlo della carestia sia per la loro forte dipendenza dall’acquisto di armi russe.
Presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti: «Solo la ripresa delle esportazioni dell’Ucraina via mare può scongiurare il rischio di una crisi alimentare su vasta scala. Le alternative basate sull’utilizzo di ferrovie e rotte stradali hanno tempi di consegna troppo lunghi». Circa 22 milioni di tonnellate di grane sono bloccate nei porti ucraini. Negli anni passati l’Ucraina esportava in questo periodo, mediamente, 5 milioni di tonnellate di grano al mese. Ora, nonostante l’apertura di corridoi di solidarietà da parte degli Stati membri della UE, non va oltre un milione.
Secondo il quotidiano russo Izvestia, Mosca avrebbe concordato con Kiev e Ankara uno schema preliminare per l’uscita da Odessa delle navi ucraine con il grano: i militari turchi saranno impegnati nello sminamento e scorteranno le navi in acque neutrali dove le navi incontreranno le navi russe e le scorteranno sul Bosforo. Il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, si è detto certo che il presidente russo Vladimir Putin menta quando dice che non attaccherà Odessa. «Putin dice che non utilizzerà le rotte commerciali per attaccare Odessa. Questo è lo stesso Putin che ha detto al cancelliere tedesco Olaf Scholz e al presidente francese Emmanuel Macron che non avrebbe attaccato l’Ucraina, pochi giorni prima di lanciare un’invasione su vasta scala contro il nostro Paese. Non possiamo fidarci di Putin, le sue parole sono vuote».
LA GUERRA DELLE AUTO
Le vendite di nuove auto in Russia si sono ridotte dell’83,5% a maggio rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Secondo la Association of European Businesses di Mosca, a maggio in Russia sono stati venduti in tutto 24.268 tra auto e veicoli commerciali leggeri.
Nel frattempo, dopo che Renault ha lasciato la Russia trasferendo i suoi beni russi allo Stato, l’ex stabilimento dell’azienda a Mosca, ribattezzato «Moskvich», è stato attribuito al ministero dell’Industria e del Commercio. Il sindaco di Mosca Sergei Sobyanin ha dichiarato che l’impianto riprenderà la produzione con il marchio Moskvich, rinunciando però ai vecchi modelli dalla classica linea sovietica a favore di design più moderni.
UN RICONOSCIMENTO
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha premiato con una onorificenza l’ambasciatore della Santa Sede a Kiev, il Nunzio apostolico monsignor Visvaldas Kulbokas. Il diplomatico vaticano (unico, insieme ad un altro) è rimasto a Kiev anche nei giorni più duri dei bombardamenti.
Centoquattresimo giorno
Intelligence britannica: «La battaglia per il Donbass è stata caratterizzata da lenti ritmi di avanzata e da un massiccio impiego di artiglieria da parte della Russia, spianando paesi e città nel percorso. I combattimenti nell’oblast di Donetsk continueranno quasi sicuramente in questo modo. La Russia ha probabilmente raggiunto un coordinamento ragionevolmente efficace tra almeno due raggruppamenti di forze», quello centrale e quello meridionale.
Dopo la cattura di Lysychansk e il controllo della regione ucraina di Lugansk (est) da parte di Mosca, le forze ucraine potranno ripiegare su una linea del fronte più facilmente difendibile. La conquista relativamente rapida di Lysychansk da parte della Russia ha consentito alle sue forze di estendere il controllo su praticamente tutto il territorio di Lugansk e di rivendicare progressi sostanziali nel Donbass.
Donetsk
Intelligence britannica: Pesanti bombardamenti sono continuati lungo la linea del fronte nella regione di Donetsk, ma con pochi progressi da parte russa. Le recenti iniziative legislative del Parlamento russo per rendere disponibili risorse senza dichiarare una piena mobilitazione dell’economia, che resta un tema sensibile dal punto di vista politico, consentirebbero «a Mosca di evitare di riconoscere che è impegnata in una guerra o il suo fallimento nel sopraffare l’esercito ucraino».
Il governatore della regione ucraina di Donetsk, Pavlo Krylenko, sollecita i civili a lasciare la zona in vista dell’offensiva delle forze russe. Il sindaco di Slovyansk, probabile prossimo obiettivo di Mosca, Vadym Lyakh ha predisposto autobus e treni, con destinazione Ucraina Occidentale, per i civili in fuga. Nel frattempo, i militari ucraini hanno costruito un muro difensivo lungo il fronte, a ridosso dei tre centri abitati di Siversk, Soledar e Bakhmut. L’obiettivo ne è di fermare l’avanzata dei russi verso la zona industriale di Kramatorsk, quartier generale delle forze ucraine nel Donbass.
6 luglio: una svolta?
Institute for the the study of war (Isw). «Per la prima volta in 133 giorni di guerra, l’esercito russo non ha rivendicato avanzamenti sul territorio in Ucraina a sostegno della valutazione secondo cui le forze russe hanno in gran parte avviato una pausa operativa». Il Ministero della Difesa russo ha rivendicato conquiste territoriali ogni giorno dall’inizio della guerra; ma non ha rivendicato alcun nuovo territorio o movimento di forze di terra da quando ha completato l’accerchiamento di Lysychansk il 3 luglio. Le forze russe hanno ancora condotto assalti di terra limitati e senza successo su tutti gli assi il 6 luglio. Si limiteranno probabilmente ad azioni offensive su scala relativamente ridotta, nel tentativo di creare le condizioni per operazioni offensive più significative.
La guerra economica
La nave russa Zhibek Zholy, che secondo le autorità ucraine sta cercando di portare il grano ucraino fuori dal Paese, è salpata per la Russia dopo diversi giorni di fermo in Turchia ed anzi è già entrata in acque territoriali russe. Il ministero degli Esteri ucraino ha definito la situazione inaccettabile per le prove di reato presentate alle autorità turche: Kiev accusa infatti la Russia di aver rubato il grano ucraino trovato nelle aree controllate dall’esercito russo.
I russi che hanno preso il controllo della regione di Zaporizhzhia prevedono di vendere il grano all’Arabia Saudita, all’Iran e all’Iran. Lo ha dichiarato il capo dell’amministrazione imposta dalla Russia a Zaporizhzhia, Yevgeny Balitsky.
Missili da crociera russi hanno colpito e distrutto hangar agricoli con tonnellate di grano nella regione di Odessa.
La più grande fabbrica russa di piombo, lo stabilimento di Fregat vicino a Mosca, ha interrotto completamente la produzione a causa dello stop dell’export ed è stata chiusa per mancanza di ordini. Anche altre aziende si stanno preparando a chiudere o avviare lavori di ristrutturazione. Lo stabilimento di Fregat produce fino a 40.000 tonnellate di piombo e leghe all’anno.
Isola dei Serpenti
L’Isola dei Serpenti continua a far parlare di sé. Il ministero della Difesa russo ha reso noto che le truppe di Kiev hanno tentato d’installarvi la bandiera ucraina, ma uno dei suoi aerei da guerra ha sparato sull’isola, uccidendo alcuni dei militari. Andriy Yermak, il capo di Stato maggiore del presidente ucraino, ha pubblicato un video dei tre soldati che alzavano la grande bandiera ucraina sull’isola, da cui le forze russe si sono ritirate il 30 giugno. Il comando operativo ucraino ha confermato l’attacco missilistico sull’Isola, parlando di danni al molo d’attracco, ma senza alcun riferimento a vittime tra i suoi soldati.
Disastro ambientale
Comando operativo Sud ucraino: un missile russo ha colpito una nave cisterna che trasportava 500 tonnellate di gasolio. La Millenial Spirit, battente bandiera moldava, era stata colpita una prima volta, e sta andando alla deriva senza equipaggio e con i resti del carburante diesel a bordo.
Centoquattresimo giorno
Intelligence britannica: La Russia «ha ottenuto successi a sud, lungo l’asse di Posasna a maggio, ma i suoi progressi nell’area nell’ultima settimana sono in stallo. Le notizie di pesanti bombardamenti nei pressi di Izium indicano che la Russia si sta preparando a nuovi sforzi lungo l’asse nord».
Stato maggiore delle forze armate dell’Ucraina: «I nostri soldati mantengono il controllo a Severodonetsk, mentre combattimenti continuano nella parte orientale della città». L’esercito di Kiev «ha respinto l’assalto del nemico in direzione di Novookhtyrka e Voronovo». Sono circa 31.360 i soldati russi uccisi in Ucraina; distrutti 212 caccia, 177 elicotteri e 553 droni; 1.390 carri armati russi, 694 pezzi di artiglieria, 3.416 veicoli blindati per il trasporto delle truppe, 125 missili da crociera e 13 navi.
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO EUROPEO, CHARLES MICHEL, AL CONSIGLIO DI SICUREZZA ONU
«Il Cremlino può vietare e perseguire l’uso della parola guerra, ma ciò non cambia la realtà… migliaia di donne, bambini e uomini ucraini morti, atrocità, stupri e innumerevoli città ucraine ridotte in rovina dai bombardamenti. Questa è una guerra. Una guerra barbara condotta da un membro permanente di questo Consiglio. La guerra scatenata dalla Russia è l’unica causa della crisi alimentare imminente. La Russia ne è la sola responsabile, contrariamente a ciò che dice la campagna di menzogne e di disinformazione orchestrata dal Cremlino. Sono i carri armati, le bombe e le mine della Russia che impediscono all’Ucraina di seminare e raccogliere. Il Cremlino prende di mira anche le scorte di grano, ruba i cereali nei territori che occupa, e tutto questo dando la colpa agli altri. È vigliaccheria. È pura e semplice propaganda.
Il Cremlino sta usando le scorte di cibo come missile invisibile contro i Paesi in via di sviluppo. Le drammatiche conseguenze della guerra russa si stanno diffondendo in tutto il mondo. E ciò sta facendo salire i prezzi dei generi alimentari, spingendo le persone nella povertà e destabilizzando intere regioni. La guerra russa è l’unica responsabile di questa incombente crisi alimentare. Solo la Russia.
Nonostante la campagna di bugie e disinformazione del Cremlino, l’ho visto con i miei occhi, qualche settimana fa, a Odessa: milioni di tonnellate di grano e grano bloccati in container e navi a causa delle navi da guerra russe nel Mar Nero e a causa degli attacchi della Russia alle infrastrutture di trasporto. E sono i carri armati, le bombe e le mine della Russia che impediscono all’Ucraina di piantare e raccogliere. Il Cremlino prende di mira anche i depositi di grano e ruba grano dalle aree che ha occupato, scaricando la colpa su altri. Questa è codardia e propaganda. Pura e semplice».
L’ambasciatore russo all’Onu ha lasciato la sala del Consiglio di sicurezza durante l’intervento di Michel. «Può lasciare la stanza, magari è più semplice non ascoltare la verità», ha commentato Michel.
PROFUGHI
Viminale: sono 129.623 le persone in fuga dal conflitto in Ucraina giunte fino a oggi in Italia. 68.031 sono donne, 19.635 uomini e 41.957 minori.
Centocinquesimo giorno
Intelligence del Ministero della Difesa britannico: «La Russia continua a cercare di attaccare in direzione di Severodonetsk da tre lati, sebbene la difesa ucraina stia resistendo. È improbabile che nelle ultime 24 ore una delle due parti abbia potuto ottenere un successo significativo». Mentre la Russia concentra i suoi attacchi sulla regione orientale del Donbass, rimane sulla difensiva altrove. «Le truppe ucraine hanno recentemente compiuto alcuni progressi in un contrattacco nella regione sudoccidentale di Kherson» e hanno riconquistato un punto d’appoggio a est del fiume Ingulets. Entrambe le parti stanno lottando per liberare forze per nuovi assalti, mantenendo le linee difensive su un fronte di 500 km.
RISCHIOSO RIACCENDERE IL TELESCOPIO TEDESCO
Presidente dell’Accademia russa delle scienze, Alexander Sergeev: gli astronomi russi si schierano contro la decisione dell’agenzia spaziale russa Roscosmos di riaccendere il telescopio tedesco eRosita a bordo dell’osservatorio spaziale russo Spektr-RG senza il consenso della Germania, che a marzo ne aveva deciso lo spegnimento come segno di protesta contro l’invasione dell’Ucraina. Prendere il controllo del telescopio eRosita sarebbe un compito difficile e rischioso: un’azione unilaterale, senza la collaborazione dei tedeschi che lo hanno sviluppato e utilizzato finora, rischierebbe di compromettere il funzionamento dello strumento.
GUERRA DI IDEE (CONTRO LE IDEE)
Il tribunale distrettuale Basmanny di Mosca ha predisposto l’arresto del giornalista e scrittore di libri di fantascienza Dmitry Glukhovsky, dopo averlo accusato, in contumacia, di aver screditato le forze armate russe. Lo scrittore 42enne, autore del romanzo «Metro 2033», si era espresso contro la guerra su Instagram e su media occidentali. «Ha scritto oggi su Telegram: «Sono pronto a ripetere tutto quello che avevo detto prima: “Fermate la guerra! Ammettete che è una guerra contro l’intero Paese e fermatela”».
GUERRA E RELIGIONE
Orthodox News, giornale indipendente internazionale dei cristiani ortodossi: Il Sinodo della Chiesa ortodossa russa ha licenziato l’incaricato per i rapporti con l’esterno Ilarion, togliendogli anche la carica di metropolita di Volokolamsk. Ilarion stava cercando di differenziarsi dal patriarca di Mosca e di tutte le Russie Kirill e dal suo «aggressivo atteggiamento» e la sua «completa identificazione» con il volere del Cremlino. A Ilarion viene invece assegnato il ruolo di metropolita di Budapest (dove gli ortodossi sono una minoranza. “«l metropolita Irarion di Volokolamsk sarà l’amministratore della metropoli (arcivescovado) di Budapest-Ungheria, con l’esenzione dalle sue funzioni di presidente del Dipartimento per le Relazioni esterne della Chiesa e di membro permanente del Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa». Al posto di Hilarion, a capo delle relazioni esterne viene nominato il metropolita Anton di Korsun.
Arcivescovo di Kiev
Arcivescovo maggiore di Kiev Sviatoslav Shevchuk: «Oggi dirigiamo le nostre preghiere alla regione sofferente di Luhanskdove ci sono faticose battaglie. A causa della sempre maggiore resistenza all’intervento militare della Russia, l’evacuazione della popolazione locale è praticamente interrotta. Ci sono problemi con la fornitura di alimenti, di medicinali, e di tutto l’indispensabile per poter sopravvivere in quei territori. Mi appello a tutto il mondo a pregare per la regione ucraina di Luhansk. I bombardamenti atroci, in particolare, si sono abbattuti ieri sulle città e i villaggi al confine, nella regione di Sumy. Le bombe si sono di nuovo abbattute sulla città di Kharkiv. Pesanti battaglie sono in corso nelle regioni di Mykolaiv e di Kherson». Shevchuck chiede preghiere «in modo particolare per le autorità ucraine e per tutti quelli del mondo che sono stati incaricati dai popoli, dalla società a esercitare il potere di Stato».
Rabbino capo di Mosca
Il rabbino capo di Mosca, Pinchas Goldschmidt, è fuggito con la moglie Dara dalla Russia. Le pressioni esercitate dalle autorità russe perché sostenesse l’invasione dell’Ucraina erano diventate insostenibili. Lo ha reso noto la nuora, la giornalista newyorkese Avital Chizhik-Goldschmidt, moglie di uno dei figli del rabbino: «Sono volati in Ungheria due settimane dopo l’invasione russa dell’Ucraina. Ora sono in esilio dalla comunità che hanno amato e costruito e in cui hanno cresciuto i loro figli per oltre 33 anni. Il dolore e la paura nella nostra famiglia negli ultimi mesi è al di là delle parole». Il rabbino Goldschmidt è anche presidente della Conferenza dei rabbini europei.
Centoseiesimo giorno
Intelligence britannica: «Continuano i combattimenti a Severdonetsk ma, nelle ultime 48 ore, il Gruppo di forze orientale russo ha anche aumentato gli sforzi per avanzare a sud di Izium» dove si erano «bloccati ad aprile, dopo che le forze ucraine avevano fatto buon uso del terreno per rallentare l’avanzata russa. La Russia probabilmente cerca di riguadagnare slancio in quest’area per esercitare ulteriore pressione su Severdonetsk e per avere la possibilità di avanzare più in profondità nell’oblast di Donetsk».
UNA NUOVA MARIUPOL?
Capo dell’amministrazione militare regionale del Lugansk Sergiy Gaidai: a Severodonetsk bombardato per due volte dall’esercito russo tra ieri sera e la notte scorsa l’impianto chimico Azot, dove si sono rifugiati circa 800 civili, 200 dipendenti e circa 600 residenti. Almeno due officine sono state colpite, tra cui una per l produzione di ammoniaca. Dentro la fabbrica ci sarebbero anche alcune unità militari ucraine che, secondo i combattenti filorussi, sarebbero arretrati in seguito all’assalto dell’esercito di Mosca.
Oleksandr Stryuk, sindaco della città: la situazione a Severodonetsk è «difficile ma gestibile». Sono circa 10 mila i civili intrappolati nella città. Le forze di Kiev mantengono il controllo della zona industriale e delle aree circostanti, nonostante l’intenso fuoco di artiglieria russo che impedisce di evacuare gli abitanti.
La corte suprema dell’autoproclamatasi Repubblica Popolare del Donetsk ha condannato a morte i «mercenari» britannici Aiden Aslin, 28 anni, del Nottinghamshire, Shaun Pinner, 48 anni, del Bedfordshire, e Saaudun Brahim, cittadino marocchino, che combattevano per l’esercito ucraino. Il Regno Unito ha chiarito che sono da considerarsi come prigionieri di guerra che non dovrebbero essere perseguiti per aver preso parte alle ostilità. La corte del Donetsk, che non è riconosciuta a livello internazionale, ha comunque precisato che i condannati hanno il diritto di chiedere la grazia, secondo quanto riporta la Tass.
PROFUGHI
Onu: al 7 giugno, sono stati registrati almeno 4,8 milioni di rifugiati dall’Ucraina in tutta Europa, compresi quelli dapprima giunti nei paesi vicini e che poi sono andati oltre, in 44 paesi europei. Circa 7,3 milioni persone sono fuggite dall’Ucraina dal 24 febbraio, data dell’aggressione russa, ma 2,3 milioni hanno fatto ritorno nel Paese.
Alcuni rifugiati fanno ritorno nel Paese per valutare la situazione, controllare la proprietà, visitare i familiari o aiutarli a partire. Altri si recano nell’Ucraina occidentale e nelle aree intorno a Kiev e Chernihiv con l’intenzione di rimanere, ma tra coloro che sono tornati in patria molti hanno trovato le loro case gravemente danneggiate e una situazione economica devasta e «non hanno avuto altra scelta che andarsene di nuovo». L’Unhcr sottolinea la solidarietà degli Stati che accolgono i profughi, attivando per la prima volta rapidamente la Direttiva sulla protezione temporanea, garantendo l’accesso alla protezione e ai servizi per i rifugiati dall’Ucraina.
Centosettesimo giorno
Intelligence britannica: «I combattimenti continuano intorno a Severodonetsk. La Russia ha di nuovo il controllo della maggior parte della città, ma le sue forze hanno fatto pochi progressi nei tentativi di circondare l’area più ampia da nord e da sud. La Russia sta lottando per fornire servizi pubblici di base alla popolazione nei territori occupati. L’accesso all’acqua potabile è stato inconsistente, mentre continuano le gravi interruzioni dei servizi telefonici e Internet». A Severodonetsk «la Russia ha di nuovo il controllo della maggior parte della città, ma le sue forze hanno fatto pochi progressi nei tentativi di accerchiare l’area più ampia da Nord e da Sud».
Capo dell’Amministrazione militare regionale Sergiy Gaidai: Le truppe russe stanno cercando di stabilire il pieno controllo sulla regione di Lugansk entro il 12 giugno, data della celebrazione del Giorno della Russia. «Severodonetsk regge, ma i russi stanno distruggendo tutto. Il mondo russo è un deserto. Il nemico sta cercando di raggiungere questo obiettivo».
Sindaco di Melitopol, Ivan Fedorov: I russi sono stati allontanati di 5-7 chilometri da Zaporizhzhia, dove si trova la centrale nucleare più grande d’Europa. Le forze armate ucraine hanno liberato dagli occupanti più di 30 insediamenti nella direzione di Kherson.
Stato maggiore ucraino: Intere unità di fanteria dell’esercito russo si stanno rifiutando di combattere in seguito alle numerose perdite registrate. In particolare, «l’unità russa nella regione di Kharkov [la cui capitale è la seconda città dell’Ucraina] si rifiuta di combattere».
MARIUPOL
Intelligence britannica: «I servizi medici a Mariupol sono probabilmente vicini al collasso: da maggio sono stati segnalati casi isolati di colera, una grave epidemia aggraverà ulteriormente la situazione».
Sindaco di Mariupol Vadym Boychenko: I filorussi hanno chiuso gli ospedali di Mariupol per nascondere l’epidemia di colera in città. «Dovrebbe essere chiaro che ora gli occupanti del Dpr stanno chiudendo quegli ospedali in modo che non riceviamo quasi nessuna informazione. Tuttavia, ora ci sono prove che ci sono i primi focolai di colera. E loro stanno combattendo contro il colera in modo tale da aver chiuso la città e di averla messa in quarantena».
KHERSON
Ambasciatore americano all’Osce, Michael Carpenter: Ai bambini di Kherson, la prima città occupata dalle forze russe, i genitori hanno preparato uno zainetto speciale contenente un telefono, denaro, un cambio di vestiti, e le istruzioni da consegnare a un adulto, nel caso in cui i genitori siano uccisi e i figli si trovino da soli. Il Cremlino sta preparando il terreno per l’annessione della regione di Kherson alla Federazione russa, «aspettando il momento opportuno per farlo». L’annessione è cruciale perché «consente il collegamento fra Crimea e Donbass». Kherson è «il laboratorio» del tentativo di assorbire l’Ucraina in Russia, anche se «gli abitanti di Kherson non sono vogliono in alcun modo essere associati al brutale regime di occupazione che la Russia sta cercando di imporre».
PROCESSO
Il governo britannico è profondamente preoccupato per la condanna a morte inflitta da una corte dell’autoproclamata repubblica filorussa del Donetsk ai due «mercenari» britannici e a un commilitone marocchino. «Abbiamo ripetutamente detto che sono prigionieri di guerra, che non vanno strumentalizzati a scopi politici e che hanno diritto all’immunità in base alla Convenzione di Ginevra». Londra continua a «lavorare con le autorità ucraine per garantire un trattamento da prigionieri di guerra a ogni cittadino britannico» arruolato nell’esercito di Kiev.
ARCIVESCOVO DI KIEV
Mons. Sviatoslav Shevchuk: «La situazione della nostra popolazione civile nei territori occupati è tragica, e peggiora ogni giorno. È evidente che la guerra iniziata dalla Russia contro l’Ucraina è di natura coloniale. I combattimenti più intensi si verificano nelle regioni ucraine di Luhansk e di Donetsk. Allo stesso tempo, sotto le bombe si trova la maggior parte delle regioni dell’Ucraina dell’est, del sud e del centro. Stanno di nuovo cercando di trasformare l’Ucraina in una colonia, per di più, praticamente nel cuore dell’Europa. Questa guerra coloniale è accompagnata da omicidi, stupri, rapine e, purtroppo, dal fatto che la Russia esporta e vende sul mercato internazionale tutto ciò che può essere depredato in Ucraina».
LA GUERRA DEL CIBO
Migliaia di tonnellate di semi di girasole e olio sono andate distrutte in un incendio che sarebbe stato causato dai russi durante il tentativo di ripristinare i servizi di alimentazione elettrica di un impianto di trasformazione a Mariupol. Le autorità di occupazione della città starebbero cercando di nascondere alla leadership russa la vera entità delle perdite, poiché questi prodotti dovevano essere portati in Russia.
Sindaco di Melitopol Ivan Fedorov: «Gli occupanti russi trasportano il grano in treno dalla regione di Zaporizhia alla Crimea. Oggi ci sono clamorosi furti di grano, iniziati più di un mese fa. Ma la portata del furto era completamente diversa, venivano mandate in Crimea circa 20-30 auto piene di grano al giorno. Oggi hanno iniziato a portarlo via con i treni. Si stanno anche preparando a rubare il nuovo raccolto. Il nostro compito è registrare tutto ciò che sta accadendo. Secondo i nostri dati, a partire dal 7 giugno, la Russia ha rubato circa 500.000 tonnellate di grano ucraino per un valore di 100 milioni di dollari».
Il presidente senegalese e presidente dell’Unione Africana, Macky Sall, ha chiesto lo sminamento del porto ucraino di Odessa per consentire l’export dei cereali. Se le esportazioni di grano non riprenderanno, l’Africa «sarà in una situazione di carestia molto grave che potrebbe destabilizzare il continente». Ha asserito di aver ricevuto rassicurazioni dal capo del Cremlino, Vladimir Putin, che i russi non attaccheranno l’area.
SUI BANCHI DI SCUOLA
Ministro dell’Educazione di Mosca, Serghei Kravstov: dall’1 settembre, nelle classi del Donbass programmi scolastici e libri di testo saranno russi. «Sono state prese le decisioni sulla nuova formazione dei docenti, che comincerà il 14 giugno, e sulla fornitura di testi scolastici russi alle scuole delle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk». Kiev invece si prepara ad eliminare «Guerra e pace» dal curriculum scolastico perché celebra l’esercito nemico, e ad introdurre corsi anti-mine.
Centottesimo giorno
Intelligence britannica: «Al 10 giugno, le forze russe intorno a Severodonetsk non hanno fatto progressi nel quadrante sud della città. Sono in corso combattimenti strada per strada ed è probabile che entrambe le parti registrino un alto numero di morti e feriti. La Russia sta ammassando armi con l’artiglieria e l’aviazione nel tentativo di sopraffare le forze ucraine».
Governatore Serhiy Gaidai: L’Ucraina mantiene il controllo della fabbrica Azot a Severodonetsk. «Le informazioni diffuse dalla propaganda russa sono delle fake news. Le nostre forze mantengono» il controllo della «zona industriale di Severodonetsk e stanno distruggendo l’esercito russo». Circa 800 persone, compresi bambini, si nascondono all’interno della fabbrica chimica della città, che per l’80% è sotto il controllo delle truppe russe. La conquista di Severodonetsk darebbe al presidente russo, Vladimir Putin, il controllo di tutta Lugansk, la regione che, con Donetsk, costituisce il cuore industriale dell’Ucraina, il Donbass.
LA GUERRA DEL GRANO
Ministro dell’agricoltura ucraino Taras Vysotskyi: Fino a 300.000 tonnellate di grano, immagazzinate al porto ucraino di Mykolaiv, potrebbero essere state distrutte dai bombardamenti russi della scorsa settimana. Secondo i registri, all’inizio della guerra i magazzini di uno dei più grandi terminal agricoli dell’Ucraina nel porto di Mykolaiv contenevano da 250.000 a 300.000 tonnellate di grano e mais.
PROFUGHI
Onu: sono 7,3 milioni gli ucraini fuggiti all’estero a seguito della guerra. Più della metà di loro si trovano in Polonia. Gli sfollati interni sono più di 7 milioni. Prima dell’invasione russa l’Ucraina contava 37 milioni di abitanti.
Viminale: sono 132.129 le persone in fuga dal conflitto in Ucraina giunte fino a oggi in Italia. 69.493 sono donne, 20.181 uomini e 42.455 minori.