
Nel 1670 troviamo attivo alla Verna un pittore della Provincia lombarda, F. Emanuele da Como. Purtroppo dei suoi affreschi realizzati nel Corridoio delle Stigmate, deterioratisi a causa del clima imperante alla Verna, è rimasto bene poco.
1670: Gli affreschi di F. Emanuele da Como
F. Emanuele da Como, frate della provincia lombarda, affresca ex novo tutto il corridoio delle Stimmate con una scena della Natività e 21 quadri raffiguranti la vita di S. Francesco. Uno solo, la morte di S. Francesco alla Porziuncola, è rimasto integro. Si notino la luminosità della scena e la vivacità dei particolari, tra cui la rappresentazione del frate presbite che inforca gli occhialini per cercare di leggere sul libro del rituale usato dal celebrante.
Il dr. Francesco Evangelisti, scrivendo nel 1696 una presentazione del S. Monte, menziona nella loggia delle Stimmate “quelle belle pitture fatte a mio tempo circa gl‘anni 1670… dipinte da un Frate Riformato con quella gran maestria” (Notizie del Santo Monte dell‘Alverna in P. B. Bagatti, Uno sconosciuto itinerario della Verna del 1696, SF III (1931) 431-439, p. 437).
La Madonna della Scala

Fra Emanuele da Como dipinge la “Madonna della Scala” in una lunetta a metà della scala che dal corridoio scende alle Stimmate. Il nome dell’affresco deriva solo dalla sua ubicazione; il dipinto raffigura la Madonna col Bambino e lo scettro, sotto le ali dello Spirito Santo in forma di colomba e affiancata da due santi, riconoscibili dagli attributi iconografici.
A destra vediamo S. Chiara, riconoscibile per l’attributo dell’Ostensorio in relazione all’episodio nel quale la Santa nel 1240 respinse dal monastero di S. Damiano le truppe saracene di Federico II. La rappresentazione di S. Chiara mentre brandisce l’Ostensorio è solo simbolica: nella realtà storica si fece portare davanti la teca delle S. Particole, che solo i sacerdoti potevano maneggiare, supplicando che le consorelle e la città potessero essere salve dall’aggressione nemica.
A sinistra si trova S. Lorenzo con la dalmatica da diacono e i tradizionali simboli della palma (il martirio) e della graticola (lo strumento del martirio). La devozione a S. Lorenzo, alla Verna, non è generica: risale in particolare al 1472, quando un furioso incendio distrusse tre quarti del convento prima che i frati si decidessero a invocare il santo, che di fiamme se ne intende.
Le tele ad olio

F. Emanuele dipinge anche due grandi tele ad olio poste sui due primi altari laterali a sinistra nella chiesa maggiore.

Le due tele rappresentano S. Antonio da Padova e S. Michele arcangelo (Monte Santo p. 94; Guida p. 112-119; 194- 197; Piroci p. 31).

Infine, questo affresco di cm 132×86, raffigurante la Vergine Maria che dona un pomo a S. Francesco, anch’esso opera di Emanuele da Como, faceva parte del grande lavoro del Corridoio delle Stigmate. Prima del rifacimento quasi totale novecentesco da parte di Baccio Maria Bacci, si pensò di staccare questa piccola parte del lavoro di Emanuele da Como e di conservarla nella clausura del Convento della Verna.
Emanuele da Como (Como 1625 – Roma 18 febbraio 1701), oltre che alla Verna, fu chiamato a dipingere in Sicilia, ad Assisi, a Rieti, a Parma, a Roma.