
Guerra: 17 mesi! Il bollettino delle vittime civili, col passar del tempo, si gonfia in modo disumano. È salito a 7 il numero delle persone uccise da un attacco russo alla città di Orikhiv, nella regione di Zaporizhzhia, mentre venivano distribuiti aiuti umanitari in un quartiere residenziale. Quattro giovani uccisi sono il bilancio di un altro bombardamento russo nella stessa regione.
Nella regione di Donetsk a causa degli attacchi russi sono morti quattordici civili (di cui due minorenni, fratello e sorella).
Una donna è stata uccisa in un bombardamento russo condotto sul villaggio di Sofiyivka, nella regione di Kherson; un’altra nel villaggio di Mykilske, mentre si trovava nel cortile della propria abitazione. Nella città di Kherson è stato bombardato il centro degli aiuti umanitari. Un civile morto aDvorichna, nell’oblast di Kharkiv; due nel distretto di Kupiansk, sempre nella regione di Kharkiv; un altro nel distretto di Chuguevsky, un altro ancora nel distretto di Osnovyanskyi. Due civili sono morti in seguito agli attacchi russi su Mykolaiv, nell’Ucraina meridionale. Una vittima si è registrata anche a Kiev durante un raid notturno di droni. Due vittime si sono avute nella regione settentrionale di Sumy, due in un centro culturale nella regione di Chernihiv.
A Odessa
I droni russi su Odessa hanno causato la morte di 4 civili (i feriti sono 25) in un condominio di 10 piani. Sono stati danneggiati anche scuole e asili. Tra i feriti ci sono anche due bambini e una donna incinta. Un attacco successivo ha ucciso un giovane di 21 anni. Stanotte, un attacco russo ha provocato almeno un morto ed ha distrutto la cattedrale della Trasfigurazione. Completata nel 1808, la cattedrale venne demolita dalle autorità sovietiche nel 1936 e fu ricostruita tra il 1999 e il 2003.
Colpito consolato cinese a Odessa
La Cina ha confermato che il suo consolato a Odessa, nel sud dell’Ucraina, è stato danneggiato durante i raid russi. «Un’esplosione è avvenuta vicino al consolato generale cinese a Odessa. L’onda d’urto ha scosso parte del muro ed i vetri delle finestre. Il personale consolare aveva lasciato da tempo i locali e nessuno è rimasto ferito». Questo ha affermato un portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, senza precisare se la Cina abbia protestato per l’accaduto con la Russia.
Guerra: 17 mesi! La guerra del grano riprende

La notizia saliente di questi giorni è lo stop all’accordo sul grano attuato dalla Russia che non permette più l’esportazione dei grano ucraino, con le gravi conseguenze che ciò causerà a livello mondiale. E non solo si assiste al blocco navale ed agli incendi dei campi causati dai bombardamenti. L’Alto rappresentante dell’Ue per la Politica estera, Josep Borrell, ha dichiarato:
«Per la terza notte consecutiva la Russia ha bombardato il porto di Odessa e ha colpito i depositi di grano, distruggendo 60 mila tonnellate. La Russia non solo si è ritirata dall’accordo sul grano ma lo sta bruciando. È un atto barbarico che non solo causa vittime civili ma porterà a una enorme crisi alimentare nel mondo. Quello che sta succedendo ora è qualcosa di nuovo e doloroso, perché finora la Russia non permetteva l’esportazione ora lo sta distruggendo. Indicare ogni nave come minaccia militare vuol dire fare un ulteriore passo per impedire all’Ucraina di esportare il proprio grano. E questo ha due conseguenze: privare l’Ucraina delle entrate dalla vendita e privare il mondo di una materia prima critica che è il grano».
L’Intelligence britannica chiarisce:
«Il 17 luglio, la Russia non ha rinnovato il suo coinvolgimento nella Black Sea Grain Initiative. Ciò ha di fatto annullato l’accordo che, nonostante la guerra, aveva garantito il passaggio sicuro delle navi che esportavano grano dall’Ucraina. La Russia mira a scoraggiare tutte le spedizioni mercantili dai porti ucraini. La Russia probabilmente ha preso questa decisione perché l’accordo non serviva più i suoi interessi. Invece la Russia sostiene che il suo ritiro è dovuto alla preoccupazione che le navi civili siano a rischio a causa delle mine ucraine e che l’Ucraina stesse facendo un uso militare del corridoio del grano senza fornire prove per queste affermazioni. Il 19 luglio 2023, il ministero della Difesa russo ha affermato che avrebbe presunto che tutte le navi in avvicinamento all’Ucraina trasportassero armi».
Guerra: 17 mesi! La controffensiva ucraina
In sole cinque settimane, dall’inizio della controffensiva il 4 giugno, le forze ucraine hanno liberato «quasi altrettanto territorio di quello catturato dai russi in oltre sei mesi». Lo asserisce l’Institute for the study of war (Isw).
Secondo una stima dell’Isw, dall’inizio della controffensiva gli ucraini hanno liberato 253 km2 di territorio. Dal primo gennaio di quest’anno, le forze russe hanno catturato 282 km2 di territorio ucraino, poco più di quanto fatto da Kiev in un periodo di tempo molto più breve.
La controffensiva ucraina avanza lentamente poiché i territori di fronte alle fortificazioni difensive russe sono densamente minati: lo riferisce il Washington Post (Wp). La lunga preparazione alla controffensiva ha dato ai russi il tempo di prepararsi, e le difese approntate con mine anticarro e antiuomo hanno avuto successo nel bloccare l’avanzata ucraina. Di conseguenza, i vertici militari di Kiev hanno cambiato strategia: invece di cercare di sfondare con veicoli da combattimento, le unità stanno avanzando lentamente, a piedi.
Attacco al ponte di Crimea
Nella notte tra domenica e lunedì, due esplosioni hanno danneggiato la struttura. Morta a causa del crollo di una campata una coppia che viaggiava in auto. Kiev ne ha confermato la responsabilità: l’attacco sferrato al ponte di Crimea è stato un’operazione speciale delle forze navali e del Servizio di sicurezza (Sbu) ucraini.