Con il passaggio del Sacro Monte all’Osservanza (1431), troviamo molte figure di santità alla Verna (prima metà del XV secolo). Vediamone alcune che hanno lasciato un particolare ricordo. Uno è F. Zaccheo, di cui abbiamo già parlato (QUI).
I primi guardiani (1431-1440)
Il primo guardiano dell’Osservanza alla Verna, F. Andrea da Colle, è ricordato soprattutto per la felice decisione di istituire sul Sacro Monte la processione quotidiana all’oratorio delle Stigmate, sul modello della processione quotidiana che i frati minori effettuano ogni giorno alle 15 al S. Sepolcro di Gerusalemme.
Giovanni Ricci
Il secondo guardiano, nel 1435, è Giovanni Ricci, benché laico, già vicario della Provincia di Toscana al tempo del passaggio della Verna agli Osservanti: fu di santa vita e di grande orazione, consigliere dei monaci di San Salvi, del ministro generale Guglielmo da Casale e di Cosimo de’ Medici. È ritratto in uno dei medaglioni affrescati nel dormitorio, nel corridoio S. Antonio (Mariano, p. 103; Pulinari p. 302).
Egli «fu homo sancto, hornato sopra ogni cosa di umiltà di vita molto austera, di assidua oratione, et spetiale zelatore della regulare observantia. Fu anchora homo di grande consiglio et ne’ governi optimo, grato a Dio e talli hominj in tale modo che, sotto el suo governo, vennono e monaci di sancto Salvj et de’ fratri di monte Asinaria li quali vi[si]tava, ammoniva et correggeva caritativamente, et anchora Cosimo de’ Medici et fratre Guglielmo da Casale generale in cose ardue lo volevono appreso di loro» (MARIANO DA FIRENZE, Dialogo, 103). Morirà a Sargiano presso Arezzo nel 1445.
Giovanni da Perugia
Nel 1437-1440 il terzo guardiano fu fra Giovanni da Perugia detto lo Scalzo, poi eletto vicario provinciale. «Fu anchora questo austero sopra modum, sempre camminando sanza zocholi o suola, scalzo, et quando era vicario contento di uno compagnio solo; et li digiuni li erano contenti, le vigilie solazzo, et el pianto letizia»; morì a Bosco ai Frati nel Mugello nel 1453 (MARIANO DA FIRENZE, Dialogo, 104).
1443: San Giovanni da Capestrano alla Verna
S. Giovanni da Capestrano, Vicario Generale dell’Osservanza, compone alla Verna le Costituzioni Generali Cismontane: «ex sacro nostri conventu montis Alvernae 1443 die 24 septembris… Frate Ioannes supradictus manu propria me subscripsi» (Speculum Minorum, Venetiis 1573, III, p. 228).
S. Giovanni da Capestrano è una delle quattro figure di maggior spicco della corrente dell’Osservanza (di cui fu il giurista), insieme a S. Bernardino, S. Giacomo della Marca e il B. Alberto da Sarteano. È spesso rappresentato con uno stendardo crociato, per il vigore con cui sostenne la crociata contro l’impero ottomano mettendo in fuga i turchi a Belgrado (1456). Lo potete vedere raffigurato, in modo molto semplice, in uno dei tondi del ciclo pittorico del Dormitorio della Verna (non certo dei migliori: foto sopra).
Molto bella è invece la tela di Pietro Saltini (Piombino, chiesa francescana dell’Immacolata, 1902) che lo rappresenta a destra insieme a S. Diego d’Alcalà (in basso), S. Pasquale Baylon (in alto a sinistra) e S. Pietro d’Alcàntara (in alto a destra). Così il pittore spiegava la composizione:
«Poiché ritengo che il Sacramento sia la presenza reale e la Croce un simbolo, ho assegnato al Sacramento, di cui San Pasquale Baylon era devotissimo, il più elevato posto, fra le nubi in Cielo e portato da un Angelo…
San Pasquale adora il Sacramento e San Pietro da Alcàntara sta in piedi estatico davanti alla Croce, per la quale aveva una speciale divozione. San Giovanni da Capestrano stringe il vessillo delle Crociate, di cui fu zelante banditore, San Diego da Alcalà, pur lui adorando, guarda le erbette del prato dalle quali la sua industre carità da infermiere traeva, scegliendole, dei medicinali».
1446: Capitolo provinciale
Si celebra alla Verna il Capitolo Provinciale dei frati dell’Osservanza (Pulinari p. 38 n. 75).
1447-1450: Fra’ Bernardo Ungaro
Sotto il sesto guardianato, quello di frate Leone da Firenze (1447-1450), giunse alla Verna un frate ungaro di perfetta obbedienza, Bernardo. Fu portinaio della fondazione alvernina per molti anni.
F. Bernardo Ungaro
Scrive di lui il Mariano:
«Era questo homo di tancta purità e di tancta jnnocentia, et di tancta compassione non solamente alli homini, ma anchora alli animali et alli uccelli, che al tempo della neve fuora della porta poneva el pane a chanj, et nella selva altre cose improposito portava alli lupi; et ogni dì ministrava el cibo alla corvi et alli falconi che nidificavano alle stigmate.
Accadè anchora che da Monteleo, spetiale amico et benefactore de’ fratri hebbe a passare l’alpe, dove lo sopra fece tanta abundantia di neve che non potete mai partirsi di sotto uno tughurio di legnami dove stette più dì; et mancandoli el pane, et essendo angustiato dalla fame devotamente si raccomandò al suo devoto sancto Francesco et immediate si trovò a canto alquanti pani, li quali li mangiò e nutrichossi tanto che le neve passorono che si potete partire; et ritornato a casa, et venendo alla Vernia el primo fratre che trovò fu fratre Bernardo portinaio el quale, come vidde Matheo dixe:”Fu bono quello pane che ti fu arrecato nell’alpe?”.
[…] Era di tanto rapto et contemplazione questo fratre Bernardo che non poteva finire le hore che dicono e laici de’ pater nostrj, imperoché apena che gli havessi finito uno pater noster era fuora di sé rapto, onde per quietare la sua conscentia ad instantia et petitione del beato fratre Marcho da Bolognia, vicario generale, papa Nicolao quinto lo absolvè che non fussi tenuto di finire le prefate hore se non quanto et come poteva. Teneva nella cella un sacchetto di pane secco per non dover tornare in convento a mangiare se lo spirito lo spingeva nel bosco a contemplare»
(MARIANO DA FIRENZE, Dialogo, 106).
18 aprile 1450: Capitolo provinciale
F. Giuliano da Cortona, Vicario, tiene il Capitolo Provinciale alla Verna (Pulinari p. 40 n. 84).
1450 circa: Cosimo de’ Medici e la questione della povertà
Cosimo de’ Medici regala paramenti solenni alla Verna, suscitando un contrasto «imperò che el guardiano, si come semplicemente erano offerti, li voleva ricevere; ma li frati, per el zelo della povertà, li erano contrari» (Mariano da Firenze, Vita di F. Piero francioso, f. 259v., Suppl. CD n. 8 p. 15).