Viaggio nella Bibbia. Giacobbe il pianificatore (Genesi 32)

Giacobbe il pianificatore
Giacobbe vede Esaù venergli incontro. Di James Tissot (1896-1902 circa) – Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=8862667

All’altro polo del viaggio di Giacobbe, quello del ritorno alla casa del padre, si colloca un’altra esperienza mistica, assai più difficile da capire rispetto al bel sogno della scala che congiunge cielo e terra: un uomo lo costringerà a lottare tutta la notte con lui. Il momento è poco felice, Giacobbe sta per affrontare l’ira del fratello, ed anche in questa occasione il fratello minore mostra tutte le sue doti di pianificatore.

Precauzioni

Giacobbe non si smentisce mai, a quanto pare. In previsione dell’incontro col fratello Esaù e di tutti i guai che ne possono scaturire, dapprima manda messaggeri per predisporre al meglio il fratello nei suoi confronti, ma i messaggeri riferiscono che Esaù sta muovendo con 400 uomini incontro a lui. Allora è costretto a pianificare in vista di quest’incontro problematico e assai rischioso.

Prima mossa: suddividere tutto il suo, mogli, figli, servi, bestiame, ricchezze, in due accampamenti e carovane, di modo che se Esaù, nella sua furia, ne annienterà uno, a Giacobbe rimarrà pur l’altro!

Secondo passo: rivolgersi a Dio con una preghiera dimessa che inizia con l’espressione “sono umile”, ovvero: “non sono degno di tutte le bontà… che hai operato con il tuo servo… Per favore salvami dalla mano di mio fratello…” (Gn 32,11-12). Questa umiltà è significativa, perché Giacobbe, fuggito da casa provvisto di un solo bastone, torna da patriarca ancora più ricco dei suoi padri; ma non dimentica che all’origine di tutto e sopra di tutto c’è Dio. Il suo successo lo rende, insomma, non arrogante, come spesso accade, ma molto umile… è proprio a causa delle bontà del Signore che Giacobbe si sentiva umile. “Poiché una bontà Divina rappresenta ‘un abbraccio’, è come se il Sign-re portasse la persona vicina a Sé, molto più intensamente di quanto lo fosse prima” (rav Schneur Zalman di Liadi, 1745-1812).

Terzo accorgimento: mandare davanti a sé ricche doni per rabbonire il fratello, capri e capre, pecore e montoni, cammelle con i piccoli, giovenche e torelli, asini ed asine, ma sempre in gruppi distinti… per lasciare il tempo ad Esaù di sbollire l’ira. Tutto ben congegnato, fra preghiera, doni e preparazione al combattimento. Eppure… una lotta vi sarà, e sarà accanita.

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