L’autorità di Gesù viene messa in discussione. Respinto dai capi del popolo, Gesù riprende a parlare in parabole, alludendo al rifiuto dei capi d’Israele di accettare non lui, ma la volontà del Padre. Abbiamo, così, una serie di tre parabole, di cui la prima narra dei due figli chiamati dal padre ad eseguire la sua parola.
Prima parabola: I due figli
Nella parabola dei due figli, il figlio obbediente è quello che aveva opposto un primo rifiuto, poi si era pentito ed aveva seguito la parola del padre: rappresenta gli emarginati, i pubblicani, le prostitute, i pagani, che hanno creduto al Battista.
L’Israele dei benpensanti invece è raffigurato dal figlio che si protesta obbediente, e chiama il padre addirittura col titolo liturgico di Kyrie / Adonai / Signore, ma invece non ne accoglie, in realtà, la Parola.
Il terzo figlio
Quindi c’è un figlio che obbedisce a parole, acconsente ma non fa. Poi ce n’è uno che rifiuta e invece fa, obbedisce con i fatti. Perché manca il figlio che obbedisce a parole e con i fatti? Perché questi è il Cristo, e i discepoli devono esserlo con lui.