La Bibbia dall’ABC. Esiste un mondo spirituale?

Angeli. Mosaici del Monastero di San Luca, Beozia, Grecia (XI secolo). Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=3802

Dio ha creato un mondo angelico, di puri spiriti, al di là della materia? Esiste un mondo spirituale nei racconti di creazione? Genesi 1-2 non ne parla, senza dubbio, perché non è questo l’essenziale per l’uomo. La curiosità per questo aspetto del creato distoglierebbe l’attenzione del lettore da ciò che è fondamentale: il rapporto Dio – uomo. Questo rapporto non ammette distrazioni, e la menzione di altri esseri spirituali, superiori all’uomo, rischierebbe di alterarlo. Perciò la Bibbia è molto sobria in questo, e risponde poco alle nostre curiosità.

Il serpente e i cherubini

Il cap. 3, però, si apre parlando di un serpente che è presentato come un animale qualunque, alla stregua di uno degli animali parlanti di Esopo e di Fedro – quindi, una semplice creatura, e non un dio – e si chiude con la menzione di cherubini che devono custodire l’Eden.

Altri passi della Bibbia diranno poi che il serpente era il diavolo (per esempio il libro della Sapienza, il Vangelo di Giovanni e l’Apocalisse), e molti altri ancora metteranno in scena gli angeli, messaggeri di Dio. Il nome angelo, sia in ebraico (mal’ak) che in greco (anghelos), non li definisce affatto, perché significa semplicemente messaggero, è un nome di funzione e non di natura: un angelo potrebbe anche essere un uomo, o un animale. Soltanto abbastanza tardi nello sviluppo della rivelazione si preciserà la natura puramente spirituale degli angeli. I cherubini presenti come custodi del giardino non sono definiti in alcun modo: nell’immaginario dell’epoca, hanno le fattezze di possenti quadrupedi alati con volti umani, non certo quelle dei nostri angioletti raffaelleschi.

Dall’insieme della Bibbia è comunque evidente la fede di Israele nell’esistenza di creature spirituali, che hanno compiuto scelte pari a quelle degli uomini: alcune fedeli a Dio, altre ribelli.

Esse, in qualche modo, per volontà o consenso di Dio, hanno a che fare con l’uomo, e lo aiutano o lo intralciano.

Gli angeli ribelli

Caduta degli angeli ribelli (1340-45 circa, Siena). Di Sailko – Opera propria, CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=38886428

Il vecchio Satana (il nome, comune, significa avversario), prima di diventare definitivamente il Maligno, era concepito e presentato come una specie – è proprio il caso di dirlo – di avvocato del diavolo, cioè colui che ha il compito di mettere in stato di accusa e in situazione di prova l’uomo, per dargli modo di dimostrare o meno la propria integrità.

Questo è il satana di Giobbe e, prima ancora, del profeta Michea (non il profeta scrittore di questo nome) del libro dei Re (1 Re 22,19-23 e 2 Cr 18,18-22). Solo in seguito assumerà aspetti veramente demoniaci, di essere malvagio che vuole il male per il gusto del male (nei libri del Nuovo Testamento e rabbinici).

Quella della caduta degli angeli ribelli a Dio al seguito di Lucifero è una tradizione riportata negli apocrifi (ad esempio il libro di Enoc) e poi nella seconda lettera di Pietro e nella lettera di Giuda. Il nome di Lucifero proviene dalla descrizione della caduta del re di Babilonia nella sua superbia (cap. 14 di Isaia) e biblicamente non ha niente a che vedere con il diavolo.

Nell’insieme, la Bibbia non dà molto spazio a dottrine su questi esseri spirituali, anche se i farisei dell’epoca di Gesù ci credevano (non i sadducei, invece), e ci credevano Gesù e la comunità apostolica, per cui dobbiamo crederci anche noi. In ogni caso, questo aspetto del Creato è per noi secondario, e se ne dovrebbe parlare solo marginalmente.