Gesù fra i pagani

Gesù fra i pagani
Gesù e la donna cananea. Di Pieter Lastman  (1583- 1633)- Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=34313403

Gesù fra i pagani. Una situazione che merita qualche riflessione in più: perché in effetti Gesù, fra i pagani, si trova a suo agio, ci sguazza…

Marco 7,25-30

Una donna, la cui figlioletta era posseduta da uno spirito impuro, appena seppe di lui, andò e si gettò ai suoi piedi. Questa donna era di lingua greca e di origine siro-fenicia. Ella lo supplicava di scacciare il demonio da sua figlia. Ed egli le rispondeva: «Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». Ma lei gli replicò: «Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli». Allora le disse: «Per questa tua parola, va’: il demonio è uscito da tua figlia». Tornata a casa sua, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n’era andato.

Il brano è molto chiaro: una donna pagana chiede a Gesù di guarirle la figlia, egli apparentemente rifiuta provocando ulteriormente la sua fede; davanti a questa fede incrollabile, Gesù accondiscende alla richiesta della donna.

In realtà ci sono particolari che andrebbero meglio capiti.

Non esistono persone impure

Prima di tutto, la totale estraneità della situazione a Gesù. Egli è un Maestro in Israele, ma qui si trova in terra pagana, terra impura per i ben pensanti. Anche i suoi abitanti sono impuri per un Maestro della legge; la donna, poi, rappresenta una categoria in più di marginalità e di potenziale impurità. L’evangelista insiste sulla sua etnia straniera (siro fenicia) e persino sulla sua estraneità linguistica (parla in greco). Vedremo come venivano chiamate le persone di questo tipo.

La scena è carica di questa impurità che dovrebbe allontanare le persone rette. Ma Gesù, che ha appena dichiarato che non esistono cibi impuri, perché solo ciò che l’uomo nutre dentro di sé lo contamina, adesso viene a dire che non esistono persone impure.

Questo lo aveva già manifestato in un episodio precedente, liberando da una legione di spiriti immondi un uomo che viveva in terra pagana, nel paese dei geraseni, dimorava fra le tombe, cioè a contatto con la massima impurità che è la morte, aggirandosi nudo e pazzo, uomo fatto bestia, in preda alla potenza devastatrice del male. Questa potenza è tale che neppure il demonio la può controllare, ma prendendo possesso di una cosa, come la mandria dei porci (animale impuro per antonomasia), invece di governarla la distrugge; e i padroni, mostrando di temere la potenza di chi è più forte del demonio, desiderano allontanarsene (Mc 5,1-17).

I due episodi in qualche modo si somigliano, perché hanno per protagonisti, accanto a Gesù, dei pagani, e fanno menzione di animali che, guarda caso, li rappresentano in quanto impuri.

Cani e porci

Il caso del maiale è ben noto; ma anche il povero cane, che nella Bibbia è sempre bistrattato tranne che nel libro di Tobia, è animale impuro ed anche disprezzato. All’epoca circolava un detto che equiparava i pagani ai cani, perché, si diceva, come i cani sono incirconcisi, anche i pagani sono incirconcisi. Non è dunque un caso quindi se Gesù si rifà a questo detto chiamando «cani» i pagani, anzi «kynaria / cagnolini», dove il diminutivo non si riferisce ai cuccioli, ma ai cani domestici rispetto a quelli selvatici. «Cane» è offensivo perché scelto in modo mirato, in quanto sulle labbra di un ebreo designa proprio i pagani incirconcisi. Luca, infatti, omette l’episodio, perché potrebbe sembrare provocatorio nei confronti dei suoi destinatari provenienti dal paganesimo.

Tuttavia, «figlioletta», «cagnolini», «bambina» sono termini che conferiscono tenerezza al tono del racconto, che tenero, veramente, è: perché in realtà Gesù non intende scacciare la donna afflitta ma provoca in lei una più forte affermazione di fede che da figura di totale marginalità (straniera, allofona, pagana, donna, afflitta da un dolore prostrante) la pone alla ribalta rispetto alla più debole fede dei benpensanti. Ed è anche caratterizzata da un pizzico di umorismo (spirito sveglio, intelligenza viva, battuta pronta) che la rende simpatica oltre che ammirevole. Affronta con spigliatezza la schermaglia verbale, come a dire: tu ci paragoni ai cani? Bene, allora ricordati che anche i cani mangiano le briciole di cibo che cadono dalla tavola.

Una persona che chiede solo le briciole. La sua è una dichiarazione di povertà che osa chiedere: irresistibile per la misericordia divina.