
La ferma risposta di Pietro al sinedrio fa infuriare l’assemblea, ma a questo punto sorge un nuovo personaggio…
Atti 5 33All’udire queste cose essi si infuriarono e volevano metterli a morte. 34Si alzò allora nel sinedrio un fariseo, di nome Gamaliele, dottore della Legge, stimato da tutto il popolo. Diede ordine di farli uscire per un momento 35e disse:
«Uomini d’Israele, badate bene a ciò che state per fare a questi uomini. 36Tempo fa sorse Tèuda, infatti, che pretendeva di essere qualcuno, e a lui si aggregarono circa quattrocento uomini. Ma fu ucciso, e quelli che si erano lasciati persuadere da lui furono dissolti e finirono nel nulla. 37Dopo di lui sorse Giuda il Galileo, al tempo del censimento, e indusse gente a seguirlo, ma anche lui finì male, e quelli che si erano lasciati persuadere da lui si dispersero.
38Ora perciò io vi dico: non occupatevi di questi uomini e lasciateli andare. Se infatti questo piano o quest’opera fosse di origine umana, verrebbe distrutta; 39ma, se viene da Dio, non riuscirete a distruggerli. Non vi accada di trovarvi addirittura a combattere contro Dio!».
Seguirono il suo parere 40e, richiamati gli apostoli, li fecero flagellare e ordinarono loro di non parlare nel nome di Gesù. Quindi li rimisero in libertà. 41Essi allora se ne andarono via dal sinedrio, lieti di essere stati giudicati degni di subire oltraggi per il nome di Gesù. 42E ogni giorno, nel tempio e nelle case, non cessavano di insegnare e di annunciare che Gesù è il Cristo.
Gamaliele
Questo nuovo personaggio, alla cui profonda saggezza si deve l’incolumità degli apostoli, è un personaggio storico del panorama religioso dell’epoca.
Gamaliele (ebraico גַּמְלִיאֵל = Gamlî’el, “Dio mi ha ricompensato”), detto il vecchio per distinguerlo dall’omonimo nipote capo dell’Accademia di Yabne (fine I secolo – inizi II secolo)[1], era nipote di Hillēl, il grande caposcuola i cui seguaci al tempo di Gesù disputavano con i discepoli di un altro maestro, Shammai. Gamaliele fu un rabbino di grande prestigio e influenza nella prima metà del primo secolo dell’era cristiana ed era stato anche maestro di S. Paolo ai tempi della sua formazione come dottore della legge (cfr. Atti 22, 3). Tanto fu il suo peso morale nella propria generazione da far affermare alla tradizione rabbinica:
“Quando Rabban Gamliel l’Anziano morì, la gloria della Legge cessò, e la purità e l’astinenza morirono” (Mishnah Sotah 9,15).
La logica con cui si oppone alla persecuzione degli Apostoli (Atti 5, 34-39) è ineccepibile: l’alternativa è tra lasciar fare alla storia e mettersi contro Dio. Secondo una tradizione cristiana, abbracciò in seguito il cristianesimo (Riconoscimenti clementini 1,65); ma ciò non è necessario per apprezzare la saggezza del suo pensiero, ispirato a valori di pace.
I rabbini del resto, pur ammettendo la pena capitale prescritta ampiamente nella Legge di Mosè, stabilivano condizioni così numerose per la sua applicazione da renderla quai impossibile (Mishnah Makkot 1,10; Talmud Babilonese Sahnedrin 17a).
Errori storici?
Poco importa se nel discorso che Luca gli attribuisce commette degli errori storici, invertendo l’ordine degli eventi (Giuda il Galileo precedette nel 6 d.C., e non seguì, Teuda, che agì verso la metà degli anni Quaranta): il messaggio biblico non è mai una informazione di storia o di geografia o di scienze, ma un messaggio di salvezza. Le conoscenze storiche, geografiche, scientifiche degli autori biblici sono quelle della loro epoca e della loro cultura, con tutte le imprecisioni o scorrettezze che oggi si possono riscontrare.
Inizia la persecuzione
Il brano si conclude con la gioia degli apostoli, chaírontes, lieti (verbo chaíro), per essere stati fatti degni di subire oltraggi nel nome di Gesù. Due aspetti notevoli di notare:
- Pietro, che aveva rifiutato recisamente la Passione del Cristo, adesso entra in quel “Beati i perseguitati” che doveva averlo sconvolto col suo paradosso: c’è un ribaltamento nel modo di pensare suo e degli altri apostoli.
- Come aveva salutato Maria l’angelo, nel portarle il buon annunzio? “Rallegrati!”. Chaîre: è lo stesso verbo chaíro che esprime la gioia degli apostoli, finalmente in grado di assaporare il buon annuncio del Vangelo… Quella gioia che Maria era riuscita a comprendere fin dall’inizio, pur nello sconcerto e nello stupore, infine ha raggiunto anche loro.
[1] Gamaliele II, nipote del precedente, fu un influente maestro in un periodo di grande importanza, quello seguente alla distruzione del tempio, in cui s’iniziò a codificare il diritto giudaico tradizionale (fine sec. I – inizî sec. II).