Sì: due cani e un gatto… Nessuno se ne offenda, ma la parabola dei Talenti che la liturgia ci propone in questa domenica mi ha richiamato una barzelletta che ha per protagonisti due cani e un gatto e che è un capolavoro di psicologia felina. La riferisco. Poi, per farmi perdonare, riporterò la preghiera del cane e quella del gatto. Preghiere che gli uomini dovrebbero meditare.
Due cani e un gatto vanno in Paradiso…
Un pastore tedesco, un dobermann e un gatto si presentano alla porta del Paradiso. Sono stati dei bravi animali e vengono subito ammessi davanti al trono dell’Altissimo.
Il Signore, seduto sul suo trono, li accoglie con gioia:
«Bravi animali, prendete parte alla gioia del mio regno. Ora vi farò una domanda e in base alla risposta vi assegnerò il posto che vi spetta. Tu, pastore tedesco, in che cosa credi?».
«Io credo nell’uomo mio padrone e mio amico, nella fedeltà assoluta a lui e nell’adesione ai suoi desideri. Per lui avrei dato la vita».
«Bene, servo buono e fedele, siedi alla mia destra. E tu, dobermann, in che cosa credi?».
«Io credo nel mio addestratore e padrone e nell’obbedienza assoluta ai suoi comandi. Per lui avrei dato la vita».
«Bene, servo buono e fedele, siedi alla mia sinistra. E tu, gatto, in che cosa credi?».
«Io credo… che al mio posto ti ci sia seduto tu!».
Non è vero? Ma ora, a parte gli scherzi su questi due cani e un gatto, troviamo materia da meditare nelle preghiere del cane e del gatto. Molto da meditare.
La preghiera del cane
O Signore di tutte le creature, fa’ che l’uomo, mio padrone, sia così fedele verso gli altri uomini, come io gli sono fedele.
Fa’ che egli sia affezionato alla sua famiglia e ai suoi amici come io gli sono affezionato.
Fa’ che egli custodisca onestamente i beni che Tu gli affidi, come onestamente io custodisco i suoi.
Dagli, o Signore, un sorriso facile e spontaneo, come facile e spontaneo è il mio scodinzolare.
Fa’ che egli sia pronto alla gratitudine come io sono pronto a lambire.
Concedigli una pazienza pari alla mia, che attendo i suoi ritorni senza lagnarmi.
Dagli il mio coraggio, la mia prontezza a sacrificare per lui tutto, da ogni comodità fino alla vita stessa.
Conservagli la mia giovinezza di cuore e la mia giocondità di pensiero.
O Signore di tutte le creature, come io sono sempre veramente cane, fa’ che egli sempre sia veramente uomo (Piero Scanziani).
La preghiera del gatto
Signore Iddio, sorgente di ogni vita e Padre amoroso di ogni essere vivente, guarda con tenerezza anche me, un gatto, piccolissima Tua creatura.
Tu che conosci e comprendi ogni cosa, perché di ogni cosa sei origine e linfa, ascolta anche la mia vocina, perché tutto ciò che esiste ha il dovere e il diritto di rivolgersi a Te che l’hai chiamata all’essere e lo mantieni nell’essere per un motivo preciso, nella Tua provvidente bontà.
Io Ti ringrazio, a nome di tutta la specie che oggi Ti parla con il mio miagolìo di preghiera, di avermi creato e creato gatto, così come sono: morbido, allegro, elegante, seducente, dignitoso, infinitamente tenero con chi si prende cura di me.
Grazie, Signore, per aver creato tutto ciò che riscalda: il sole, alla luce del quale mi distendo a dormire appena si annuncia primavera; il fuoco del camino, accanto al quale mi piace indugiare quando l’inverno fuori è troppo rigido; le ginocchia della creatura umana che io amo e che mi ama, sulle quali mi acciambello in ogni stagione, perché quello è un calore che scalda anche il mio piccolo cuore, l’unico che mette in moto quel motorino di cui mi hai dotato e mi fa fare le fusa.
Tu mi hai posto accanto agli uomini per dare loro un motivo di gioia in più, ma non sempre l’uomo Ti capisce, Signore. Nella sua arroganza, troppo spesso crede di essere il padrone della natura e si crede in diritto di usare di noi – animali di tutte le specie – secondo il suo capriccio, troppe volte con crudeltà. Restituisci all’uomo, Signore, l’umiltà di riconoscersi creatura tra le creature, fratello maggiore e non tiranno, tutore e non padrone di tutto ciò che esiste sulla terra.
Fa’ che usi della sua intelligenza, scintilla divina di cui lo hai reso partecipe, per imparare a comprendermi con buona volontà, superando i pregiudizi a causa dei quali mi ha definito egoista e traditore. Signore, perdonami l’audacia, ma queste sono caratteristiche umane: essi si tradiscono tra loro; ci abbandonano sulla strada non appena diveniamo d’impaccio ai loro programmi; molte volte tradiscono e abbandonano anche Te. E nella notte della Sua angoscia tradirono, rinnegarono e abbandonarono anche Tuo figlio, Gesù.
Ti ringrazio, Creatore fantasioso e geniale, dei mezzi espressivi di cui mi hai dotato per comunicare. La mia coda che si alza diritta quando corro incontro alla creatura umana che io amo e che mi ama è il punto esclamativo che le esprime la mia gioia per il suo ritorno. Il mio mantello setoso che ama le carezze e il mio piccolo corpo caldo che si accoccola accanto al suo sanno trasmettere il calore di una presenza, discreta ma importante quando si è troppo soli.
E quando sulla strada della sua vita scenderà la sera del dolore, i miei occhi lucenti di un bagliore che vince l’oscurità della notte le permetteranno ancora di guardare lontano. I miei occhi che brillano nel buio sapranno dirle che nessuna notte è tanto oscura se la Tua bontà pone un gatto, anche solo un gatto accanto al suo cuore ferito ed insieme aspetteremo che sorga una nuova alba di luce.
Ti ringrazio, Signore, di avermi creato Tuo strumento per rallegrare la vita umana. E quando la mia piccola esistenza sarà compiuta, non permettere che io vada perduto nel nulla. Nel mistero della resurrezione di Cristo, primogenito di tutte le creature, fammi partecipe della Tua eternità. E quando da una nuvola calda e dorata di sole udrai la vocetta di tutti i gatti del mondo dispiegarsi in un inno di amore e di lode, unirsi al coro maestoso di Serafini, Troni, Cherubini e Dominazioni, Ti prego, Signore, sorridi!
(R. Allegri, 1001 cose da sapere e da fare con il tuo gatto, Roma 2014, n. 830; cfr. www.mondofelino.com)