Dove è Dio, dov’è il Signore del mondo davanti alle sciagure delle violenze e delle guerre? Io credo di conoscere la risposta a questa domanda, e la risposta si è ripresentata davanti a questa foto. Un’icona del Cristo glorioso sopravvissuta in mezzo alle distruzioni umane… non ho inserito il nome della città martoriata, perché potrebbe essere una qualunque dei luoghi degli uomini.
E allora mi è tornato in mente quanto racconta un sopravvissuto dei lager, Elie Wiesel (nel suo libro La Notte), di fronte alla tragedia di una esecuzione. Migliaia erano i prigionieri costretti ad assistere. Fra i tre condannati incatenati, c’era anche un bambino dal volto di angelo infelice, che era stato sempre buono e gentile con tutti; ma nella sua baracca erano state trovate delle armi. Persino le S.S. sembravano preoccupate. Più inquiete del solito, ricorda Wiesel. Già con la corda al collo, i due adulti gridarono: – Viva la libertà!
Wiesel continua:
«Il piccolo taceva.
– Dov’è il Buon Dio? Dov’è? – domandò qualcuno dietro di me.
A un cenno del capo del campo le tre seggiole vennero tolte.
Silenzio assoluto. All’orizzonte il sole tramontava.
Scopritevi! – urlò il capo del campo. La sua voce era rauca. Quanto a noi, noi piangevamo».
La fine dei due uomini fu rapida, ma il bambino viveva ancora… Più di una mezz’ora restò a lottare fra la vita e la morte.
«Dietro di me udii il solito uomo domandare:
– Dov’è dunque Dio?
E io sentivo in me una voce che gli rispondeva:
– Dov’è? Eccolo: è appeso lì, a quella forca…».