Lettura continua della Bibbia. Atti: E Giuda che fine ha fatto?

Giuda che fine ha fatto?
Il rimorso di Giuda (1880). Di José Ferraz de Almeida Júnior – Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=10748130

Erano in Dodici, sono rimasti undici per la defezione di Giuda, adesso sono di nuovo Dodici con l’elezione di Mattia… ma Giuda che fine ha fatto? Perché di lui non è che manchino le notizie, anzi… sono troppe!

Giuda che fine ha fatto?

Sappiamo, riguardo a Giuda, che fine ha fatto? Sarebbe il caso di dire: Troppa grazia… Infatti, sulla sorte finale di Giuda ci sono ben due versioni, divergenti e poco concordabili l’una con l’altra. Quel che hanno in comune, ed è probabilmente questo il dato veramente storico, è il fatto che Giuda è andato incontro ad una gran brutta fine.

Le due versioni

Giuda che fine ha fatto? Matteo 27,3-10Atti 1,18-19


Allora Giuda, colui che consegna, vedendo che Gesù era stato condannato, si pentì e riportò le trenta monete d’argento ai sommi sacerdoti e agli anziani dicendo: «Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente». Ma quelli dissero: «Che ci riguarda? Veditela tu!». Ed egli, gettate le monete d’argento nel tempio, si allontanò e andò ad impiccarsi. Ma i sommi sacerdoti, raccolto quel denaro, dissero: «Non è lecito metterlo nel tesoro, perché è prezzo di sangue». E tenuto consiglio, comprarono con esso il Campo del vasaio per la sepoltura degli stranieri. Perciò quel campo fu denominato “Campo di Sangue” fino al giorno d’oggi. Allora si adempì quanto era stato detto dal profeta Geremia: “E presero trenta denari d’argento, il prezzo del venduto, che i figli di Israele avevano mercanteggiato, e li diedero per il campo del vasaio, come mi aveva ordinato il Signore”


Giuda comprò un pezzo di terra con i proventi del suo delitto e poi precipitando in avanti si squarciò in mezzo e si sparsero fuori tutte le sue viscere. La cosa è divenuta così nota a tutti gli abitanti di Gerusalemme, che quel terreno è stato chiamato nella loro lingua Akeldamà, cioè “Campo di Sangue”.

Versione di Matteo

Secondo Matteo Giuda, preso da rimorso, riporta ai sommi sacerdoti e agli anziani il prezzo del suo gesto, i 30 denari, e li getta nel tempio, poi va ad impiccarsi. Coloro che avevano fatto crocifiggere Gesù, ipocritamente, si fanno scrupolo di versare nel tesoro del tempio il denaro pattuito per consegnare un innocente, e trovano l’escamotage di usarlo per acquistare il “Campo del vasaio” per la sepoltura degli stranieri; il campo sarà per questo denominato “Campo di Sangue” perché acquistato con un “prezzo di sangue“.

Matteo, come è suo solito, nota in questo l’adempimento di una Scrittura che, anche se cita esplicitamente Geremia, risulta essere un misto fra Geremia (una compilation da 19,1-13, 18,3; 32,9) e Zaccaria 11,11-13. Ma la vicenda di Giuda trova anche un parallelo con la vicenda di Achitòfel tradì il re Davide e a seguito del proprio fallimento si impiccò (2 Sam17,23: stesso verbo, apàgchomai). Ma proprio questa approssimazione di citazioni che Matteo cerca di far quadrare con il suo racconto va a favore della realtà di quanto narra. Se Matteo avesse costruito il racconto partendo da una citazione biblica, questa sarebbe molto chiara. Il fatto che l’evangelista non riesca a trovare una citazione precisa dimostra che Matteo sta partendo dall’evento accaduto, non sta costruendo lui l’evento sulla base di una comoda citazione…

La versione di Luca

Negli Atti degli Apostoli, invece, è Giuda ad acquistare il “Campo del vasaio” con i denari guadagnati con la consegna di Gesù, però muore di una mala morte non meglio precisata, precipitando in avanti e squarciandosi le viscere nella caduta. Il nome di “Campo di Sangue” è dovuto alla risonanza di questo fatto di cronaca nera.

È possibile armonizzare le due versioni?

Di solito, quando le versioni sono discordanti, la realtà storica sta in mezzo, cioè negli elementi comuni che presentano. Qui l’elemento comune è la nuova denominazione dell’originario Campo del Vasaio a seguito di un fatto di sangue, che potrebbe essere la morte di Gesù (in Matteo) o la morte di Giuda (in Luca). Si tratta in entrambi i casi di un racconto eziologico, che spiega mediante un aneddoto l’origine di un nome.

L’altro elemento comune è l’acquisto del Campo del Vasaio (da parte del Sinedrio o di Giuda) con i proventi dell’azione riprovevole dell’apostolo.

Per il resto, la morte di Giuda è dovuta a rimorso e conseguente suicidio in Matteo, ad un incidente in Luca. Da notare che Luca è l’unico che chiama Giuda non Colui che consegna, come gli altri, ma il Traditore nel senso negativo della parola (prodòtes = disertore o traditore).

Gli esegeti hanno fatto dei tentativi di armonizzazione: ne è un esempio lo stesso S. Gerolamo che inserisce un verbo non presente nel testo di Atti,“et suspensus crepuit medius, “e dopo essersi impiccato si spaccò nel mezzo”: la scena descritta dagli Atti sarebbe susseguente all’impiccagione di cui parla Matteo.

Quel che i cristiani sapevano era che Giuda era morto repentinamente e ignominiosamente dopo la morte di Gesù, e ravvisavano in questa morte la sorte di coloro che si opponevano a Dio, come diversi esempi nell’Antico Testamento insegnavano.