
Quando leggiamo il brano evangelico della moltiplicazione dei pani (Matteo 14,15-21) ci accorgiamo che presenta notevoli somiglianze non solo con i racconti dell’Istituzione eucaristica nell’Ultima Cena, di cui è una sorta di anticipazione, ma anche con i passi che parlano delle prime celebrazioni eucaristiche. Il primo resoconto dello svolgimento della Eucaristia, dopo il Nuovo Testamento, si trova subito in uno scritto di San Giustino.
San Giustino
San Giustino, originario della Palestina (nato a Flavia Neapolis o Sichem, oggi Nablus, nell’anno 100), visse nel II secolo. Era pagano,e ricevette un’ottima educazione. Sondò lo stoicismo, l’aristotelismo, il pitagoricismo, senza trovarvi ciò che cercava. A trent’anni, dopo aver studiato con entusiasmo il pensiero di Platone, comprese che il Dio che cercava si poteva trovare solo nelle parole dei profeti. Si convertì al cristianesimo e divenne un filosofo cristiano e un grande apologista. Visse ad Efeso e a Roma, dove tenne scuola per due volte e fu martirizzato nel 165.
A lui dobbiamo la più antica descrizione di come si celebrasse l’eucaristia nel II secolo.
Dalla «Prima Apologia a favore dei cristiani» di San Giustino, martire
(Cap. 66-67)

A nessun altro è lecito partecipare all’Eucaristia, se non a colui che crede essere vere le cose che insegniamo, e che sia stato purificato da quel lavacro istituito per la remissione dei peccati e la rigenerazione, e poi viva così come Cristo ha insegnato.
La fede nell’Eucaristia
Noi infatti crediamo che Gesù Cristo, nostro Salvatore, si è fatto uomo per l’intervento del Verbo di Dio. Si è fatto uomo di carne e sangue per la nostra salvezza. Così crediamo pure che quel cibo sul quale sono state rese grazie con le stesse parole pronunciate da lui, quel cibo che, trasformato, alimenta i nostri corpi e il nostro sangue, è la carne e il sangue di Gesù fatto uomo.
Gli apostoli nelle memorie da loro lasciate e chiamate vangeli, ci hanno tramandato che Gesù ha comandato così: Preso il pane e rese grazie, egli disse: «Fate questo in memoria di me. Questo è il mio corpo». E allo stesso modo, preso il calice e rese grazie, disse: «Questo è il mio sangue» e lo diede solamente a loro.
Da allora noi facciamo sempre memoria di questo fatto nelle nostre assemblee e chi di noi ha qualcosa, soccorre tutti quelli che sono nel bisogno, e stiamo sempre insieme. Per tutto ciò di cui ci nutriamo benediciamo il creatore dell’universo per mezzo del suo Figlio Gesù e dello Spirito Santo.
La celebrazione
E nel giorno, detto del Sole, si fa l’adunanza. Tutti coloro che abitano in città o in campagna convengono nello stesso luogo, e si leggono le memorie degli apostoli o gli scritti dei profeti per quanto il tempo lo permette.
Poi, quando il lettore ha finito, colui che presiede rivolge parole di ammonimento e di esortazione che incitano a imitare gesta così belle.
Quindi tutti insieme ci alziamo ed eleviamo preghiere e, finito di pregare, viene recato pane, vino e acqua. Allora colui che presiede formula la preghiera di lode e di ringraziamento con tutto il fervore e il popolo acclama: Amen! Infine a ciascuno dei presenti si distribuiscono e si partecipano gli elementi sui quali furono rese grazie, mentre i medesimi sono mandati agli assenti per mano dei diaconi.
Alla fine coloro che hanno in abbondanza e lo vogliono, dànno a loro piacimento quanto credono. Ciò che viene raccolto, è deposto presso colui che presiede ed egli soccorre gli orfani e le vedove e coloro che per malattia o per altra ragione sono nel bisogno, quindi anche coloro che sono in carcere e i pellegrini che arrivano da fuori. In una parola, si prende cura di tutti i bisognosi.
Ci raduniamo tutti insieme nel giorno del Sole, sia perché questo è il primo giorno in cui Dio, volgendo in fuga le tenebre e il caos, creò il mondo, sia perché Gesù Cristo nostro Salvatore risuscitò dai morti nel medesimo giorno. Lo crocifissero infatti nel giorno precedente quello di Saturno e l’indomani di quel medesimo giorno, cioè nel giorno del Sole, essendo apparso ai suoi apostoli e ai discepoli, insegnò quelle cose che vi abbiamo trasmesso perché le prendiate in seria considerazione.
Elementi fondamentali

Giustino, in questa sua descrizione, evidenzia già gli elementi fondamentali della celebrazione eucaristica:
- Frequenza settimanale: «Nel giorno detto del sole si fa l’adunanza. Tutti coloro che abitano in città o in campagna convengono nello stesso luogo».
- Letture: «Si leggono le Memorie degli apostoli, e gli scritti dei profeti si leggono le memorie degli apostoli o gli scritti dei profeti per quanto il tempo lo permette».
- Omelia: «Colui che presiede rivolge parole di ammonimento e di esortazione che incitano a imitare gesta così belle».
- Preghiera dei fedeli: «Quindi tutti insieme ci alziamo ed eleviamo preghiere».
- Offerta di pane e vino e acqua: «Viene recato pane, vino e acqua».
- Azione di grazie (eucaristia) per mezzo del presidente: «Colui che presiede formula la preghiera di lode e di ringraziamento con tutto il fervore».
- Acclamazione del popolo: «Il popolo acclama: Amen».
- Comunione: «A ciascuno dei presenti si distribuiscono e si partecipano gli elementi sui quali furono rese grazie, e ne portano ai non presenti».
- Colletta per i bisognosi: «Alla fine coloro che hanno in abbondanza e lo vogliono, dànno a loro piacimento quanto credono. Ciò che viene raccolto, è deposto presso colui che presiede ed egli soccorre gli orfani e le vedove e coloro che per malattia o per altra ragione sono nel bisogno, quindi anche coloro che sono in carcere e i pellegrini che arrivano da fuori. In una parola, si prende cura di tutti i bisognosi».