È dovuto anche al sottofondo di raggiri che accompagna la vita di Giacobbe se questi genera figli su figli. I rapporti fra Giacobbe e il suocero Labano sono infatti costituiti da una lunga serie di inganni reciproci. Labano inganna Giacobbe sulla sposa; lo inganna a proposito del lavoro; ne viene ingannato quando si tratta di dargli una parte del gregge; viene di nuovo ingannato con la partenza a sorpresa del genero con spose, figliolanza e beni al seguito; Rachele, figlia di tanto padre, riesce a sottrargli gli idoli di famiglia… Ma anche Lia inganna il novello sposo fingendo di essere la sorella Rachele, così come Giacobbe aveva ingannato suo padre fingendo di essere suo fratello Esaù. È quel che si dice rendere pan per focaccia. Conseguenza di questo, una ricca prole.
Figli su figli
Le due sorelle, amiche-nemiche, si disputano l’amore dello sposo a suon di nascite. Rachele è la preferita da Giacobbe, ma proprio per questo si rivela sterile, perché Dio non segue il cuore dell’uomo.
Sarà invece Lia, la meno amata, la più feconda, madre in rapida successione di Ruben, Simeone, Levi e Giuda. Senza di lei non avremmo, insomma, Mosè e David, sorti dalle tribù di Levi e di Giuda. Segue tutto un intrigo di mogli e di schiave per ottenere sempre più bambini: due dalla serva di Rachele e due dalla serva di Lia, oltre ai sei generati da Lia in persona. Solo alla fine Rachele avrà due bambini, i prediletti del padre, e morirà nel mettere al mondo l’ultimo.
La rivalità tra le due sorelle servirà a spiegare il nome dei loro figli e di quelli nati dalle rispettive schiave Zilpa e Bila. È proprio nei dodici figli di Giacobbe che viene a costituirsi la discendenza di Abramo numerosa come la sabbia del mare.
Queste avventure ci possono sembrare degne di una soap opera, ma indubbiamente, per il popolo di Israele nato da quelle dodici tribù non c’è racconto più importante in cui riconoscere le proprie radici. Dei nomi dei dodici figli di Giacobbe vengono date etimologie popolari, legate al conflitto fra le due spose.