Festa del Babbo (19 marzo)

Festa del Babbo
Di Jaiwinnerlyeverlastly – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=116762127

La Festa del Babbo (scusate, toscanamente non mi riesce dire Papà) è una celebrazione civile diffusa in molte parti del mondo, in onore della figura del padre, ma in date diverse.

Pare che la prima volta sia stata festeggiata negli Stati Uniti d’America il 5 luglio 1908 a Fairmont (West Virginia), presso la chiesa metodista.  Progressivamente si è diffusa in vari paesi.

Le date della ricorrenza spaziano dal 6 gennaio (Serbia) al 23 febbraio (Russia), dal 19 marzo (paesi cattolici in genere) all’8 maggio o alla seconda domenica dello stesso mese (Romania), alla festa dell’Ascensione (Germania), al 5 giugno, al 17, al 21, al 23 o alla prima o seconda o terza (Regno Unito, Irlanda, Francia, Giappone, Grecia, Israele, India, molti paesi africani, gran parte dell’America compresi Canada e Usa) o ultima domenica di giugno,,. Dall’8 o 23 agosto, o seconda domenica dello stesso mese (Brasile), dalla prima o terza di settembre Ucraina), alla prima di ottobre o la seconda di novembre (Scandinavia); per arrivare al 5 o addirittura al 26 dicembre (Bulgaria). Come vedete, c’è una estrema variabilità a seconda dei paesi.

In Italia, la festa coincide con la solennità di San Giuseppe, prototipo cristiano di ogni paternità umana, il 19 marzo. Ed è alla festa di S. Giuseppe che sono legate, tra le altre, particolari tradizioni culinarie nelle varie regioni. In Toscana ricordo le squisite frittelle di riso. Nella scuola elementare dei miei tempi, che sono ahimè gli anni Cinquanta, immancabile la poesiola che inizia così: San Giuseppe vecchierello

San Giuseppe

– San Giuseppe vecchierello
cosa avete nel cestello?

– Erba fresca, fresche viole
nidi, uccelli e lieto sole!

Nel cantuccio più piccino
ho di neve un fiocchettino,

un piattino di frittelle
e tant’altre cose belle!

Mentre arriva primavera
canto a tutti una preghiera,

la preghiera dell’amore
a Gesù nostro Signore.

Teresa Romei Correggi

La gloria del nascondimento

La figura di S. Giuseppe era tradizionalmente rappresentata come molto anziana, ma nei Vangeli non c’è nessun fondamento per questa raffigurazione. Con tutta probabilità, Giuseppe era un giovane sui 18 anni…

San Giuseppe ha visto sviluppare il proprio culto in occidente solo nel Medioevo, grazie ai monaci benedettini, in particolare Ruperto di Deutz e Bernardo di Chiaravalle, che ne hanno esaltato la figura umile e nascosta, come pure S. Bernardino da Siena. La gloria di Giuseppe di Nazareth, infatti, è paradossalmente il suo nascondimento: lui, di stirpe gloriosa, è semplice falegname; di regali origini betlemite, vive nel villaggio di Nazareth, proverbialmente il più insignificante; uomo del silenzio, di cui non si ricorda una sola parola, è il padre putativo del Verbo incarnato.

La celebrazione della festa di S. Giuseppe divenne obbligatoria nella Chiesa cattolica solo nel 1621; fino alla riforma del calendario civile attuata in Italia nel 1977, il 19 marzo nel nostro paese era festività civile e festa di precetto – bei tempi quando per S. Giuseppe si faceva festa anche a scuola! La Festa del Babbo è entrata tardi nelle usanze italiane.