Viaggio nella Bibbia. David e Gionata: un rapporto di chesed

Gionata e lo chesed
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Il capitolo 20 del I Libro di Samuele è interamente dedicato a Davide e Gionata. I due si incontrano in segreto e nel loro colloquio emerge un elemento che caratterizza fortemente la vicenda di David e la composizione dei Salmi, che hanno David come figura di riferimento: lo chesed / benevolenza, che David chiede a Gionata e che sperimenta nei propri confronti come segno di quello che è lo chesed di Dio: 8 Agisci con benevolenza verso il tuo servo, perché hai voluto legare a te il tuo servo con un patto del Signore.

Anche Gionata chiede a David e da lui ottiene lo chesed / benevolenza per sé e per la sua casa (1 Samuele 20,14-15),

Il testo ribadisce la profondità dell’amore di Gionata verso David. Per essere sicuro di potergli salvare la vita, Gionata consiglia David di nascondersi nella campagna facendo a meno di presenziare per tre giorni alla tavola del re, accordandosi con lui sull’uso di un messaggio in codice per informarlo sulle reali intenzioni di Saul. Il re si infuria con David per la sua assenza ed anche con Gionata che accusa (giustamente) di volerlo coprire.

La mattina seguente Gionata comunica a Davide la necessità di rimanere lontano da palazzo, come concordato, servendosi del lancio di tre frecce fatte recuperare da un ragazzo.

La scena del congedo tra i due è ricca di pathos ed è la sola nella quale vediamo David ricambiare il sentimento di Gionata, prostrandosi tre volte e piangendo a dirotto, anzi esagerando, come sembra voler dire il verbo gadal che significa crescere, “ingigantire”, “enfatizzare” (v. 41), con un pianto maggiore di quello di Gionata.

Figlio di tua madre! (1 Samuele 20,30)

L’insulto che Saul irato, rivolge a Gionata, è tradotto dalla Cei con «figlio di una scostumata», da altri con «figlio di una donna perversa e ribelle», ma meglio sarebbe la traduzione, più aderente al testo, «figlio perverso e ribelle». Questo insulto non si riferisce minimamente ad una sua presunta condotta omosessuale: la perversione è il comportamento di chi si rivolge contro il proprio padre, tanto è vero che viene aggiunto il termine “ribelle”. Che nel seguito Saul aggiunga l’espressione «a tua vergogna e a vergogna della nudità di tua madre» non allude necessariamente ad una presunta effeminatezza del figlio, ma ad una sorta di disconoscimento  di Gionata come proprio figlio, attribuendolo per intero a sua madre… un po’ come quando un genitore, di fronte ad una magagna del figlio, dice all’altro: Il tu’ figliolo… come se fosse tutto demerito del coniuge aver messo al mondo un simile campione.

In sostanza, il cedimento di Gionata a David, che per Saul è il nemico pubblico numero uno, rappresenta una sfida alla sua concezione patriarcale di potere assoluto: il figlio passa al nemico! Sono minacciate le fondamenta su cui si regge quella società.

Gionata e lo chesed verso David

Il fatto che i due giovani si trovino segretamente lontano dal palazzo non implica necessariamente che si tratti di un appuntamento amoroso:  il pericolo che incombe su uno di loro e su chi lo appoggia lo giustifica ampiamente.

Quel che si può notare, piuttosto, è che mentre l’atteggiamento di Gionata è chiaramente disinteressato, quello di David appare più opportunistico. Mai si dice che David ricambi le manifestazioni di amicizia di Gionata, fino alla fine, quando il suo coinvolgimento emotivo , durante la scena del congedo, emerge vistosamente. I precedenti silenzi sembrano voler instillare il dubbio sull’autenticità di questo sentimento di amicizia, per cui queste esternazioni finali appaiono più una forma di ringraziamento che si sincero affetto. Sarà in morte dell’amico che David elogerà il suo amore, «più meraviglioso di quello per le donne» (2 Samuele 1,26). Ciò non comporta necessariamente che si tratti di omosessualità. Spesso si ritrova la concezione dell’amore amicale – in quanto disinteressato – come più nobile di quello provato per una donna, proprio perché non degradato dal rapporto fisico.