
Gli esseni sono l’unico gruppo religioso a non essere nominato nel Nuovo Testamento, ne conosciamo invece il nome da Giuseppe Flavio (Essenòi) e Filone di Alessandria (Essàioi). Gli esseni derivano forse il proprio nome dal verbo ebraico ‘asah = fare: “coloro che fanno”, a designare una via di particolare impegno. Pur non essendo noti nei Vangeli, possiamo però riscontrare qualcosa di simile alla loro scelta di vita nel comportamento del Battista, che vive nel deserto in modo ascetico e si caratterizza per una predicazione infuocata. Niente di analogo, invece, nella vita e nella persona di Gesù.
Secondo Giuseppe, gli esseni credevano nella predestinazione divina della storia e nell’immortalità dell’anima. Egli li descrive come una rigida scuola filosofica di stampo pitagorico, basata sui seguenti elementi:
- Prassi rituale marcata
- Vestiario bianco
- Pratica del silenzio
- Banchetti cultuali a mezzogiorno ed a sera
- Rigorosa santificazione del sabato
- Svolgimento di un noviziato in due tappe di uno o due anni.
Gli esseni vivevano di agricoltura, praticavano la comunione dei beni e non possedevano schiavi. Secondo Giuseppe vi sarebbero stati circa 4.000 esseni, alcuni dei quali ammogliati, mentre un altro ramo rifiutava il matrimonio e la procreazione, ricorrendo all’adozione per ottenere il mantenimento del gruppo. Più che di un voto di celibato, si tratterebbe di un obbligo di astinenza analogo a quello previsto per l’adempimento del servizio cultuale nel tempio o per la partecipazione alla guerra santa, e quindi un obbligo protratto per tutta la vita in attesa del compimento finale di tali azioni sacre.
Sembra che l’insediamento di Qumran fosse rappresentato da un ramo della corrente essenica, ed a Qumran sono state trovate sepolture di donne e di bambini.
Qumran si caratterizza inoltre per un chiaro atteggiamento di opposizione al culto sacerdotale al tempio di Gerusalemme in quanto caduto nelle mani di una classe corrotta, mentre gli esseni erano presenti nella Città santa.