
A volte le coincidenze sono proprio rimarchevoli. Ne noto una proprio in questo giorno, il giorno delle esequie di papa Francesco, Sabato dell’Ottava di Pasqua o Sabato in Albis. La liturgia cattolica comprende, oltre alla celebrazione della Messa e dei sacramenti, anche la Liturgia delle Ore, ovvero la preghiera comune (per quanto possibile, altrimenti individuale) articolata sulle varie ore della giornata e costituita essenzialmente da Salmi e altri passi della Scrittura.
L’Ufficio delle Letture
In una di queste Ore, l’Ufficio delle Letture, l’Ora liturgica più lunga, è caratterizzata, come dice il nome, da una lettura biblica e una lettura di commento proveniente dai Padri della Chiesa, o dai Documenti conciliari, o dagli scritti di santi. Ogni giorno si differenzia da tutti gli altri per le letture, e questo fa di tale liturgia una delle più dense e ricche. Mentre sono diffuse in tutto il laicato le preghiere delle Lodi e dei Vespri, l’Ufficio delle Letture rimane un po’ il grande sconosciuto, e tuttavia avrebbe da dare veramente tanto anche a chi è al di fuori del clero o della vita monastica o conventuale.
Bene, nella giornata in cui si svolgono le esequie di papa Francesco, ecco che cosa ci offre, appunto, l’Ufficio delle Letture come lettura biblica.
Dalla prima lettera di san Pietro, apostolo (4,12 – 5,14)
Carissimi, non siate sorpresi per l’incendio di persecuzione che si è acceso in mezzo a voi per provarvi, come se vi accadesse qualcosa di strano. Ma nella misura in cui partecipate alle sofferenze di Cristo, rallegratevi, perché anche nella rivelazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare. Beati voi, se venite insultati per il nome di Cristo, perché lo Spirito della gloria e lo Spirito di Dio riposa su di voi. Nessuno di voi abbia a soffrire come omicida o ladro o malfattore o delatore. Ma se uno soffre come cristiano, non ne arrossisca; glorifichi anzi Dio per questo nome…
Esorto gli anziani che sono tra voi, quale anziano come loro, testimone delle sofferenze di Cristo e partecipe della gloria che deve manifestarsi: pascete il gregge di Dio che vi è affidato, sorvegliandolo non per forza ma volentieri, secondo Dio; non per vile interesse, ma di buon animo; senza spadroneggiare sulle persone a voi affidate, ma facendovi modelli del gregge. E quando apparirà il pastore supremo, riceverete la corona della gloria che non appassisce…
Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio, perché vi esalti al tempo opportuno, gettando in lui ogni vostra preoccupazione (Sal 54, 23), perché egli ha cura di voi. Siate temperanti, vigilate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro, cercando chi divorare. Resistetegli saldi nella fede, sapendo che i vostri fratelli sparsi per il mondo subiscono le stesse sofferenze di voi.
E il Dio di ogni grazia, il quale vi ha chiamati alla sua gloria eterna in Cristo, egli stesso vi ristabilirà, dopo una breve sofferenza vi confermerà e vi renderà forti e saldi. A lui la potenza nei secoli. Amen!
Vi ho scritto, come io ritengo, brevemente per mezzo di Silvano, fratello fedele, per esortarvi e attestarvi che questa è la vera grazia di Dio. In essa state saldi! Vi saluta la comunità che è stata eletta come voi e dimora in Babilonia; e anche Marco, figlio mio. Salutatevi l’un l’altro con bacio di carità. Pace a voi tutti che siete in Cristo!
Da Roma al mondo: Fatevi modelli del gregge
Pietro, colonna della Chiesa, scrive ai fedeli da Babilonia, che negli scritti cristiani è l’emblema della grande Città cattiva, il potere corrotto che vuole divorare il mondo: è Roma, con tutto quel che rappresenta. Scrive ai fedeli di non lasciarsi abbattere dalle persecuzioni e dalle sofferenze, ma di viverle in Cristo. Tutto molto attuale. Scrive quale anziano (presbitero, cioè prete) in mezzo agli altri presbiteri, però autorevole perché ha avuto il privilegio di essere testimone delle sofferenze e della gloria di Cristo, affinché i pastori pascano il gregge senza spadroneggiare su di esso ma anzi facendosene i modelli… Vogliamo tradurlo in altri termini? Affinché siano pastori che sanno di pecora, spezzando i giochi di potere che si possono insinuare anche nella casa del Signore.
Su centinaia di letture diverse, proprio questa… Non faccio altri commenti.