Lettura continua della Bibbia. Gli Oracoli contro le nazioni nel libro di Geremia

Geremia assiso sulle rovine di Gerusalemme. Di Eduard Bendemann (1811 – 1889) – Wellcome Collection gallery: https://wellcomecollection.org/works/mdwxzy44 CC-BY-4.0, CC BY 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=36614532

Una suddivisione del libro di Geremia deve tener conto degli argomenti e degli stili presenti nelle varie parti. – Abbiamo visto come i capitoli 1–25 contengano oracoli e discorsi di critica nei riguardi di Giuda e Gerusalemme.

– I capitoli 26–45 sono in prevalenza narrativi, ma contengono anche diversi testi poetici, sopratutto i capitoli 30-31, il cosiddetto Libro della consolazione. I capitoli 37-45 costituiscono un racconto continuato che si conclude nel cap. 45 con un oracolo personale in favore di Baruc.

– Infine, i capitoli 46-51 raccolgono oracoli contro nazioni straniere, chiusi da una lunga e violenta requisitoria contro Babilonia (capp. 50-51).

– Il cap. 52 è un’appendice storica che racconta la caduta di Gerusalemme in mano ai Babilonesi (cfr. 2 Re 24-25).

Gli Oracoli contro le nazioni

La sezione costituita dai cc. 46-51 contiene oracoli di giudizio contro le nazioni nemiche di Israele, tema già anticipato in 25,14-28. Ma ci sono differenze rimarchevoli tra il testo ebraico (Testo Masoretico) e la versione dei LXX.

Geremia nella versione dei LXX

La versione greca di Geremia presenta una diversa collocazione degli Oracoli contro le nazioni. Essi infatti  nella versione dei LXX sono collocati subito dopo 25,14-38 e corrispondono dunque, nel testo greco, ai capitoli 26-31. Il testo greco inoltre presenta un ordine interno diverso delle nazioni straniere cui gli oracoli sono rivolti. Inoltre, il testo di Geremia nei LXX è parecchio più breve, di circa 1/6 (14%), rispetto all’ebraico (3097 parole del Testo Masoretico non trovano corrispondenza nei LXX). Anche interi brani sono assenti dal testo greco (33,14-26; 39,4-13). Simili differenze fra testo ebraico e Versione dei LXX non si riscontrano per nessun altro libro dell’Antico Testamento. Se ne è cercata una spiegazione.

Abbreviazione voluta dal traduttore greco

Questa spiegazione si trova già nell’epoca patristica: si pensava che il traduttore greco avesse voluto migliorare stilisticamente il testo ebraico che presenta varie ripetizioni e altri difetti letterari. Parecchi studiosi tra XIX e prima metà del XX secolo condividevano questa tesi.

Due forme distinte di testo ebraico

A Qumran non è stato trovato un rotolo completo di Geremia (come invece è il caso di Isaia), ma sono stati individuati ma parecchi frammenti del testo ebraico. Di questi, diversi mostrano un tipo di testo molto simile al Testo Masoretico, altri presentano un tipo di testo ebraico assai somigliante al testo più breve rappresentato dal greco.

Per questo motivo, molti esperti contemporanei ipotizzano che nel II – I secolo a.C. (data dei frammenti dal punto di vista paleografico) del libro di Geremia esistessero sia una forma più lunga, quella che sarà codificata nel Testo Masoretico, sia una più breve, che servì come base per la traduzione greca. Tra l’altro, nella critica testuale vige il principio della Lectio brevior potior (la variante più breve ha più probabilità di essere quella più antica), per cui la versione più breve potrebbe essere la più vicina all’originale perduto. Una minoranza di studiosi comunque sostiene che il Testo Masoretico sia preferibile in molti casi se non quasi sempre. Il problema è ancora dibattuto.