Tentiamo una sintesi di quanto siamo venuti dicendo a proposito del discernimento affrontato da David e dai vari personaggi che si muovono intorno a lui, contro o a favore. È tutta un’opera di discernimento in una storia sbagliata scritta su righe storte che Dio dirigerà scrivendo diritto e trasformandola in storia di salvezza. Vediamone gli spunti principali.
Fare discernimento in una storia sbagliata. Spunti di riflessione
Fare discernimento. In una storia che spesso è sbagliata, e sembra che non voglia andare per il verso giusto. È la storia oscura di Israele nell’XI secolo a.C., una storia che ha portato David sul trono e gli ha insegnato a regnare. Fare discernimento, dunque. Ma come?
Alcuni spunti di riflessione
- I tempi oscuri esistono, individualmente per le persone e comunitariamente per la storia. È in essi che si deve imparare a vivere, quindi a fare discernimento su ciò che la vita ci chiede per andare avanti. Non si deve aspettare il tempo propizio, che forse non verrà mai. Rabbi Hillel diceva: «Non dire “Studierò quando avrò tempo”; forse non avrai tempo». Potremmo estendere così il significato di questo detto: «Non dire “Lo farò quando sarà il momento”, forse non verrà mai il momento». Ogni momento chiede risposte. Ogni momento è il tempo della salvezza.
- Anna futura madre di Samuele si affida alla preghiera, ma dalla primitiva concentrazione del’attenzione sulla sua famiglia finisce per fare una lettura della storia. Il suo atteggiamento indubbiamente è quello giusto: mettersi nelle mani del Signore. Ma non basta. Sant’Ignazio di Loyola diceva: «Agisci come se tutto dipendesse da te, sapendo poi che in realtà tutto dipende da Dio». La preghiera non esclude l’azione.
- Eli non è certo un modello di retto agire. Di positivo ha che dall’incomprensione iniziale passa all’ascolto (non rimane, cioè, fisso nell’incomprensione). Mostra apertura a capire la storia dell’altro abbandonando i propri schemi rigidi. Eli dà prova di saper leggere la storia degli altri, non la propria. In questo, è un esempio negativo.
- Anche nel tempo più buio il Signore parla. È necessario accoglierlo e riconoscerlo da qualunque parte venga la sua parola. Non fossilizzarsi sulle ricette già acquisite. Discernimento non vuol dire aspettare segni o attaccarsi a realtà prestabilite. Vuol dire leggere la storia e agire di conseguenza, cambiandola se è il caso.
- Nel discernimento non si è soli. Ci sono Gionata e Abigail, e Mikal, e i compagni d’arme, che sostengono Davide. C’è un mondo di misericordia verso di lui che Davide sperimenta e da cui può imparare. Ma c’è anche Saul, in negativo, che lo spinge nella direzione che la sua storia dovrà prendere.
- Saul è l’esempio sommo di mancanza di discernimento. Fa tutto quello che va contro il suo stesso interesse, combattendo contro un fantasma che si è costruito da solo e sprecando in questo tutte le sue risorse. Invece di combattere i filistei che sono i veri nemici, combatte David che è suo amico. Il discernimento richiede una continua riconsiderazione delle circostanze mutate, ma Saul rifiuta di vederle: vuole eliminare il problema eliminando fisicamente colui che gli rappresenta il problema. Questo metodo non è mai vincente.
- C’è il profeta con Davide. Natan a nome del Signore si prende cura particolarmente di lui. Dovremmo tener conto anche delle voci dei pastori…
- C’è anche, nella vicenda di David, l’obnubilamento causato dall’amore ovvero: dalla passione (per Betsabea), dall’affetto cieco verso i figli, dalla volontà di potere (il censimento lo dimostra), tutti errori che David pagherà duramente.
- Anche nella disgrazia, però, David non cessa di cercare di leggere la volontà del Signore e di affidarsi ad essa. «Se il Signore dice “Non lo gradisco”, faccia di me quello che è bene per lui…» – e nel caso di Simei: «Lasciatelo maledire…». Non ostante le sue storture e cecità, David rimane un grande esempio di volontà e capacità di discernimento del disegno di Dio nella storia. Un modello per chiunque di noi.