Gobba a ponente luna crescente

Gobba a ponente luna crescente
Luna crescente nel cielo di Bologna. Le foto sono di mia figlia Sara

È risaputo: Gobba a ponente, luna crescente, gobba a levante luna calante. Curiosa la vicenda della luna: non sta mai ferma, mutevole come si presenta. È vero che tutto gira in questo nostro universo, ma la luna sembra particolarmente ballerina: quando cresce, quando è piena, quando cala, quando… non c’è, o almeno c’è, ma non si vede. Come corpo celeste, è molto lunatico. Non che la luna faccia niente per apparire così: è tutta una questione di ombre. A proposito: il cielo, in realtà, non è così nero come appare nella foto. Per qualche particolare legge fisica che non conosco, se si scatta la foto ingrandendo sulla luna, il cielo risulta nero invece che azzurro cupo.

Primo plenilunio di primavera

Un astro così vicino a noi, e così lunatico, non poteva non attirare l’attenzione in modo particolare, prestandosi al nascere di tante leggende, tradizioni e superstizioni.

Il primo fatto è scientifico: la luna sovrintende alle maree grazie alla sua forza gravitazionale, unita a quella solare. Ma, a causa del suo continuo crescere e calare, si ritiene che sovrintenda anche a tutto ciò che sulla terra cresce e cala, come lo sviluppo delle piante, la gestazione, il parto e persino la crescita di unghie e capelli.

Modi di dire sulla luna

Questo, che sembra il sogghigno dello Stregatto, è un angoletto di luna crescente… Fidiamoci: Gobba a ponente, luna crescente

Se un colpo di sole può far venire un’insolazione, un colpo… di luna può mandare in tilt il cervello. Chi si trova troppo sotto l’influsso della luna tende a diventare… appunto, lunatico. Avere la luna storta o di traverso significa essere di cattivo umore o intrattabile. C’è bisogno di esprimere una condizione di miseria o situazioni difficili? Eh, di questi chiari di luna… Cercare la luna nel pozzo vuol dire nutrire sogni impossibili da realizzare. Abbaiare alla luna equivale a sfogarsi contro chi non c’entra o, inutilmente, contro qualcuno che non si cura di reagire. Il detto nasce dalla credenza popolare secondo cui i cani sono disturbati dalla luce della luna e cercano di scacciarla abbaiandole contro.

Nella tradizione popolare, il nostro satellite ha addirittura a che fare con Caino, che si ravvisa nelle ombre sulla Luna, le macchie lunari, intento a portare sulle spalle un fascio di spine. Se ne trova un’eco persino nell’Inferno di Dante (XX,126). In una filastrocca infantile, invece, Caino avrebbe addirittura aperto una friggitoria sulla luna, vai a sapere perché:

«Vedo la luna, vedo le stelle,

vedo Caino che fa le frittelle,

vedo la tavola apparecchiata,

vedo Caino che fa la frittata».

Molto più aulici i poeti che si sono ispirati alla luna. Compenso la prosaicità della tradizione popolare con una lirica di Emily Dickinson:

La Luna è lontana dal Mare

La Luna è lontana dal mare –
Eppure, con mani d’ambra –
Lo conduce – docile come un fanciullo –
Lungo sabbie designate –
Egli non sbaglia mai un grado –
Obbediente agli occhi di lei
Arriva proprio fin qui – verso la città –
Proprio fin qui – se ne va –
Oh, Signore, tua, la mano d’ambra –
E mio – il mare lontano –
Che il tuo occhio mi impone.