Siamo al duecentesimo giorno di guerra in Ucraina (pardon, bisogna dire «operazione militare speciale») e non posso lasciarlo scivolare via senza dedicargli un attimo di attenzione. Ma parleremo anche di preghiera per la pace.
Un punto di svolta?
Questa infelice situazione, che si è trascinata con tanto dolore per tanto tempo, sembrerebbe arrivata ad un punto di svolta. Le truppe di Kiev, dopo aver ristretto nel Donbass le truppe di Mosca e dei filorussi, sono passate alla controffensiva.
Altre vittime civili si segnalano nel Donetsk a causa dei bombardamenti russi (12 gli uccisi, 24 i feriti). Nell’ultima settimana 10.060 persone hanno dovuto lasciare la regione a causa dell’evacuazione obbligatoria. Tuttavia, la città di Izium è stata liberata insieme a Balakleya e Kupiansk. Un portavoce delle forze di terra ucraine ha dichiarato che «i russi sono fuggiti e hanno lasciato armi e munizioni». Altri due insediamenti nella regione di Kharkiv, Artemivka e Vasylenkovo, sono stati liberati dagli occupanti russi.
La Russia ha ammesso il ritiro quasi totale delle sue truppe dalla regione di Kharkiv in seguito alla controffensiva delle forze ucraine. Dalla mappa della situazione sul campo mostrata durante una conferenza stampa del ministero della Difesa russo, risulta ormai sotto il controllo di Mosca solo una striscia di territorio a Est del fiume Oskil, vicino alla frontiera russa
Il rapporto dell’Intelligence britannica
Secondo l’intelligence della Difesa britannica, le forze russe sono probabilmente state colte di sorpresa dalla controffensiva ucraina nella parte meridionale della regione di Kharkiv. Questo, a partire da martedì scorso. Le forze russe sono sotto pressione sia sul fianco settentrionale che su quello meridionale del conflitto.
Il rapporto dell’intelligence parla poi delle esportazioni di grano dall’Ucraina smentendo l’affermazione fatta dal presidente russo Vladimir Putin il 7 settembre scorso, secondo cui solo 60.000 delle tonnellate di grano esportate da agosto sono state inviate a Paesi in via di sviluppo. Secondo i dati dell’Onu, circa il 30% delle esportazioni è andato a Paesi a reddito medio-basso in Africa, Medio Oriente e Asia. Il rapporto sostiene che la Russia sta seguendo una strategia di disinformazione, per sviare la colpa su questioni di insicurezza alimentare, screditare l’Ucraina e minimizzare l’opposizione all’invasione.
Zaporizhzhya
La centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhya è stata completamente disconnessa dalla rete elettrica ed è in fase di chiusura dopo che l’ultimo reattore, il numero sei, è stato spento. L’autorità nucleare ucraina Enerhoatom ha annunciato che «È stato deciso di mettere il reattore numero sei nello stato più sicuro: lo stato freddo».
Secondo Enerhoatom, negli ultimi tre giorni l’impianto aveva già funzionato in «modalità isola», cioè stava producendo solo elettricità per la propria fornitura, dato che tutte le linee che lo collegavano alla rete elettrica ucraina erano state interrotte dai bombardamenti. Ieri sera è stata ripristinata la linea alla rete elettrica. Si è quindi deciso di alimentare la centrale nucleare attraverso questa linea e di spegnere l’ultimo reattore funzionante e raffreddarlo fino a uno stato sicuro.
Il presidente francese Macron ha parlato oggi per telefono con il presidente russo Putin, condannando il proseguimento delle operazioni militari russe in Ucraina e chiedendo che cessino al più presto, che si avvii un negoziato e che siano ristabilite la sovranità e l’integrità territoriale del paese. Il presidente ha quindi insistito sulla necessità che la sicurezza della centrale nucleare di Zaporizhzhia sia garantita, sottolineando che l’occupazione russa era la causa dei rischi che minacciano l’integrità della centrale e chiedendo che le forze russe ritirino dall’impianto le loro armi.
Preghiera per la pace
Nel pomeriggio del 14 settembre, festa dell’Esaltazione della Santa Croce, si terranno in tutta Italia Adorazioni eucaristiche e preghiere per la pace in Ucraina. La Cei ha aderito infatti all’iniziativa di una giornata di preghiera e spiritualità lanciata dal Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee). Solo a Milano l’adorazione slitterà al 17 settembre, per farla coincidere con il Vespero di inizio del Triduo del Santo Chiodo.
«In questo giorno in cui la liturgia della Chiesa celebra la festa dell’Esaltazione della Santa Croce, ci uniamo con tutte le Chiese d’Europa per implorare da Dio il dono di una pace duratura nel nostro continente. In modo particolare, vogliamo pregare per il popolo ucraino perché sia liberato dal flagello della guerra e dell’odio». Questo dice la preghiera preparata per l’occasione dall’Ufficio liturgico nazionale.
La preghiera del Papa
Nel corso dell’assemblea i fedeli leggeranno anche una preghiera di papa Francesco:
«Signore Dio di pace, ascolta la nostra supplica! Abbiamo provato tante volte e per tanti anni a risolvere i nostri conflitti con le nostre forze e anche con le nostre armi; tanti momenti di ostilità e di oscurità; tanto sangue versato; tante vite spezzate; tante speranze seppellite… Ma i nostri sforzi sono stati vani».
«Ora, Signore, aiutaci Tu! Donaci Tu la pace, insegnaci Tu la pace, guidaci Tu verso la pace. Apri i nostri occhi e i nostri cuori e donaci il coraggio di dire: “mai più la guerra!”; “con la guerra tutto è distrutto!”. Infondi in noi il coraggio di compiere gesti concreti per costruire la pace. Signore, Dio di Abramo e dei Profeti, Dio Amore che ci hai creati e ci chiami a vivere da fratelli, donaci la forza per essere ogni giorno artigiani della pace; donaci la capacità di guardare con benevolenza tutti i fratelli che incontriamo sul nostro cammino».
«Tieni accesa in noi la fiamma della speranza per compiere con paziente perseveranza scelte di dialogo e di riconciliazione, perché vinca finalmente la pace. E che dal cuore di ogni uomo siano bandite queste parole: divisione, odio, guerra! Signore, disarma la lingua e le mani, rinnova i cuori e le menti, perché la parola che ci fa incontrare sia sempre “fratello”, e lo stile della nostra vita diventi: shalom, pace, salam! Amen».