L’esperienza di preghiera di Francesco alla Verna

F. Francesco Brasa

Per il percorso formativo sulla preghiera nella parrocchia dell’Immacolata di Piombino, una tappa fondamentale è stata quella in cui F. Francesco Brasa, attualmente parroco a San Romano dopo un’esperienza pluriennale di guardiano alla Verna, ha guidato i numerosi presenti alla riflessione su ciò che ha condotto San Francesco all’Impressione delle Stigmate. Ne riporterò solo, schematicamente, una traccia.

Si celebrerà il prossimo anno, 2024, l’Ottavo Centenario della Stigmatizzazione del Santo, con un impegno molto forte di preparazione da parte dei Frati Minori della Toscana. Ma le Stigmate di S. Francesco non sono venute dal nulla.

San Francesco alla Verna

San Francesco, nell’estate del 1224, giunse alla Verna in una situazione di profonda crisi: molti frati si stavano allontanando da quel cammino di povertà evangelica, radicale, che egli aveva praticato e tracciato; per questo, lui Fondatore aveva ceduto ad altri la guida dell’Ordine che egli stesso aveva fondato. Quando arriva alla Verna, Francesco è in una condizione di ricerca. La sua vita ormai è concentrata su una domanda, che ripete incessantemente per tutti quei 40 giorni:

«Chi sei tu, o dolcissimo Iddio mio? Che sono io, vilissimo vermine e disutile servo tuo?» (FF 1915).

Francesco dunque non ha paura di mettersi in discussione e di affrontare la domanda radicale su Dio e su se stesso. In un certo senso, diventa egli stesso «Domanda».

Prima di tutto, però, domanda su Dio: diversamente da come ci verrebbe spontaneo, cioè partire dal nostro vissuto, dai nostri problemi, la prima domanda di Francesco è su Dio: perché da questo dipende tutto il resto. Chiede di potersi conoscere davanti a Lui. Ed è per questo che la risposta gli viene data.

Lo Stigmatizzato della Verna

La grande robbiana della Crocifissione nella Cappella delle Stigmate: al centro non c’è Francesco, ma il Cristo Crocifisso

L’anno precedente, a Natale, Francesco aveva desiderato poter vedere con gli occhi del corpo, poter toccare con mano, il mistero dell’umiltà dell’Incarnazione del Figlio di Dio: inventa il Presepe, un Presepe vivente. Adesso, in questo settembre del 1224, Francesco deve trovare risposta alla domanda: «Chi sei Tu?». La trova nella carità della Passione, facendo esperienza della persona del Figlio di Dio Crocifisso, lo Stigmatizzato della Verna.

Lo Stigmatizzato della Verna non è tanto Francesco, infatti, quanto il Cristo che si lascia ferire dalle sofferenze di Francesco, le assume, le prende nella propria carne.

Le piaghe del Cristo sono le sue stesse piaghe che egli ha preso su di Sé… ecco perché Francesco può a sua volta riceverle: «Per le sue piaghe noi siamo stati guariti», profetizza il IV Canto del Servo Sofferente in Is 53,5. Francesco, contemplando Colui che è stato trafitto, comprende che Cristo si carica della sua sofferenza. Nella Stigmatizzazione, Francesco consegna al Cristo sofferente le proprie ferite, per ottenere da lui la guarigione pasquale. La Verna è, sì, il Calvario francescano, ma anche il luogo della consumazione della Pasqua.

L’esperienza della Pasqua

Riti pasquali alla Verna

L’esperienza della Pace pasquale è possibile per chi fa esperienza delle ferite di Cristo, che si è caricato della nostra sofferenza. È questa l’esperienza di Francesco alla Verna, una esperienza che egli augura anche a Frate Leone (Il Signore ti mostri il suo Volto… rivolga il suo sguardo su di te… ti dia pace).

Benedizione autografa a Frate Leone. Di tetraktys (talk) 05:37, 25 September 2010 (UTC) – Opera propria, CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=11587416

E che cosa sia accaduto della domanda di Francesco «Chi sono io?» risulta evidente nelle Lodi di Dio Altissimo composte da San Francesco alla Verna: una preghiera contemplativa contenente una litania di ben 31 «TU SEI…» e nessuno «Io». Se il Signore è quel Bene, ogni Bene, il Sommo Bene a cui Francesco alla Verna si rivolge come soggetto di ogni qualità divina, Francesco non può essere altro che l’oggetto amato di tutte queste qualità: Amore, Sapienza, Pazienza, Bellezza, Rifugio…