Lettura continua della Bibbia. Principi teologici della Lettera di Giacomo

Giacomo: Principi teologici
Ai lati Pietro e Giacomo il Minore, al centro il Pasci i miei agnelli e il martirio di S. Giacomo il minore. Di Andreas F. Borchert, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=55497638

Chi ha letto le altre Lettere cattoliche avrà notato che con Giovanni si raggiunge il vertice teologico del Nuovo Testamento e dell’intera Bibbia, e con Pietro si sente la voce del discepolo che Gesù fece primo tra i pari, che fu con Lui e lo abbandonò avendo paura delle sofferenze del Cristo, ma che alla fine comprese forse più degli altri il mistero della Croce in cui persino gi angeli vorrebbero figgere lo sguardo (parole sue, 1 Pt 1,12) e del sangue prezioso di Cristo agnello puro e senza macchia (1 Pt 1,19).

A fronte di questo, par quasi che Giacomo ci voglia tirar giù dall’iperuranio portandoci alla spiritualità quotidiana, quella vita ordinaria che può sembrare che ci intrappoli impedendoci voli pindarici e che invece è il normale contesto della nostra vita.

Questa lettera che non parla quasi di Gesù (lo menziona solo due volte abbastanza fuggevolmente) va però in profondità nella nostra esistenza, come presto vedremo.

Affrontandone la lettura ci fermeremo in particolare:

  • Sul concetto di tentazione e prova
  • Sul tema della pazienza come perseveranza
  • Sulla necessità della unificazione del cuore
  • Sulla Parola di Dio vissuta nel quotidiano
  • Sul necessario controllo della lingua, cioè della parola umana
  • Sulle discriminazioni di status da evitare, e sulla imprescindibilità della attenzione e cura per i più poveri
  • Sul rapporto tra fede ed opere.

Principi teologici della Lettera di Giacomo

Tutto questo, sullo sfondo dei pochi ma essenziali principi teologici su cui si basa tutta la spiritualità di Giacomo, chiunque egli sia:

  • Dio creatore di tutto, Padre di tutti gli uomini e autore di ogni bene e della salvezza
  • Gesù Cristo, il Signore glorificato
  • L’uomo, fatto ad immagine di Dio, ma peccatore, spinto al male dalla concupiscenza e dal demonio, e tuttavia rigenerato dalla Parola e destinato alla vita eterna.