Dopo anni di ibernazione – complice il cedimento del tetto, la chiesa dell’Immacolata ha ripreso vita, eccome! Negli ultimi due anni, la fraternità guidata dal parroco F. Federico Martelli e dal guardiano F. Simone Frosali si è adoperata in tutti i modi per far fronte alla situazione. La riapertura è stata solennizzata il 24 settembre con la prima Messa celebrata nell’edificio appena restituito al culto, confortata dall’importanza della memoria con la Mostra fotografica, ed allietata dal clima di famiglia subito instaurato soprattutto nella Messa presieduta dal Ministro provinciale della Toscana padre Livio la mattina del 25 (un articolo QUI). Ma direi che è stata scossa dalle fondamenta il pomeriggio della stessa domenica, con il concerto di F. Federico Russo e della sua band! Fortunatamente i muri, rimessi a nuovo dall’architetto Finelli, non hanno fatto una piega, ma la comunità parrocchiale ha sobbalzato, comprendendo finalmente – me lo auguro – l’importanza di una pastorale che sappia raggiungere i giovani.
Non che questa sia una novità per i frati minori della Toscana. Da anni F. Federico Russo, che è stato anche, per un triennio, a Piombino, sta conducendo questa forma di apostolato evangelico – francescano – musicale fra i giovani.
Federico Russo è nato a Montecatini Terme e cresciuto in una parrocchia francescana, dove ha sempre avuto modo di conoscere la vita dei frati. Determinante è stata però la partecipazione alle marce francescane, soprattutto quella del 1995. Studiava architettura all’università di Firenze, ma sentiva un interrogativo che lo spingeva ad andare più in profondità; la risposta la ebbe con un percorso vocazionale dai frati di Pisa della durata di circa un anno.
Una vocazione che coniuga il francescanesimo con il rock
Entrato in convento nel 1996, e nel 2005 divenuto sacerdote, ha coniugato la vita religiosa francescana con una vecchia passione, quella della musica, nata in lui a partire dai 15 anni di età.
Gli piaceva il rock; tutto partì con un disco degli U2, «Rattle and Hum»; seguirono poi altri gruppi di rock classico, come Led Zeppelin e Pink Floyd, infine anche altri generi, senza preclusione alcuna. Comincia anche a suonare la chitarra. Da frate sente che questa sua abilità può divenire uno strumento di evangelizzazione, per cui comincia a proporre iniziative musicali con altri frati e giovani laici. Scrive anche canzoni sue, provando a proporre al pubblico qualcosa di personale. Nel 2001 compone un brano, ispirato al libro di Isaia e intitolato «Il canto dell’amore», che in breve tempo, grazie al semplice passaparola, raggiunge una grande diffusione nel mondo cattolico italiano, con milioni di visualizzazioni. Negli anni successivi, insieme ad alcuni amici, con i quali condivide la passione per la musica e la fede cristiana, pubblica la raccolta musicale «L’ombra e la grazia» (2011). Vedere il suo blog QUI.
Tra rock e Bibbia
Ma F. Federico è anche autore di un libro, «One. Un modo per avvicinarsi a Dio. Gli U2 tra rock e Bibbia», San Paolo Edizioni, versione editoriale della sua tesi di baccalaureato in teologia. Il volume esamina la produzione discografica della band irlandese degli U2, il leggendario gruppo musicale nato nel 1976, quaranta anni di successo planetario, per scovarne le tracce teologiche, capire quanto della fede dei suoi componenti entri nei testi delle canzoni.
Già nel 1981, nella canzone «Gloria», si confessa un’esperienza di fede. Ma tutto il percorso musicale degli U2 è attraversato dal tema della ricerca religiosa: dai loro testi emergono sempre inquietudine e tensione, che però non sono mai distruttive, perché sfociano sempre nella speranza.
Esperienza di fede e canzoni
Canzoni come «Angel» e «I Still Haven’t Found What I’m Looking For» parlano espressamente di ricerca di Dio, di consapevolezza del già e non ancora, dell’attesa escatologica: basti pensare a frasi come «I believe in the Kingdom come / then all the colors will bleed into one / bleed into one / But yes I still haven’t found / what I’m looking for / but I still haven’t found / what I’m looking for» che significa «Credo nella venuta del Regno, quando tutti i colori si fonderanno in uno, ma io non ha ancora trovato ciò che sto cercando».
L’esperienza di fede è stata anche un collante del gruppo, che è riuscito a rimanere unito nella stessa formazione degli esordi. Negli anni Novanta hanno abbracciato il linguaggio della postmodernità, modificando il sound ed accedendo nei testi all’uso di figure retoriche come la metafora e l’allegoria.
Nella terza ed ultima fase, che dagli anni Duemila porta ai giorni di oggi, gli U2 cercano maggiore essenzialità. Canzone simbolo può essere identificata «One». In questo brano si parla di amore, e in una sua versione live alcuni significativi versi aggiuntivi compongono una vera e propria preghiera:
«Do you hear me coming Lord? You hear me call?
Hear me knocking, knocking at your door?
Do you hear me coming Lord? You hear me call?
Feel me scratching, will you make me crawl?»;
che, tradotti, significano «Mi senti arrivare, Signore? Mi senti chiamare? Tu mi senti bussare alla tua porta? Mi senti graffiare, mi farai strisciare?».
Si tratta di «semina Verbi», di segni della presenza di Dio nel mondo.
Redemption Sons a Piombino
Nascono i Redemption Sons
Nel 2013, durante il suo soggiorno nel convento di San Lucchese a Poggibonsi, fra’ Federico decide di riunire alcuni ragazzi e ragazze per suonare alcune canzoni che lui aveva composto e che avrebbero dovuto far parte di un nuovo disco. Mentre le canzoni nuove prendono forma, nasce la band che sceglie il nome «Redemption Sons» (Figli della Redenzione), pensato per assonanza con «Redemption Song», celebre canzone scritta da Bob Marley, che è uno degli artisti preferiti di fra’ Federico. Dopo diversi mesi di prove e qualche esibizione dal vivo, iniziano finalmente le registrazioni e poi nel 2015 esce il disco il disco «La verità delle parole», di cui la canzone «Cercami nel cuore», con la voce solista di Elena Bellucci, entra a far parte della programmazione di Radio Maria.
Nel frattempo fra’ Federico viene trasferito a San Romano e ci sono alcuni avvicendamenti all’interno della band, cosa che si sarebbe ripetuta negli anni a seguire, ad ogni suo trasferimento di comunità. Dopo l’uscita del disco, l’attività «live» inizia a prendere maggiore consistenza con concerti in giro per la Toscana, su invito delle parrocchie, delle diocesi o in occasione delle iniziative francescane. I due anni di pandemia costringono ovviamente a un periodo di pausa forzata, ma da quest’anno la band è tornata in piena attività. Tra le varie località raggiunte negli anni: Siena, Arezzo, Colle Val d’Elsa, Poggibonsi, Montecatini, San Romano, San Miniato, Calci, Grosseto, San Casciano.
Ed eccoli a Piombino…
Infine, lo scorso 25 settembre, la band viene invitata per la prima volta ad esibirsi in concerto a Piombino, in occasione della riapertura della chiesa dell’Immacolata. Membri della band in quell’occasione sono Fra’ Federico Russo chitarra acustica e voce, Elena Bellucci voce, Marco Andrea Becucci basso e voce, Massimo Santini chitarra elettrica, Davide Fabrini cajon, Chiara Aricò armonica.
Attraverso queste esibizioni musicali la band vuole comunicare un messaggio di amicizia e di fede mettendo a disposizione ciascuno i propri talenti, con la convinzione che le canzoni possano essere un mezzo per avvicinarsi a Dio e far crescere il senso di comunità e fratellanza. Obiettivo raggiunto: una prolungata standing ovation ha ringraziato il gruppo per l’esperienza musicale condivisa. Alla prossima volta!
P. S.
Ringrazio Elena Bellucci per le informazioni più recenti, che si sono aggiunte al materiale già in mio possesso. Mi complimento anche per la sua bellissima performance, e poi, sapete… è stata mia studentessa all’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Siena. Bei tempi…